Caso clinico reale. Una paziente di 72 anni, di nazionalità polacca, giunge alla nostra osservazione presentando una facies cushingoide, lesioni trofiche cutanee ed una dermatite desquamativa, impetiginizzata. La paziente abusa da tempo del cortisone, anche per un dolore epigastrico, farmaco che assume a compresse o si somministra a fiale anche se soffre appunto di bruciori di stomaco. Sospendiamo il cortisone e le lesioni della pelle, con opportuna terapia antibiotica ed antimicotica, regrediscono. Prescriviamo alla paziente una terapia antalgica con paracetamolo al bisogno. La paziente, infatti, continuava a medicare ogni suo malanno, compresa la cefalea, con compresse di urbason o deltacortene. Il diffuso impiego di steroidi surrenali sottolinea la necessità di una profonda conoscenza degli effetti metabolici di questi agenti. Prima di instaurare una terapia con ormoni surrenali dovrebbero essere valutati i vantaggi che si possono ragionevolmente trarre rispetto alle possibili azioni metaboliche indesiderate. In un paziente con shock i natura incerta, così come nei casi in cui altri provvedimenti abbiano fallito, il medico non dovrebbe esitare a utilizzare la terapia steroidea ad alte dosi. Al contrario, si dovrebbe limitare la somministrazione di steroidi nei pazienti con artrite reumatoide precoce in cui non siano stati tentati la fisioterapia, la somministrazione di analgesici e altri provvedimenti terapeutici generali. L'uso degli steroidi per via endovenosa per un perodo di 24-48 ore in situazioni di pericolo di vita, come uno stato asmatico o uno pseudotumor cerebri, presenta controindicazioni minime, al contrario dei casi in cui occorre iniziare una terapia steroidea cronica, come nell'asma, nell'artrite o nella psoriasi deve essere considerato il pericolo della comparsa della sindrome di Cushing rispetto ai possibili benefici che il paziente può ottenere da tale terapia. Gli effetti collaterali devono essere ridotti al minimo con una scelta accurata dei preparati steroidei, praticando la terapia a giorni alterni o con periodi di interruzione e utilizzando una terapia di supporto.
I principali fattori da analizzare prima di decidere quale preparato steroideo
usare sono i seguenti:
· l’emivita biologica. Lo scopo della terapia a giorni alterni è quello di ridurre
al minimo gli effetti metabolici degli steroidi durante l'arco delle 48 ore e allo
stesso tempo istituire un'azione farmacologica atta a mantenere la malattia in stato
di remissione o a indurla. Un'emivita troppo lunga farà fallire il primo scopo,
mentre un'emivita troppo corta farà fallire il secondo. In generale, più potente
è uno steroide più lunga è la sua emivita.
·effetto mineralcorticoide. Rispetto al cortisolo e al cortisone la maggior parte
degli steroidi sintetici ha un minore efferto mineralcorticoide .
·la forma biologicamente attiva. Il cortisone e il prednisone devono essere convertiti
in equivalenti biologicamente attivi per produrre un effetto antinfiammatorio. Per
questo motivo una condizione clinica in cui si è certi dell'effetto degli steroidi,
quando un corretto dosaggio non ha determinato una risposta efficace si deve prendere
in considerazione la necessità di sostituire il cortisone o il prednisone con l'idrocortisone
o con il prednisolone.
· Il costo della terapia. Si tratta di una considerazione molto importante quando
la terapia debba essere protratta. Il prednisone è la preparazione steroidea meno
costosa.
· La formulazione farmaceutica. Questo aspetto può modificare l'assorbimento del
prodotto. Perciò, è consigliabile che un paziente la cui dose di steroidi sia stata
standardizzata utilizzi sempre la stessa preparazione, evitando in tal modo la
possibilità di recidive o di sopradosaggio.
Lesioni della pelle in morbo di Cushing iatrogeno in una paziente extracomunitaria che assumeva betametasone e prednisolone compresse da almeno 20-30 anni per dolori mialgici, al posto dei comuni FANS |
Nomi usati | azione gluco corticoide | Mineral-corticoide | |
Cortisolo | 1 | 1 | |
Cortisone | 0,8 | 0.8 | |
A MEDIA DURATA D'AZIONE | |||
Prednisone | 4 | 0,25 | |
Prednisolone | 4 | 0,25 | |
Metilprednisolone | 5 | <0,01 | |
Triamcinolone | 5 | <0,01 | |
A LUNGA DURATA D'AZIONE | |||
Parametasone | 10 | <0,01 | |
Betametasone | 25 | <0,01 | |
Desametasone | 30-40 | <0,01 |
Gli steroidi vengono divisi in tre gruppi in base alla loro durata d'azione. Le
preparazioni con breve durata d'azione hanno un'emivita inferiore alle 12 ore;
quelle con lunga durata d'azione un'emivita maggiore di 48 ore; quelle con durata
possiede la più lunga emivita tra le preparazioni a durata intermedia. Raffronti
con l'idrocortisone espressi in milligrammi, ponendo le proprietà glucocorticoidi
e mineralcorticoidi del cortisolo uguali a 1. La ritenzione di sodio è trascurabile
con le dosi comunemente utilizzate di metilprednisolone, triamcinolone, parametasone,
betametasone e desametasone.
