L'organismo è una macchina perfetta, costituita da diversi tipi di cellule che si assemblano e si organizzano per formare organi specifici. La cellula nel suo interno possiede un nucleo, dove risiede il filo della vita, il DNA, che contiene le informazioni per produrre i vari pezzi di cui essa è composta, in un processo particolarmente delicato e complesso, regolato dai geni, che sono essi stessi parti del DNA, ma con particolari funzioni. Così esistono geni acceleratori, che spingono le cellule a moltiplicarsi, e geni inibitori che viceversa arrestano la moltiplicazione cellulare quando non è più necessaria. Se nel DNA esiste un errore di scrittura che si verifica proprio in corrispondenza di uno di questi geni regolatori, la cellula e le sue discendenti possono andare incontro a una serie infinita di divisioni. Ma madre natura ha dotato il DNA di efficaci sistemi di riparazione che, di solito, scovano e correggono gli errori di scrittura. Gli oncogèni sono la vera causa delle neoplasie poichè l'eziologia di un tumore è legata all'alterazione dei geni coinvolti nella proliferazione cellulare.
I tumori crescono in maniera subdola, ed è il motivo per cui a volte viene difficile la diagnosi precoce perché c'è un tempo di latenza in cui la neoplasia non dà segni di sé e non è possibile rintracciare una singola cellula che cresce. Quando le replicazioni raggiungono un numero tale da creare un insieme di cellule cospicuo, è più agevole la diagnosi, ma in questa fase la malattia può essere già in fase metastatica. Le caratteristiche che differenziano tumori benigni dai tumori maligni sono varie: velocità di crescita, rapporti con il microambiente che le circonda, il tipo di danno che possono instaurare. In condizioni normali i geni oncosoppressori sopprimono la crescita neoplastica. Fanno in modo che la cellula venga riparata e che una volta riparata si divida normalmente. Ma se vengono mutati non sopprimono più la proliferazione incontrollata, per cui la cellula inizia a dividersi in modo incontrollato. I Protoncogeni favoriscono, in condizioni normali, la proliferazione cellulare perchè codificano per fattori di crescita, per proteine coinvolte nella mitosi, chinasi che favoriscono le vie di trasduzione del segnale, producono anche proteine che sono fattori di trascrizione che agiscono a livello del DNA e attivano i geni. Questi, se vengono inattivati, divengono a sua volta oncogeni. Gli oncosoppressori, sempre normalmente, sopprimono la crescita neoplastica se c'è una mutazione: sono chiamati guardiani o controllori del genoma (p53) e bloccano il ciclo cellulare.
I fattori che distinguono il tipo di neoplasia e sono indicativi della malignità della neoformazione sono:
-la capacità di infiltrare e di sostituirsi ai tessuti,
-la capacità di dare metastasi;
A questo punto, nel momento in cui una cellula neoplastica, un tessuto
neoplastico comincia a diffondersi al di fuori della sede in cui è originata, la
malattia diventa sistemica, cioè è diffusa all'intero organismo. Se noi possiamo eradicare il tumore chirurgicamente il paziente ha buone
possibilità di guarigione; nel campo delle neoplasie, non esiste mai la certezza, ma
solo buone possibilità di andare a guarigione. Se
la malattia è metastatica il paziente è curabile però è più facile che quella
malattia non guarisca più tranne che per casi selezionati che sono quelli delle
malattie ematologie. La crescita del tumore è logaritmica: con solo 3
raddoppiamenti passiamo da una cellula a un grammo di tessuto, con altri 10
siamo a più di un kg di tessuto, e quindi con un altro raddoppiamento siamo a 2
kg e queste masse sono difficilmente compatibili con la vita perché si turba
l'equilibrio dell'organismo.
- proliferazione cellulare: non tutti i tumori crescono alla stessa velocità,
più la cellula va in mitosi e più è probabile che sia maligna. All'interno di
ogni istotipo il tumore può avere un ritmo di mitosi maggiore o minore. Ci sono
delle proteine espresse dalla cellula durante la mitosi, come KI66, che possono
essere usate come indice del grado di mitosi. Il valore di KI66 è it più noto,
più facilmente espresso, per verificare quante cellule sono in proliferazione in
quel determinato momento in cui si fa l'analisi istologica di un pezzo
operatorio. Paradossalmente però avere tante cellule in proliferazione, quindi
il tumore cresce molto velocemente poi in realtà in clinica vedrete che a volte
può essere un vantaggio perché rispondono meglio alle attuali terapie, le
classiche radioterapie e chemioterapie agiscono preferenzialmente sulle cellule
in replicazione mentre risparmiano quelle che in quel momento sono fuori dal
ciclo cellulare.
Quindi da un lato un tumore che prolifera molto, un tumore più
aggressivo dà meno tempo per intervenire, dall'altro può essere più responsivo
alla terapie classiche che usiamo contro i tumori cioè chemioterapie e:
radioterapie che agiscono sulle cellule in
replicazione.
- morte cellulare: accanto al diverso tempo di replicazione abbiamo un diverso
ciclo cellulare, cioè l'interno della neoplasia di solito si presenta necrotico
perché c'è un avvicendamento legato un po'anche al disordine.
