L'elettrosmog

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Esistono molte sorgenti, naturali o frutto dell'attività dell'uomo, che irradiano energia sotto forma di onde elettromagnetiche. Tali onde sono costituite da campi elettrici e magnetici oscillanti legati fra di loro in modo da costituire un'unica entità:

IL CAMPO ELETTROMAGNETICO (CEM)

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

E' l'alterazione dello stato naturale di una porzione di spazio, dovuta alla presenza di valori di campo elettrico e/o magnetico al di sopra di quelli relativi al campo magnetico terrestre.
• In base alla rispettiva frequenza ed energia le onde elettromagnetiche possono essere classificate come “radiazioni ionizzanti” o “radiazioni non ionizzanti”.
• Le prime (IR) sono onde a frequenza estremamente alta (raggi X e raggi gamma) capaci di rompere i legami atomici delle molecole nelle cellule.
• Le seconde (NIR) comprendono radiazioni ultraviolette, a infrarossi, campi a radiofrequenza (RF) e microonde, campi a frequenza estremamente bassa (ELF) e possono produrre effetti biologici (riscaldamento di tessuti e cellule).
I CEM di interesse per le telecomunicazioni ed il trasporto di energia hanno frequenze comprese tra 0 e 300 GHz

ELETTRODOTTI

Sono le infrastrutture che trasmettono e distribuiscono l'energia elettrica. A seconda della tensione, misurata in volt, si classificano in linee ad altissima, alta, media e bassa tensione. Di conseguenza varia anche la potenza del campo magnetico prodotto.  Il campo magnetico prodotto da un elettrodotto ha un'intensità che si misura in micro Tesla (μT) Il termine Elettrosmog indica un inquinamento dell'ambiente dovuto a CEM prodotti da sorgenti legate all'attività dell'uomo.
• Rientrano in questa sfera:
• i grandi conduttori di energia elettrica (elettrodotti ad alta, media e bassa tensione);
• gli impianti radar e di emittenza radiotelevisiva;
• i ponti radio televisivi e per telefonia mobile (Stazioni Radio Base);
• gli elettrodomestici ed i telefoni cellulari.
• Nei cellulari, radar, ripetitori televisivi, ecc. il campo oscilla ad alta frequenza.
• La parte del campo più significativa e' quella elettrica, la quale si può schermare con il metallo e si misura in volt/metro (V/m).
• Negli elettrodotti e negli elettrodomestici invece la parte più significativa è il campo magnetico che non si può schermare (attraversa i muri ed il metallo), il campo oscilla a bassa frequenza (50/60 Hz,) e si misura in microTesla (μT) con uno strumento differente da quello per i V/m.
• Il corpo umano è soggetto a un insieme di stimoli interni ed esterni, che possono eventualmente innescare reazioni biologiche di compensazione ed avere un impatto sulle cellule, sul funzionamento degli organi e sulla salute.
• Un effetto sanitario sopraggiunge solo quando gli effetti biologici causati da un'azione esterna superano i limiti di adattabilità del sistema biologico considerato.
• Ciò può verificarsi in modo acuto o, in certi casi, a più lungo termine in seguito a esposizioni ripetute (come ad esempio per le radiazioni ionizzanti).
 Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), un effetto biologico si verifica quando l'esposizione provoca qualche variazione fisiologica notevole o rilevabile in un sistema vivente.