Misure supplementari per minimizzare gli effetti metabolici indesiderati dei
glucorticoidi
A. Controllare l'apporto calorico per prevenire il sovrappeso
B. Ridurre l'apporto sodico per prevenire l'edema e ridurre l'ipertensione
e la perdita di potassio
C. Somministrare supplementi di potassio, se necessario
D. Somministrare antiacidi, H2-antagonisti e/o
inibitori dell'H+/K+-ATPasi
E. Istituire uno schema di somministrazione dei glucocorticoidi a giorni
alterni, se possibile. I pazienti sottoposti a terapia steroidea per periodi di
tempo prolungati dovrebbero essere protetti con un incremento dei livelli ormonali
durante i periodi di stress acuto. Una regola è quella di raddoppiare la dose di
mantenimento
F. Ridurre al minimo l'osteopenia:
1. Somministrando una terapia sostitutiva gonadica: 0,625-1,25 mg di
estrogeni coniugati insieme a un progestinico, a meno che l'utero sia assente;
istituendo una terapia sostitutiva con testosterone nei maschi ipogonadici
2. Assicurando un elevato apporto di calcio (circa 1200 mg/die)
3. Somministrando un supplemento di vitamina D se i livelli ematici
di calciferolo o 1,25-diidrossivitamina D sono ridotti
4. Somministrando calcitonina o bisfosfonati se si verificano fratture
nonostante le forme di trattamento sopra esposte.
La misura più efficace per ridurre gli effetti cushingoidi della terapia steroidea
consiste nel somministrare l'intera dose prevista per le 48 ore in un'unica somministrazione
di steroidi a durata d'azione intermedia, il mattino a giorni alterni. Se i sintomi
della malattia da trattare possono essere controllati adottando tale modalità di
somministrazione, si potranno ottenere diversi vantaggi terapeutici. Tre considerazioni
sono degne di nota: 1) lo schema terapeutico a giorni alterni può essere introdotto
attraverso schemi di transizione che permettano al paziente di giungere allo schema
definitivo gradualmente; 2) una terapia non steroidea supplementare può essere necessaria
nel giorno in cui gli steroidi non vengono assunti, al fine di ridurre al minimo
i sintomi della malattia sottostante; 3) molti sintomi che si manifestano nel giorno
in cui gli steroidi non vengono assunti (astenia, dolore alle articolazioni, rigidità
muscolare e febbre) possono essere espressione di un'insufficienza surrenale relativa
piuttosto che l'esacerbaziene di una malattia sottostante. L'approccio della terapia
a giorni alterni si basa sul fatto che di norma la secrezione e i livelli plasmatici
di cortisolo sono più alti nelle prime ore del mattino e più bassi la sera. Livelli
normali possono essere ottenuti con la somministrazione al mattino (dalle ore 7
alle 8) di uno steroide a durata d'azione intermedia. All'inizio il trattamento
con steroidi richiede somministrazioni quotidiane e, spesso, più somministrazioni
nel corso della giornata per ottenere l'effetto antinfiammatorio o immunosoppressivo.
Solo dopo che è stato ottenuto questo effetto terapeutico può essere tentata la
somministrazione a giorni alterni. Si possono adottare vari programmi per far passare
il paziente da uno schema terapeutico giornaliero a uno a giorni alterni. I punti-chiave
da prendere in considerazione sono la flessibilità nel dosaggio e l'uso di misure
di supporto nel giorno libero. È meglio procedere in modo graduale piuttosto che
attuare bruschi cambiamenti. Un tipo di approccio è quello di mantenere la dose
di steroide costante in un giorno e ridurre gradualmente il livello del farmaco
assunto nel giorno successivo. In alternativa, la dose di steroide può essere aumentata
in un giorno mentre viene ridotta la dose del giorno successivo. In ogni caso, è
importante avvertire il paziente che potrà accusare un aumento del dolore e un malessere
nelle 36-48 ore che seguono l'ultima dose di steroide.