Il paziente diabetico da curare a 360°

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Le condizioni di trombofilia e di dislipidemia nel diabetico.

 
trombosi endovasale

trombosi endovasale, fibrina che imbriglia dei globuli

Come sappiamo la persona diabetica soffre di adiposopatia, condizione questa che si associa ad insulinoresistenza con incremento di leptina.Infatti gli studi condotti nell’adulto e più di recente anche nel soggetto anziano, evidenziano una relazione significativa tra livelli circolanti di leptina, un peptide secreto principalmente dall’adipocita e l’insulinoresistenza che caratterizza il soggetto diabetico, indipendentemente dal grado di adiposità totale. L’adiponectina è un peptide di recente scoperta prodotto esclusivamente dal tessuto adiposo e abbondantemente secreto nel torrente circolatorio, i cui livelli circolanti risultano inversamente proporzionali al grado di adiposità. I livelli di adiponectina risultano ridotti in condizioni di insulino-resistenza e inversamente correlati a diversi indici di insulino-resistenza in gruppi di adulti sani e diabetici.   È ipotizzabile quindi una relazione tra insulino-resistenza e iperleptinemia così come tra insulino-resistenza e ipoadiponectinemia almeno nel soggetto adulto; tuttavia a riguardo ancora pochi sono i dati pubblicati in letteratura ottenuti in popolazioni di soggetti anziani sani e con alterata tolleranza glucidica. La condizione di adiposopatia, inoltre, si correla con la condizione di trombofilia, cioè con la patologica tendenza del diabetico a formare trombi e generare vascolopatia.

La trombofilia

- E’ uno squilibrio del sistema della coagulazione in senso protrombotico per:
- eccesso di fattori procoagulanti: fibrinogeno, fattore VII, fattore VIII, fattore II;
- difetto di fattori anticoagulanti: proteina C, proteina S, antitrombina III;
- alterata Resistenza alla Proteina C attivata;
- bassi livelli di fattore XII;
- presenza di mutazioni di uno o più fattori della coagulazione (protrombina, mutazione Leiden del fattore V;
- elevati livelli di omocisteina nel sangue;
- presenza di anticoagulante lupico (LAC);
- elevati livelli di anticorpi anticardiolipina o sindrome da anticorpi antifosfolipidi.
- Elevati livelli di PAI 1, mediatore dell’infiammazione endoteliale

La condizione di trombofilia riconosce, a sua volta, una condizione di disfunzione endoteliale, intesa come tendenza all’aterogenesi nel diabetico. A ciò concorre la condizione di dislipidemia del diabetico, quando insulina, glucosio ed acidi grassi si impennano nelle loro concentrazioni. Iperinsulinemia e iperglicemia attivano fattori trascrizionali a livello epatico, quali SREBP-lc (Sterni Regulator Element-Binding Protein e ChREBP (Carbohydrate Response Element Binding Protein), che attivano enzimi finalizzati alla conversio­ne dell'eccesso di glucosio in acidi grassi. Un terzo fattore di trascrizione attivato in corso di insulino-resistenza è il Peroxisome Proliferator-Activated Receptor y (PPARy), implicato nella differenziazione degli adipociti e nell'accumulo di trigliceridi nel fegato con conseguente steatosi epatica e produzione di TNF alfa a cui consegue infine il processo di fibrogenesi. Il fegato steatosico aggrava ulteriormente i danni già presenti, poiché concorre a produrre altri eventi pro infiammatori.

Il fegato steatosico è sensibilizzato a un ulteriore danno. In questa fase gli FFA derivati dalla lipolisi adipocitaria inducono una serie di eventi proinfiammatori:
• produzione di radicali liberi dell'ossigeno (ROS), a causa della loro ossidazione (perossidazione), con conseguente danno mitocondriale, danno alla catena respiratoria cellulare, ridotta disponibilità di adenosina trifosfato, sintesi di mediatori dell'in­fiammazione tra cui TNFa, TGFp, IL6, Fas ligando e deplezione dei normali sistemi antiossidanti presenti nel fegato;
• attivazione diretta della via IKKβ/NF-kB (il fattore nucleare kB e il suo attivatore I kappa B kinase beta). Nel frattempo l’endotelio disfunzionante presenta un’alterazione della permeabilità, adesione di leucociti, migrazione degli stessi ed adesione di monociti. Le cellule muscolari lisce della media migrano verso l’interno dei vasi ed attivano i macrofagi; queste cellule fagocitano i lipidi presenti in eccesso nel vaso del diabetico, nell’intento di ripulire l’endotelio ed a tale processo concorre i linfociti che si attivano a loro volta. Prolifera il muscolo liscio, si depone collageno e lipidi fino a formare una “placca” rilevata all’interno dei vasi. Questa placca, così costituita, si fessura, causando l’improvvisa chiusura del vaso. Ciò è causa di infarto del miocardio se è interessato un vaso cardiaco o di vascolopatia cerebrale se è interessato un vaso dei tronchi sovraortici.

 

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