Un effetto di danno alla salute si verifica quando l'effetto biologico è al di fuori dell'intervallo in cui l'organismo può normalmente compensarlo, e ciò porta a qualche condizione di detrimento della salute.  La ricerca scientifica ha individuato con chiarezza alcuni effetti sanitari dei campi elettromagnetici, dovuti ad un eccessivo aumento della temperatura, superiore alle normali variazioni fisiologiche.  Questi effetti termici si manifestano solo quando l'intensità del campo supera determinati livelli di soglia su cui si basano le norme di protezione.  I primi studi sui rischi degli effetti della esposizione a campi elettromagnetici prodotti dagli elettrodotti risalgono agli anni '70, quando negli Stati Uniti alcuni scienziati segnalarono per la prima volta un aumento di leucemie nei bambini residenti in vicinanza di elettrodotti e cabine di trasformazione.  Più di recente (settembre 2000), due analisi condotte da un autore svedese e uno neozelandese hanno evidenziato un raddoppio della frequenza delle leucemie infantili in un'esposizione al di sopra di 0,3/0,4 μT (micro Tesla).  Dalla lettura dei rapporti dell'Istituto Superiore di Sanità ISTISAN n. 95/29 e n. 98/31 sembra emergere, in base all'evidenza scientifica, una relazione tra campi ELF e leucemie infantili per valori d'esposizione già dell'ordine di 0,2 - 0,3 μT microTeslaUn altro importante documento nazionale “Documento congiunto dell'ISS e dell'ISPESL sulla problematica della protezione dei lavoratori e della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici ed a campi elettromagnetici a frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz“ afferma che "per esposizioni superiori a 0,6 μT il rischio aggiuntivo supera il rischio di fondo di mortalità per leucemia infantile e, in corrispondenza di esposizioni più elevate, superiori a circa 2 μT, il rischio aggiuntivo supera il valore del tasso di mortalità per cause accidentali”. Campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF).  Lo IARC nel 2001, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile, ha classificato i CEM ELF come “possibili cancerogeni per l'uomo” (classe 2 b) in una scala di “sicuri”, “probabili” e “possibili”.

energie radianti

Questa classificazione fa sussistere due posizioni assolutamente inconciliabili:
 La prima ritiene che l'unico effetto dei campi elettromagnetici, sia ad alta che a bassa frequenza, sia quello di indurre un aumento della temperatura corporea.   Si tratta di un assioma, ovvero di una verità che non si basa sui dati scientifici, che ha stabilito dei limiti basandosi su dei “ghost”, manichini di plastica fatti a sembianza d'uomo e riempiti con una soluzione simile alla concentrazione salina presente nelle nostre cellule.  Questa posizione è rimasta ferma dagli anni Cinquanta, definita dalle forze aeree americane, che avevano un enorme interesse a sviluppare tecnologie a radiofrequenza e dagli igienisti pagati dalle aziende elettriche.  La posizione opposta è quella abbracciata dagli scienziati che vogliono basarsi su dati sperimentali per stabilire i limiti.  Questa posizione abbassa i limiti a 0,1-0,2 micro Tesla .  In base a queste esperienze, in molte situazioni con livelli oltre 0.2 μT di inquinamento elettromagnetico, sui soggetti esposti sono state osservate alterazioni. In particolare:
ipertensione arteriosa accompagnata da sbalzi improvvisi della pressione sanguigna,

insonnia, depressione, stanchezza, inappetenza,
•  disturbi d'accrescimento sui bambini,
comparsa di patologie dovute ad abbassamento delle difese immunitarie,
alterazione del sistema neurovegetativo,
insorgenza di Tia (ischemia transitoria). Numerosi dati epidemiologici, riportati da importanti rassegne internazionali, indicano un aumento del rischio di contrarre malattie neurodegenerative in soggetti esposti professionalmente a campi elettromagnetici a bassissima frequenza (ELF: 50-60 Hz). , in particolare:
sclerosi laterale amiotrofica;
malattie del motoneurone nell'insieme;
morbo di Alzheimer;
morbo di Parkinson;
•  alterazioni della sintesi dell'ormone epifisario melatonina;
• induzione di "stress ossidativo" su macromolecole biologiche;
• modificazioni della permeabilità della membrana cellulare;
modificazioni dell'attività elettrica cerebrale ;
alterazioni del sistema immunitario.
In parecchi casi l'aumento del rischio è statisticamente significativo e si verifica a livelli di campo magnetico confrontabili con quelli presenti in alcune situazioni residenziali (0,2-5,0 microTesla).
• Cutanee: prurito, eritemi, allergie;
• Del sistema nervoso: disturbi del sonno, stress, neurastenia, instabilità emotiva, ansietà, mali di testa, emicranie, depressioni;
• Del sistema muscolare: crampi, dolori muscolari, astenia;
• Del sistema cardiovascolare: aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus cerebrale;

