Eosinofili

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Gli eosinotėli e i neutrofėli hanno in comune varie caratteristiche: l'aspetto morfologico, molti costituenti lisosomiali, la fagocitosi e il metabolismo ossidativo. Gli eosinofili esprimono uno specifico recettore chemiotattico e rispondono a una specifica chemiochina, l'eotaxina. Tuttavia, vi sono importanti differenze fra i due tipi di cellule e si sa ancora poco sulla funzione naturale degli eosinofili. Essi vivono molto pių a lungo dei neutrofili e, a differenza di questi, anche dopo aver raggiunto i tessuti possono rientrare in circolo. Non sembrano avere un ruolo importante nella maggior parte delle infezioni. Tuttavia, sono fondamentali per la difesa dell'ospite in caso di infezioni parassitane quali l'anchilostomiasi, la schistosomiasi, la strongiloidiasi. la filariosi. l'echinoccosi e la cisticercosi.

Gli eosinofili sono anche associati alla presenza di asma bronchiale, reazioni cutanee allergiche e altre condizioni di ipersensibilitā. I caratteristici granuli rossi degli eosinotėli (osservabili con la colorazione di Wright) contengono alcuni costituenti specifici. La caratteristica distintiva di tali granuli č la parte centrale, cristallina, che č costituita da una proteina ricca di arginina (proteina basica principale) con attivitā istaminasica che probabilmente č importante nella difesa dai parassiti. I granuli degli eosinofili contengono anche una perossidasi eosinofila che catalizza l'ossidazione di molte sostanze da parte del perossido di idrogeno e facilita cosė l'eliminazione dei microrganismi. La perossidasi eosinofila, in presenza di perossido di idrogeno e di un alogenuro, stimola in vitro la secrezione dei mastociti e interviene cosė nel processo infiammatorio. Negli eosinofėli si ritrovano anche proteine cationiche e alcune di queste si legano all'eparina e ne riducono l'attivitā anticoagulante. Nel citoplasma degli eosinofili č contenuta una proteina cristallina, detta di Charcot-Leyden, un cristallo bipiramidale esagonale la cui comparsa č stata descritta dapprima nelle leucemie poi nell'escreato di pazienti asmatici. Si tratta di una lisofosfolipasi che puō ridurre la tossicitā di certi lisofosfolipidi. Gli eosinotėli contengono anche una potente neurotossina. I pazienti con sindrome ipereosinofila ed eosinofilia del liquido cerebrospinale presentano diverse anomalie neurologiche. Vi sono diversi fattori che possono stimolare la funzione eosinofila di difesa dell'ospite. Per esempio, il fattore stimolante prodotto dalle cellule T esalta la capacitā degli eosinofili di uccidere i parassiti. Il fattore chemiotattico di anafilassi per gli eosinofili derivato dai mastociti (EcFa) aumenta il numero di recettori per il complemento sugli eosinofili e la capacitā di questi ultimi di uccidere i parassiti. Infine, i fattori stimolanti le colonie di eosinofili (per es.. IL-5) prodotti dai macrofagi non solo aumentano la produzione di eosinotėli nel midollo, ma favoriscono direttamente l'azione antiparassitaria di queste cellule.

