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Immunizzazione passiva

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L'immunizzazione è un processo dell'organismo attraverso il quale un individuo si "immunizza" cioè diventa resistente verso un agente infettivo.

L'immunizzazione si divide in

a) Immunizzazione attiva, cioè dell'organismo stesso
b) Immunizzazione passiva, cioè ottenuta con anticorpi somministrati dall'esterno

In particolare:
Immunizzazione attiva - Con questo termine si intende l'induzione di una risposta anticorpale in seguito a infezione virale o batterica (immunizzazione naturale) o alla somministrazione di vaccino (immunizzazione artificiale).
Immunizzazione passiva - Con questo termine si intende la protezione immediata e di breve durata verso le infezioni, ottenuta mediante la somministrazione di anticorpi sotto forma di immunoglobuline o di antisieri.

Uno stato di immunizzazione passiva immediata può essere ottenuto con la somministrazione di preparati ottenuti da plasma di soggetti già immuni che hanno sviluppato un adeguato livello anticorpale nei confronti dell'agente infettivo in causa.

L'immunizzazione passiva persiste per alcune settimane e in caso di necessità può essere ripetuta, poiché le immunoglobuline essendo proteine tendono a distruggersi. Le immunoglobuline umane hanno sostituito le immunoglobuline di origine animale (antisieri) che spesso erano associate a reazioni da ipersensibilità.

L'iniezione di immunoglobuline garantisce una protezione immediata che persiste per parecchie settimane. Le immunoglobuline sono prodotte da un pool di plasma e siero umani, risultati negativi per l'antigene di superficie dell'epatite B, per gli anticorpi dell'epatite C e per il virus dell'immunodeficienza umana (tipi 1 e 2).

Le preparazioni si distinguono in immunoglobuline normali e immunoglobuline specifiche. Le immunoglobuline normali sono ricavate da pool di almeno 1.000 donatori di plasma umano; contengono anticorpi contro morbillo, parotite, varicella, epatite A e altri virus prevalenti nella popolazione generale.

Le immunoglobuline normali vengono somministrate per iniezione intramuscolare per la profilassi di contatti suscettibili al virus dell'epatite A, al morbillo e, in minor misura, alla rosolia. Le immunoglobuline specifiche si ottengono raccogliendo plasma da un gruppo selezionato di donatori con livelli alti dello specifico anticorpo richiesto. Sono disponibili immunoglobuline specifiche per l'epatite B , per varicella-zoster, per citomegalovirus, antirabbiche e antitetaniche.

Le immunoglobuline normali sono controindicate nei pazienti in cui sia nota la presenza di anticorpi specifici anti immunoglobuline A (IgA). Le immunoglobuline normali possono interferire con la risposta immune nei confronti di vaccini virali vivi che dovrebbero pertanto essere somministrati almeno 3 settimane prima o 3 mesi dopo l'iniezione di immunoglobuline normali (queste avvertenze non si applicano al caso del vaccino per la febbre gialla, in quanto le immunoglobuline normali in genere non contengono anticorpi contro questo virus) Gli effetti indesiderati delle immunoglobuline includono malessere, brividi, febbre e di rado anafilassi.

Le immunoglobuline normali per via endovenosa molto raramente possono causare eventi tromboembolici e vanno usate con cautela se vi sono fattori di rischio per eventi trombotici venosi o arteriosi e nei soggetti obesi. Dal punto di vista della via di somministrazione, sono disponibili preparati per uso endovenoso e preparati per uso intramuscolare, mentre per quanto riguarda la specificità anticorpale dei preparati sono disponibili immunoglobuline cosiddette standard, con il più ampio repertorio possibile di specificità anticorpali, oppure immunoglobuline iperimmuni con elevate concentrazioni di anticorpi rivolti contro un determinato antigene.

Tipiche immunoglobuline iperimmuni

Si tratta di quelle rivolte contro il tetano, contro alcuni virus, o contro gli antigeni di membrana dei globuli rossi del sangue chiamati fattore Rh, che determinano il fenomeno dell'incompatibiltà materno-fetale. Le immunoglobuline sono ottenute per frazionamento con etanolo a freddo secondo la metodica di Cohn-Oncley, da un pool di plasma raccolto da almeno 1000 donatori accuratamente selezionati e controllati, in accordo con le linee guida stabilite dalle autorità sanitarie internazionali. Le immunoglobuline sono state recentemente utilizzate anche per il trattamento di alcune malattie autoimmuni, ossia malattie in cui vi è un'erronea attivazione dell'apparato immunitario contro componenti proprie dell'organismo: in malattie come la porpora trombocitopenica (caratterizzata dalla distruzione delle piastrine da parte di anticorpi antipiastrine, con conseguente tendenza alle emorragie), ed in alcune malattie neurologiche come la miastenia gravis (in cui gli anticorpi sono rivolti contro alcun proteine del tessuto nervoso) l'utilizzo delle immunoglobuline è ormai accettato, ed esiste un ampio repertorio di dati clinici ottenuti che hanno confermato la tollerabilità e l'efficacia del prodotto.

Conservazione, utilizzo e disponibilità

Va prestata molta attenzione alla conservazione di tutti i vaccini e altri prodotti analoghi, seguendo le raccomandazioni della scheda tecnica, altrimenti il prodotto può perdere efficacia. In genere si conservano in frigorifero; molti vaccini e le immunoglobuline devono essere mantenuti a una temperatura compresa tra 2 e 8°C, non devono essere congelati e devono essere protetti dall'esposizione alla luce. I vaccini ricostituiti e la dose di vaccino non utilizzata presente in fiale multidose devono essere utilizzati entro l'intervallo raccomandato dalla scheda tecnica. I vaccini non impiegati devono essere distrutti per incenerimento e registrati.
Si deve prestare particolare attenzione anche alle istruzioni sull'uso di diluenti. I vaccini in forma di sospensione liquida oppure quelli ricostituiti prima dell'uso vanno agitati bene per garantire che la soluzione da iniettare sia uniforme. I vaccini per antrace e febbre gialla, l'antitossina botulinica e le antitossine per il veleno di ragni e serpenti sono disponibili presso i centri antiveleni .
 

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