• Del sistema ormonale e di quello immunitario;
•  Della sfera sessuale, della riproduzione, della gravidanza (aborti spontanei);
• Del sistema visivo, acustico, olfattivo, digestivo
Un altro importante documento nazionale “Documento congiunto dell'ISS e dell'ISPESL sulla problematica della protezione dei lavoratori e della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici e magnetici ed a campi elettromagnetici a frequenze comprese tra 0 Hz e 300 GHz“ afferma che "per esposizioni superiori a 0,6 μT il rischio aggiuntivo supera il rischio di fondo di mortalità per leucemia infantile e, in corrispondenza di esposizioni più elevate, superiori a circa 2 μT, il rischio aggiuntivo supera il valore del tasso di mortalità per cause accidentali”.
Campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF)
Lo IARC nel 2001, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile, ha classificato i CEM ELF come “possibili cancerogeni per l'uomo” (classe 2 b) in una scala di “sicuri”, “probabili” e “possibili”.
Questa classificazione fa sussistere due posizioni assolutamente inconciliabili:
• La prima ritiene che l'unico effetto dei campi elettromagnetici, sia ad alta che a bassa frequenza, sia quello di indurre un aumento della temperatura corporea.
Si tratta di un assioma, ovvero di una verità che non si basa sui dati scientifici, che ha stabilito dei limiti basandosi su dei “ghost”, manichini di plastica fatti a sembianza d'uomo e riempiti con una soluzione simile alla concentrazione salina presente nelle nostre cellule.
Questa posizione è rimasta ferma dagli anni Cinquanta, definita dalle forze aeree americane, che avevano un enorme interesse a sviluppare tecnologie a radiofrequenza e dagli igienisti pagati dalle aziende elettriche.
• La posizione opposta è quella abbracciata dagli scienziati che vogliono basarsi su dati sperimentali per stabilire i limiti.
Questa posizione abbassa i limiti a 0,1-0,2 micro Tesla
• In base a queste esperienze, in molte situazioni con livelli oltre 0.2 μT di inquinamento elettromagnetico, sui soggetti esposti sono state osservate alterazioni. In particolare:
– ipertensione arteriosa accompagnata da sbalzi improvvisi della pressione sanguigna,
– insonnia, depressione, stanchezza, inappetenza,
–  disturbi d'accrescimento sui bambini,
– comparsa di patologie dovute ad abbassamento delle difese immunitarie,
– alterazione del sistema neurovegetativo,
– insorgenza di Tia (ischemia transitoria).
Numerosi dati epidemiologici, riportati da importanti rassegne internazionali, indicano un aumento del rischio di contrarre malattie neurodegenerative in soggetti esposti professionalmente a campi elettromagnetici a bassissima frequenza (ELF: 50-60 Hz). , in particolare:
– sclerosi laterale amiotrofica;
– malattie del motoneurone nell'insieme;
– morbo di Alzheimer;
– morbo di Parkinson;
–  alterazioni della sintesi dell'ormone epifisario melatonina;
– induzione di "stress ossidativo" su macromolecole biologiche;
– modificazioni della permeabilità della membrana cellulare;
– modificazioni dell'attività elettrica cerebrale ;
– alterazioni del sistema immunitario.
In parecchi casi l'aumento del rischio è statisticamente significativo e si verifica a livelli di campo magnetico confrontabili con quelli presenti in alcune situazioni residenziali (0,2-5,0 microTesla).

IL FENOMENO DELLA ELETTROSENSIBILITA‘ PRINCIPALI SINTOMATOLOGIE

Cutanee: prurito, eritemi, allergie;
• Del sistema nervoso: disturbi del sonno, stress, neurastenia, instabilità emotiva, ansietà, mali di testa, emicranie, depressioni;
• Del sistema muscolare: crampi, dolori muscolari, astenia;
• Del sistema cardiovascolare: aritmie, disturbi della pressione arteriosa, ictus cerebrale;
• Del sistema ormonale e di quello immunitario;
•  Della sfera sessuale, della riproduzione, della gravidanza (aborti spontanei);
Del sistema visivo, acustico, olfattivo, digestivo

Come evitare l'elettrosmog

• Un elettrodotto può anche essere interrato. Se fatto bene con cavi schermanti, al centro della strada a una profondità di almeno mezzo metro, è assolutamente sicuro e solo chi stesse fermo sopra per ore potrebbe avere un'irradiazione, ma comunque bassa.
• L'interramento è il sistema che maggiormente abbatte gli effetti del campo elettromagnetico, più di altri metodi meno costosi ma utili in alcune occasioni (alzare i tralicci per allontanare i fili dalle abitazioni, doppia terna ottimizzata).

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