Eosinofilia

Si parla di eosinofilia quando sono presenti nel sangue pių di 500 eosinofili/μl; essa č comune in molte situazioni cliniche oltre che nelle infezioni parassitane. Una significativa eosinofilia tissutale puō anche verificarsi senza che sia elevata la conta degli eosinofili ematici. La causa pių comune di eosinofilia č probabilmente l'allergia a farmaci quali gli ioduri, l'aspirina, le sulfonamidi, la nitrofurantoina, le penicilline e le cefalosporine; anche condizioni allergiche come la febbre da fieno, l'asma, l'eczema, la malattia da siero, la vasculite allergica e il pemfigo sono comunemente associate a eosinofilia, che si riscontra anche in malattie vascolari del collagene (per es., artrite reumatoide, fascite eosinofila. vasculite allergica, periarterite nodosa) e in neoplasie maligne (linforna di Hodgkin, micosi fungoide, leucemia mieloide cronica, cancro del polmone, dello stomaco, del pancreas, dell'ovaio, dell'utero), come pure in malattie rare come la sindrome di Job e la malattia granulomatosa cronica; i meccanismi che conducono all'eosinofilia in queste patologie non sono noti. Eosinofilia č comunemente osservata nelle infezioni elmintiche. La somministrazione terapeutica di citochine IL-2 e GM-CSF frequentemente causa un'eosinofilia transitoria. I valori pių alti nella conta degli eosinofili si osservano in caso di sin­dromi ipereosinofile come la sindrome di Loeffler. l'endocardite di Loeffler, la leucemia eosinofila e la sindrome ipereosinofila idiopatica (in cui si raggiungono valori di 50000-100000 cellule/ĩl).
EosinofiloLa sindrome ipereosinofila idiopatica rappresenta un gruppo eterogeneo di disturbi, tutti caratterizzati da eosinofilia prolungata di causa sconosciuta e da una disfunzione organica che coinvolge il cuore, il sistema nervoso centrale, i reni, i polmoni, il canale gastrointestinale e la cute. Il midollo osseo risulta interessato in tutti i soggetti, ma le complicanze pių gravi sono a carico del cuore e del sistema nervoso centrale. Nei tessuti interessati si rilevano eosinotėli che si ritiene che possano causare un danno tissutale tramite deposizione locale di proteine eosinofėle tossiche come la proteina cationica eosinofila e la proteina eosinofila basica principale. A livello cardiaco le alterazioni patologiche portano a trombosi, che a sua volta puō dare origine a fibrosi endocardica ed endomiocardiopatia restrittiva. Si pensa che alterazioni patologiche simili contribuiscano al danno tissutale in altri organi. Sebbene il meccanismo dell'ipereosinofėlia non sia noto, č stato dimostrato che la chemioterapia con glucocorticoidi generalmente induce una remissione. Nei pazienti che non rispondono ai glucocorticoidi č stato utilizzato con successo un agente citotossico come l'idrossiurea per abbassare il numero degli eosinotėli nel sangue periferico e migliorare in modo significativo la prognosi. Nel trattamento di pazienti che presentano complicazioni cardiovascolari vengono utilizzati anche approcci aggressivi medici e chirurgici.

La sindrome eosinofilia-mialgia č una malattia sistemica con importanti manifestazioni cutanee, ematologiche e viscerali, che frequentemente evolve con decorso cronico e occasionalmente puō essere fatale. La sindrome č caratterizzata da eosinofilia periferica (pių di IO9 eosinofėli/ĩl) e mialgie generalizzate invalidanti senza cause riconosciute. Sono state anche descritte fascile, polmonite, miocardite, neuropatia culminante in insufficienza respiratoria ed encefalopatia eosinofėle. L'insorgere della malattia in seguito all'ingestione di prodotti contenenti L-triptofano derivanti da un'unica fonte ha permesso l'identificazione e la caratterizzazione di un presunto agente eziologico che contamina queste preparazioni. Sebbene l'accumulo di eosinofili, linfociti, macrofagi e fibroblasti nei tessuti interessati faccia ritenere che queste cellule svolgano un ruolo importante nella patogenesi di questa sindrome, il preciso meccanismo del loro coinvolgimene non č stato chiarito. Diversi studi hanno dimostrato l'attivazione degli eosinofili e la deposizione di proteine tossiche da essi prodotte nei tessuti colpiti. Sono state dimostrate un'attivazione tėbroblastica e un'aumentata espressione di geni codificanti varie macromolecole del tessuto connettivo; inoltre, sono stati implicati come potenziali mediatori l'IL-5 e il fattore di crescita trasformante beta 3 (TGFp). Il trattamento consiste nell'evitare i prodotti contenenti L-triptofano e nella somministrazione di glucocorticoidi. La maggior pane dei pazienti recupera in modo completo e stabile, oppure mostra un recupero lento, ma in alcuni pazienti (fino al 57c) la malattia puō essere fatale. Questa patologia pone in risalto l'importanza dei fattori chimici e ambientali nello sviluppo dei disturbi sistemici caratterizzati da flogosi cronica e fibrosi.

Eosinopenia

Si verifica in condizioni di stress, per esem­pio durante un'infezione acuta batterica e in seguito alla somministrazione di glucocorticoidi. Il meccanismo dell'eosinopenia in corso di infezioni batteriche acute non č chiaro, ma non č comunque mediato dai glucocorticoidi endogeni, dal momento che si verifica anche in animali surrenalectomizzati. Non si conoscono effetti negativi imputabili all'eosinopenia.

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