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Intolleranze ai cibi

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Negli anni recenti vi sono studi che descrivono pazienti con intolleranza gastrointestinale a particolari cibi, intolleranza alle proteine del latte in età infantile, gastroenterite eosinofila, granuloma eosinofilo dello stomaco (cfr gastriti croniche)o dell'intestino e con gastroenteropatia allergica. Gli eosinofili sono quelle cellule della serie bianca (cfr leucociti) che si colorano di rosa alla microscopia elettronica e si possono leggere già nell'esame emocromocitometrico. Esse sono alla base di particolari reazioni allergiche dell'organismo e la loro presenza, quasi sempre, si associa a parassiti, allergie, alle immunoglobuline IgE, correlate all'allergia, oppure è aspecifica.

Classificazione delle malattie allergiche dell'intestino e della gastroenterite eosinofila

Gastroenterite eosinofila

A. Criteri diagnostici
1. Infiltrazione di eosinofili nella parete intestinale
2. Aumento del numero degli eosinofili nel sangue periferico
3. Segni o sintomi abnormi dopo ingestione di cibi specifici


B. Quadri clinici
1. Interessamento predominante della mucosa
a. Anemia da carenza di ferro
b. Aumentata perdita ematica fecale


C. Ipoproteinemia da enteropatia proteinodisperdente


D. Malassorbimento
2. Interessamento predominante dello strato muscolare
a. Stenosi ed ostruzione del piloro
b. Ostruzione incompleta del tenue e/o del crasso.

E. Differenziazione dal granuloma eosinofilo
1. Lesioni polipoidi localizzate dello stomaco, del tenue o del colon
3. Interessamento sottosieroso predominante a. Ascite eosinofila
4. Combinazione dei numeri 1-3
 

Gastroenterite allergica nell'infanzia

A. Intolleranza al latte nella prima e nella seconda infanzia
1. Caratteri clinici simili alla gastroenterite eosinofila con interessamento predominante della mucosa
2. Diarrea cronica con coproanticorpi nelle feci
3. Ipersensibilità al latte con rapida comparsa di sintomi
a. Asma
b. Urticaria
c. Angioedema

Intolleranza gastrointestinale ad alimenti con reazioni allergiche sistemiche

a. Reazioni anafilattiche

Per una serie di ragioni, l'insorgenza spontanea di allergia gastrointestinale nell'uomo è tuttora considerata come un'entità incerta. In particolare, occorre sottolineare che le prove cutanee specifiche sono altamente variabili e frequentemente inattendibili. Inoltre, sintomi affermati essere specifici o caratteristici dell'allergia gastrointestinale, sono, di fatto, non specifici ed altamente variabili.

Di più, il presentarsi di disturbi addominali in pazienti con altre manifestazioni allergiche, come rinite, asma, urticaria ed eczema ha portato alla tendenza a diagnosticare tali disturbi come allergia gastrointestinale, mentre, in realtà, può esservi ben poca base obiettiva su cui fondare tale diagnosi. Infine, salvo che in un numero relativamente piccolo di casi, non sono state dimostrate lesioni dell'intestino né alterazioni della funzione intestinale di assorbimento in pazienti con altri sintomi e reperti che suggeriscono la diagnosi di allergia gastrointestinale. Nel 1949, Ingelfinger ed i suoi collaboratori elencarono i criteri che dovrebbero essere soddisfatti prima che si possa prendere in seria considerazione una diagnosi di allergia gastrointestinale.

Tali condizioni erano le seguenti:

(1) i sintomi dovrebbero essere causati da specifiche sostanze che sono innocue quando date alla maggioranza della popolazione;

(2) dovrebbero essere dimostrate lesioni od alterazioni funzionali intestinali;

(3) dovrebbero essere esclusi fattori emotivi e meccanici;

(4) l'influenza di atteggiamenti soggettivi dovrebbe essere minimizzata eseguendo prove con varie sostanze in condizioni accuratamente controllate.
I cibi specifici dovrebbero essere dati in modo tale che il paziente è ignaro del cibo somministrato. Sintomi, segni o reperti radiologici riproducibili dovrebbero seguire con una certa regolarità alla somministrazione del cibo mascherato con un intervallo più o meno costante non superiore a due ore. Altri cibi innocui dati con le stesse modalità non dovrebbero determinare sintomi né alterazioni funzionali. Solo un numero relativamente piccolo di casi riportati di gastroenterite eosinofila appaiono aver soddisfatto i criteri proposti da Ingelfinger. E pure, persino in questi casi, sorge la questione se un processo allergico da solo possa render conto delle manifestazioni della malattia. A questo proposito, è stato detto che "la gastroenterite eosinofila non è una semplice, reversibile reazione allergica a cibi specifici, ma piuttosto un processo autoperpetuantesi che può essere sintomaticamente aggravato da cibi differenti". Sembra chiaro che l'istituzione di una terapia più razionale nella gastroenterite eosinofila con interessamento predominantemente mucoso richiederà una definizione più chiara della causa e della patogenesi di questa affezione. Spiccate alterazioni dell'aspetto gastroscopico dello stomaco vengono rilevate in pazienti con specifiche intolleranze alimentari dopo somministrazione dei cibi in causa. Tuttavia, la significatività di queste osservazioni è incerta, perché gli studi non sono stati condotti in modo controllato a doppia cecità e la mucosa non fu esaminata istologicamente. Bambini della prima e della seconda infanzia con enteropatia proteino-disperdente possono presentare ipersensibilità gastrointestinale al latte. Recentemente, sono stati descritti gravi sintomi gastrointestinali causati da proteine della soia, comprendenti atrofia dei villi del digiuno. Sebbene manchino infiltrazione eosinofila dell'intestino ed eosinofilia, questi casi sembrano rappresentare un'allergia intestinale come definita da Ingelfinger e coll.. La questione della natura allergica dell'effetto tossico del glutine nei pazienti con sprue celiaca non è stata risolta in termini immunologia; tuttavia, nei termini prima definiti, essa deve essere considerata clinicamente come un'enterite allergica

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