Il quadro clinico reale.
Un paziente, “vasculopatico”, con storia di diabete, sindrome depressiva, arteriopatia obliterante ostruttiva periferica, giunge alla ns attenzione a seguito di un episodio confusionale, effettua una TC encefalica che documenta estese lesioni ischemico-emorragiche. Il quadro clinico si risolve subito, dopo un primo trattamento con terapia anti-edema
cerebrale. Dopo qualche giorno il paziente deambula ed è autosufficiente. Altro caso clinico. Stessa patologia, paziente sempre vascolare, poca storia clinica,
giunge alla ns osservazione per stato di coma vigile. Il quadro clinico peggiora rapidamente, il paziente viene alimentato con NPT, effettua terapia anti-edema cerebrale,
ossigeno in maschera di Venturi… le condizioni precipitano. Il quadro radiologico alla TC encefalo sembra sovrapponibile al caso precedente, ma la clinica è stata
differente
Un infarto cerebrale ischemico è alla base dell'80% di tutti gli accidenti cerebrovascolari acuti (ictus, apoplessia); rappresenta la terza causa di morte (dopo la cardiopatia ischemica e le neoplasie), ed è tra le cause più frequenti di invalidità nell'età avanzata. Il 70% di tutti gli infarti cerebrali ischemici estesi è causato da una macroangiopatia, il 30% da una cardiopatia emboligena. Nel 15% dei casi può evolvere verso forme di emorragia encefalica.
Un insulto cerebrale apoplettico può dipendere da:
1. Arteriosclerosi e trombosi arteriosa; fattori di rischio: il più importante è
l'ipertensione arteriosa; per gli altri fattori di rischio occorre considerare,
la dislipidemia, il fumo, l’obesità, la vita sedentaria, il rischio trombofilico
in sé, in sostanza gli stessi fattori di rischio della cardiopatia ischemica.
2. Embolie arteriose a partenza dal cuore sinistro (in caso di vizi mitralici, infarto
miocardico, aneurisma della parete cardiaca, fibrillazione atriale, endocardite
batterica) e anche da placche/trombosi dell'arteria carotide e dell'arco aortico.
3. Altre cause: raramente dissecazione delle arterie cerebrali extra-craniche, vasculiti
(nei pazienti più giovani).
TC encefalo: lesione emorragica encefalica,
iperintensa,
di colore chiaro.
-piccoli infarti lacunari
-encefalopatia subcorticale arteriosclerotica, cioè malattia di Binswanger,
a lenta evoluzione, ev. comparsa di demenza.
Fattore di rischio principale: ipertensione arteriosa.
-macroangiopatia delle arterie cerebrali intra-craniche (10%);
sedi elettive: sifone carotideo e tronco principale dell'a. cerebrale media
-macroangiopatia delle arterie cerebrali extra-craniche (90%); hanno di solito
significato patogenetico rilevante solo le stenosi/occlusioni dell'a. carotide
interna. Gli infarti da coinvolgimento dell'a. carotide interna derivano principalmente
da embolie arterio-arteriose = mobilizzazione di materiale trombogeno a partenza
dalla carotide interna.
Le stenosi con restringimento del lume < 75% sono solitamente asintomatiche. Solo
in caso di circolo arterioso del Willis insufficiente le stenosi/occlusioni monolaterali
gravi della carotide interna causano una riduzione critica della pressione di perfusione,
tale da portare a infarto su base emodinamica, da deficit di irrorazione a carico
dei settori cerebrali più lontani e privi di circoli collaterali.
a) Gli infarti territoriali derivano dall'occlusione trombotica o embolica delle
grandi arterie cerebrali e sono localizzati a livello dei gangli della base oppure
a livello corticale/sottocorticale, con aspetto a cuneo.
b) Gli infarti extra-territoriali sono localizzati al tessuto midollare periventricolare
e subcorticale; ne esistono 2 tipi:
-gli infarti delle aree di confine interessano il settore al limite tra due
distretti vascolari
-gli infarti dei rami terminali interessano arterie midollari prive di circoli
collaterali.
4 stadi della patologia occlusiva delle arterie cerebrali extra-craniche:
stadio I: stenosi asintomatica
stadio II: TIA = attacco ischemico transitorio: deficit neurologico di breve durata,
reversibile, che regredisce nel giro di minuti o, al massimo, entro 24 ore; ad es.
disturbi visivi, debolezza del braccio o della gamba, disturbi della parola. Il
40% dei pazienti con TIA presenta, entro 5 anni, un ictus; la metà di questi entro
3 mesi
stadio III: RIND = deficit neurologico ischemico reversibile (protratto): la regressione
completa del deficit neurologico richiede un periodo > 24 ore
stadio IV: infarto cerebrale completo: regressione solo parziale o assente del deficit
neurologico.
La localizzazione dell'occlusione determina la sintomatologia:
Occlusione delle arterie cerebrali extra-craniche:
-emorragia cerebrale spontanea (15% di tutti gli ictus), il più delle volte
legata ad ipertensione arteriosa (emorragia massiva ipertensiva), più raramente
in corso di terapia fibrinolitica o anticoagulante
-encefalopatia ipertensiva
-emorragia subaracnoidea, nella maggior parte dei casi da aneurisma della base
cranica (5% di tutti gli ictus)
-Diagnosi: dolori a testa e collo, spesso turbe della coscienza, liquor emorragico,
TC e RMN
-trombosi del seno venoso (edema palpebrale bilaterale! ricercare foci purulenti
a livello del blocco facciale!)
E’ sempre specialistico.
Occorre assicurare le funzioni vitali del paziente, respiro, circolazione, bilancio
idroelettrolitico, glicemia, emogasanalisi. Somministrare ossigeno quando all’ossimetria
la saturazione è < 95%. In caso di mancato riflesso della deglutizione, posizionare
sondino nas-gastrico oppure, meno indicata, proseguire con Nutrizione parenterale
totale, es. con sacche nutrizionali in vena centrale, previo accesso venoso centrale.
Attuare una profilassi trombo embolica con eparina a basso peso, calze elastiche,
esercizi motori; inoltre attuare anche la terapia antiaggregante (es. aspirina dosata
a 100 mg/die dopo pranzo). La terapia anti-edema cerebrale è imperativa nel caso
di condizioni di edema cerebrale, meno indicata nei fatti emorragici; si attua con
mannitolo in flebine da 100-150 cc x tre somministrazioni/die. Occorre controllare
la pressione arteriosa ed impiegare diuretici dell’ansa. Nei primi momenti dell’infarto
cerebrale può essere utile la terapia riva scolarizzante con t-PA, ma essa va attuata
entro 3 ore dall’evento e nelle Stroke-Unit.
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