VULVITE ATROFICA SENILE O LICHEN SCLERO-ATROFICO

Molte donne, in età senile, anni dopo la menopausa, per crollo degli ormoni sessuali, subiscono delle lesioni dermatologiche localizzate a livello dei genitali esterni, per esempio alla vulva. Alcune di esse hanno natura eczematosa e possono localizzarsi nella vulva con una eruzione papulosa che successivamente si trasforma in vescicola. Il dolore può essere inizialmente intenso;successivamente, permane un senso di irritazione. Tra le forme di vulviti croniche c'è la craurosi vulvare che è un'affezione che generalmente si può manifestare dopo la menopausa o dopo l'asportazione di ambedue le ovaie. É caratterizzata da un'atrofia (diminuzione) progressiva della mucosa e della cute della vulva, che porta ad una graduale sclerosi (indurimento dei tessuti), con restringimento dell'orifizio vaginale, involuzione delle piccole labbra e del clitoride, appiattimento delle grandi labbra. Spesso, questa alterazione è accompagnata da zone di leucoplachia.

Sintomi dell'atrofia vulvare

I sintomi sono: prurito, senso di irritazione,dolore durante il compimento dell'atto sessuale e durante l'emissione di urina. La leucoplachia è un'alterazione dell'epitelio (epidermide) e del tessuto sottostante (derma).   I sintomi sono prurito e dolore. La leucoplachia, generalmente, è localizzata alle grandi labbra e al clitoride e può essere un tipico stato precanceroso. É utile visita ginecologica. Sono lesioni che si verificano con la menopausa, ma possono anche verificarsi nell'età feconda, in donne con normali cicli mestruali. Sembrano soprattutto dovuta alla carenza degli estrogeni o alla insensibilità agli estrogeni dei tessuti vulvari, oppure a lesioni neurovegetative locali e a modificazioni del metabolismo cellulare locale. La sintomatologia è rappresentata soprattutto da: dispareunia, prurito e bruciore. La cute delle grandi e piccole labbra è di colorito bianco-grigiastro talora lucente ed è assottigliata. Per la perdita del grasso, le labbra si appiattiscono ed assumono una consistenza rigida dovuta all'infiltrazione sclerotica sotto epiteliale.
L'introito vulvo-vaginale è ristretto ed è questa condizione che rende il coito difficile e doloroso. Per l'associarsi dei fatti infiammatori la cute vulvare può presentare piccole fissurazioni. Nell'ambito della lesione talora compaiono placche bianche di leucoplachia. Spesso si associa una vaginite atrofica. Per molti istopatologi la craurosi vulvare rappresenta la fase atrofica del lichen. Insorge dopo la menopausa ed interessa per lo più la faccia interna delle grandi labbra, il perineo e la regione perineale. L'aspetto macroscopico biancastro è dovuto all'assottigliamento delle grandi labbra sulle quali possono comparire anche delle placche rosa-scuro. La mucosa del vestibolo e delle piccole labbra sanguina facilmente e presenta delle strie irregolari, delle teleangiectasie, un certo grado di edema. L'epitelio delle grandi labbra diventa in un primo tempo ipercheratosico con aspetti di acantosi nella sua parte profonda. È di regola una spiccata reazione infiammatoria sottoepiteliale che coinvolge il derma e gli strati basali dell'epitelio; a questo quadro succede una fase atrofica, con fibrosi retraente del collageno sotto-epiteliale. La sintomatologia è spesso caratterizzata da prurito e talora da bruciore.

CRAUROSI

Clinicamente si differenzia dalla vulvite senile in quanto non insorge di regola dopo. La terapia della vulvite atrofica senile e della craurosi deve essere innanzi tutto medica. Certe forme di craurosi si risolvono anche spontaneamente. Il problema non è solo quello di ovviare al prurito e al bruciore e di eliminare la dispareunia ma anche quello di individuare precocemente l'eventuale tendenza alla cancerizzazione. La terapia locale con estrogeni talora non è sufficiente a causa dell'insensibilità dei tessuti a questi ormoni. Risultati migliori si possono ottenere associando estrogeni (estriolo o estrogeni naturali coniugati) per via orale alle cure topiche. È utile anche la somministrazione di pomate ai cortisonici, con vitamina A ed E e con antiistaminici. Certi casi migliorano con applicazioni di coloranti antimicrobici. La terapia chirurgica (vulvectomia semplice) va riservata ai casi che, associandosi ad un prurito ribelle alle varie cure, affliggono notevolmente la paziente. L'exeresi dell'organo può a volte risolvere la situazione. La vulvectomia semplice a scopo profilattico può essere anche indicata se gli esami citologici e colposcopici e soprattutto le periodiche biopsie mirate mettono in evidenza un'evoluzione verso il carcinoma (iperplasia epiteliale atipica - carcinoma in situ). Prima comunque di decidere un intervento così mutilante quale la vulvectomia, occorre essere certi del reale rischio di cancro e si deve agire solo in base ad un giudizio istopatologico, espresso da persona con un'indiscussa, specifica competenza. Quando il solo problema è quello della dispareunia, può essere indicata una plastica allargante dell'introito vaginale.

LEUCOPLACHIA

È un'alterazione tipica dell'età perimenopausale e si presenta sotto forma di un rilievo o di un'area più o meno estesa, di colorito biancastro, con riflessi azzurri. La superficie è spesso rugosa. Le placche non raramente sono multiple. La localizzazione delle placche interessa di solito la base del clitoride, la superficie delle labbra, la regione perianale ed il perineo. Con l'evoluzione della lesione compaiono anche ragadi e fissurazioni. Istologicamente la lesione è di tipo ipertrofico e in superficie si nota soprattutto l'ipercheratosi. che dà origine alle placche bianche. Vi è anche una notevole iperplasia dell'epitelio, con una crescita ed un approfondimento delle papille. Si reperiscono lamelle cornee pluristratificate e gli strati cellulari superficiali e granulosi sono molto spessi. Numerosi i granuli di eleidina. La parte ipercheratosica dell'epitelio finisce per approfondirsi tra il tessuto papillare sottostante. Nel derma si nota di regola una spiccata infiltrazione di tipo flogistico. L'eziologìa della leucoplachia è discussa. Probabilmente è dovuta a fatti dismetabolici infiammatori cronici, oltre che a fattori ormonali e nutritivi. Come si è detto la leucoplachia può comparire anche su una craurosi vulvare. Dal punto di vista sintomatologico talora la leucoplachia non arreca alcun disturbo, altre volte provoca un intenso e fastidiosissimo prurito, ribelle ad trattamento. Le screpolature, che si formano in caso di lesioni leucoplasiche multiple e diffuse, favoriscono l'infezione e quindi provocano bruciore e dispareunia. Ogni lesione col carattere della leucoplachia deve essere asportata ed esaminata istologicamente, con molta accuratezza, soprattutto a livello degli strati basali dell'epitelio, ove in qualche caso si possono cogliere i segni di una iniziale « iperplasia; epiteliale atipica » o « displasia maligna ». Anche se non è giusto considerare sistematicamente la leucoplachia come lesione precancerosa, non bisogna dimenticare che. secondo molti patologi, circa la metà dei carcinomi della vulva insorgono da una leucoplachia. Per questa ragione può essere giustificata la vulvectomia semplice profilattica nei casi nei quali con la biopsia si è accertato l'esistenza di un fatto displastico di questo tipo con iniziali atipie.

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