- matrice extracellulare: la matrice extracellulare che si trova nel tessuto
in cui il tumore si sta sviluppando ha un ruolo fondamentale per la diffusione
delle neoplasie) e anche per come e equipaggiato il tumore per la
digestione di questa matrice extracellulare, in funzione degli enzimi che è in
grado di produrre.
- contatti cellulari: sono uno dei fattori che induce il blocco del ciclo
cellulare, sono un freno alla proliferazione cellulare, per questo dove abbiamo
parenchima c'è più resistenza alla crescita rispetto ad un tessuto sottocutaneo,
un lasso rispetto ad una cavità, rispetto a un tessuto adipose
- capacità di riparare il danno del DNA: questo riguarda in realtà le
fasi iniziali della neoplasia, una volta che si è instaurato il danno, il
fenotipo neoplastico, questa capacità è marginale.
- sistema immunitario: sta assumendo sempre più importanza e rilevanza
appunto per il meccanismo della sorveglianza immunitaria, che ha il compito di
prevenire l'insorgenza dei tumori ed elimina le cellule trasformate che
hanno delle caratteristiche che fanno parte dell'immunologia del tumore. Questa
azione di sorveglianza è svolta dalle cellule natural killer che hanno la
sensibilità di capire se queste cellule sono trasformate e/o di avere proteine
alterate, dovute alla presenza gli oncogeni stessi alterati, che producono
proteine nuove alterate che possono evocare degli epitopi verso cui le cellule
della sorveglianza non siamo tolleranti e rievocare quindi una risposta
immunitaria. Un'altra prova viene dalla manipolazione di alcuni geni, come
quello che codificano per l'interferone gamma. Una sua soppressione ha
determinato l'insorgenza di tumori negli animali. In più ci sono una serie di
armamentari farmacologici come citochine, anticorpi monoclonali che riconoscono
un antigene su una neoplasia e anticorpi con cui possiamo modulare la risposta
immunitaria. In particolare gli anti-ctla4 e gli anti-pd1 o
anti-pdl1 stanno dando delle risposte che stanno cambiando la storia
naturale di molti tumori. Per l'utilizzo di questi farmaci ci sono delle linee
guida che vengono fuori dagli studi per cui non posso fare un farmaco di seconda
scelta se prima non ho usato il primo.
- Crescita: un tumore se è maligno cresce più rapidamente. Le cellule
hanno maggiori possibilità di subire mutazioni e saranno meno differenziate. Le
cellule di un tumore cresceranno più lentamente, di conseguenza hanno meno
mitosi, non hanno le atipie che i tumori maligni presentano, generalmente
assomigliano molto più alle cellule di partenza
-tipo di sviluppo: quello maligno è infiltrante, digerisce il tessuto
circostante, si sostituisce a questo. è chiaro che l'infiltrazione, la
sostituzione di tessuti crea inefficienza del tessuto, viene meno la funzione di
quell'organo o viene diminuita, è chiaro che si crea patologia e malattia
locale. Il tumore benigno può dare fastidio, può dare questo problema,
dipende dove viene a svilupparsi perché il processo è espansivo, cioè non si
infiltrerà, non si sostituisce ma spinge sulle superfici circostanti. Per
esempio i tumori del sistema nervoso centrale per la grandissima parte sono
benigni, nonostante siano benigni sono molto pericolosi, spesso mortali perché
voi pensate il processo espansivo all'interno della scatola cranica, che non è
espansibile, che tipo di sofferenza può dare.
- capsula: il tumore benigno generalmente è avvolto da una capsula
connettivale che nei tumori maligni è assente e questo condiziona la
invasività. Il tumore maligno tende ad inviare tralci che infiltrano, quindi
anche nella resezione chirurgica il tumore benigno può essere enucleabile mentre
è molto difficile avere un'enucleazione nel tumore maligno tant'è che si deve
fare una resezione molto ampia del tessuto;
- Apporto di sangue e nutrienti: è funzione della capacità di angiogenesi del tumore;
- Metastasi: se il tumore fa le metastasi, non è più rimovibile
chirurgicamente, o meglio potrebbe essere rimovibile, ma ciò comporta uno stress
chirurgico e, anche rimuovendo il tumore principale, abbiamo tutte le metastasi,
quindi c'è uno stress operatorio per il paziente, un rischio operatorio senza
risolvere nulla. Quindi l'approccio terapeutico cambia completamente. La
malattia è sistemica, non è più una malattia locale che può essere trattata
chirurgicamente.
- Recidiva: nel tumore benigno sono meno probabili. Il tumore benigno può
recidivare meno frequentemente perché è più facile che venga rimosso in maniera
completa. è possibile la recidiva nei tumori maligni.
- Cachessia: condizione del paziente neoplastico, parola che
deriva dal greco che sta per cattiva condizione, quindi la condizione di
deperimento di un paziente. Altre patologie croniche in altre patologie
infiammatorie croniche, in alcune patologie infettive, di solito la tubercolosi,
l'aids malattie infiammatorie, sclerosi multipla. è una sindrome da deperimento,
con una perdita di massa fisica, sia massa muscolare che massa adiposa, il
paziente non ha appetito, legata a nausea, emesi. La nausea e la perdita
dell'appetito sono legate a una tempesta citochinica, perché molte cellule
muoiono, quelle cellule che muoiono creano una grave infiammazione con rilascio
di TNF(cachessina) e altre citochine come IL-1, IL-6, che provocano febbre,
nausea, aumentano il catabolismo delle proteine