Per anemia si intende una condizione determinata dalla riduzione del tasso emoglobinico, cioè del valore misurato in g/dl del contenuto di emoglobina nel sangue, che, come sappiamo, è la molecola che capta l'ossigeno grazie alla presenza del ferro al centro della proteina, che in presenza di ossigeno, appunto, si "ossida".
Il ferro, contenuto nell'emoglobina, è, cioè il chelante dell'ossigeno che come una calamita attira l'ossigeno dell'aria, nel suo passaggio attraverso il microcircolo alveolare dei polmoni e lo veicola ai tessuti. L'ossigeno interviene nella combustione del combustibile naturale dell'organismo, il glucosio, e produce energia con un metabolismo che avviene a 37°C, non esplosivo come per i motori a scoppio! Da qui l'importanza che una persona non sia anemica, cioè che abbia un valore di emoglobina nel proprio corpo adeguato, intorno a 11-13 g/dl.
Mestruazioni
Gravidanza
Rapida crescita neonatale o adolescenziale
Caratteri differenziali delle anemie microcitiche
Perdite gastrointestinali (ulcera, gastrite,
diverticoli, emorroidi, angiodisplasia, teleangectasia emorragica ereditaria)
Perdite genitourinarie
Emolisi intravascolare
Emosiderosi polmonare
Diete ricche di cereali e povere di carni
Anziani ed indigenti
Malassorbimento di ferro (gastrectomia, sprue e altre sindromi da malassorbimento)
Posta diagnosi differenziale con le talassemie (!), vediamo i criteri per definire le anemie microcitiche sideropeniche. Criteri per definire l'anemia sideropenica in forma lieve:
(1) anemia (riduzione di emoglobina ed ematocrito);
(2) MCV normale o ai limiti inferiori della norma;
(3) assenza di anilopoichilocitosi;
(4) ferritinemia < 30 pg/dL (2) indice di saturazione della trasferrina < 15%.
Anemia sideropenica conclamata)
(1) anemia (riduzione di emoglobina ed ematocrito);
(2) microcitosi (MCV < 83 micron cubi);
(3) riduzione della ferritina e della sideremia;
(4) aumento della capacità ferro-legante (trasferrina) con saturazione della trasferrina per lo più inferiore al 10%;
(5) aumento dei li velli del recettore per la ferritina.
Anemia secondaria a malattie croniche (ridotta captazione del ferro nell'intestino e ridotto trasferimento dai macrofagi alle CFU): ferritina normale (o aumentata) sideremia ridotta, MCV normale (o lievemente ridotto), trasferrina normale (o lievemente aumentata) con saturazione ridotta.
Esami utili (per un primo screening diagnostico): emocromo, sideremia, indice ili saturazione della trasferrina, ferritina, reticolociti, sangue occulto feci (3 campioni, valutare se esistono enterorragie). Radiografia del tubo digerente.
Clisma opaco se possibile o colonscopia oppure TAC addome con
mezzo di contrasto assunto per os. La ferritina è un affidabile indicatore delle
riserve di ferro solo in presenza di una proteina C reattiva normale (PCR). In caso
di elevazione della PCR la ferritina si eleva come reattante della fase acuta ed
in questi casi solo la biopsia midollare con colorazioni specifiche (bleu di Prussia)
consente di evidenziare i depositi di ferro.
Il trattamento dell'anemia sideropenica si avvale della somministrazione a lungo
termine di preparati a base di ferro. Dopo il ritorno alla normalità dei valori
del l'emoblobina la terapia deve continuare per 3-5 mesi onde consentire il recupero
delle riserve di ferro. Per via dei rischi potenziali della terapia marziale per
via parenterale, anche va sempre data preferenza ai preparati per via orale,
a meno che non vi siano condizioni speciali che controindichino questa via di trattamento.
(Ferro-Grad 525 mg cpr): contiene il 20-30% di ferro elementare. Pos: una compressa al giorno. Ferroso gluconato (Cromatonferro cpr efferv): contiene l' 1,5% di ferro elementare. Pos: una-due compresse al giorno. Modalità di somministrazione: l'assorbimento ottimale è garantito dall'assunzione lontano dai pasti (un'ora prima o due ore dopo i pasti). Molti soggetti però, avvertono epigastralgie e devono assumere il ferro ai pasti con antiacidi, con conseguente riduzione di 1/3-1/2 del ferro assorbito. Ferro con lattoferrina e vitamina C (Ferrolat plus) () Effetti collaterali della via orale: stipsi, nausea, dolore epigastrico, diarrea, feci scure. Spesso questi effetti collaterali sono dose dipendenti ed è sufficiente una riduzione del dosaggio per farli regredire. Di rado si possono avere sanguinamenti gastrointestinali.
Controindicazioni alla terapia con ferro: emocromatosi, anemie emolitiche.
Ricordiamoci che tetracicline ed antiacidi inibiscono l'assorbimento del ferro.
Il ferro riduce l'assorbimento dei fluorochinoloni e della penicillamina. Monitoraggio:
emoglobina, ematocrito, reticolociti, ferritina ogni 3-4 settimane. Durata della
terapia: almeno 3-6 mesi o meglio finché i livelli della ferritina non raggiungano
i 50 pg/L.
DA ATTUARSI ESCLUSIVAMENTE IN OSPEDALE SOTTO IL CONTROLLO DEL MEDICO!
Viene praticata in ospedale e presuppone l'impiego di specialità farmaceutiche quali il ferlixit fiale (sodio ferrogluconato) che vanno praticate lentamente, per es. 1 fiala sciolta in soluzione fisiologica da 250 cc, lentamente nel giorno di 1-2 ore. Per esperienza del redattore di questo articolo, nessun paziente ha avuto mai reazioni severe; in genere gli effetti collaterali si limitano a sensazione di calore e cefalea, ma i benefici di una terapia per via endovenosa si manifestano in maniera veloce, già nell'arco di una settimana. In genere la somministrazione di ferro per via venosa va supportata da un supplemento vitaminico (es. folati per via venosa e vitamina B12 per via intramuscolare), per ottenere una rapida risposta reticolocitaria. Infatti è buona norma avere una valutazione della risposta del midollo osseo attraverso la valutazione dell'emocromocitometrico completo di formula reticolocitaria.
a. Rapida e cospicua perdita di sangue.
b. Intolleranza o scarsa compliance alla terapia orale.
c. Concomitanza di colite ulcerosa o di morbo di Crohn.
d. Presenza di malassorbimento di ferro (raro).
e. Resezione gastrica o intestinale, Billroth II.
Calcolo della dose di Fe da somministrare (mg): Hb (g) x peso (kg) x 3 Gluconato ferrico (es. Ferlixit ev fl 5 ml). Pos: una fiala ev/die. Effettuare un test di prova
con una soluzione diluita (in genere 0,5 mi im oppure a 20 gtt/min), in ambiente ove siano disponibili strumentazioni per rianimazione. Effetti collaterali della
via endovenosa: cefalea, malessere, febbre, adenopatia generalizzata, artralgie, orticaria, ed in pazienti affetti da artrite reumatoide, esacerbazione della malattia.
Sono segnalati infine casi di decesso da reazione anafilattica alla somministrazione per via ev.