(cfr anche Ulcere trofiche)
L'ulcerazione è una perdita di sostanza che interessa l'epidermide, il derma e talora
anche l'ipoderma e i tessuti profondi e che non mostra tendenza alla risoluzione
spontanea. Una lesione dello stesso tipo in regressione viene infatti più correttamente
denominata piaga. Le ulcerazioni hanno forma e dimensioni variabili e vengono dette
perforanti quando si approfondano notevolmente nel tessuto; fagedeniche quando si
estendono in superficie e terebranti quando mostrano entrambe queste modalità evolutive.
Un'ulcerazione può essere preceduta da un'escara, ossia da un'area nerastra di tessuto
necrotico conseguente a una rapida mortificazione, e risolve sempre con cicatrice.
L'erosione è una perdita di sostanza che interessa alcuni strati o l'intera epidermide.
Si forma per rottura di una vescicola, di una bolla o di una pustola. L'erosione
ripara senza esiti cicatriziali.
L'escoriazione è una perdita di sostanza di origine traumatica, che come l'erosione
è limitata all'epidermide. Anche l'escoriazione ripara senza esiti cicatriziali.
La cicatrice è la manifestazione clinica di un processo riparativo del derma
e/o dell'ipoderma. Ha la forma e le dimensioni della lesione traumatica, infiammatoria
o neoplastica a cui consegue ed è costituita da tessuto collagene privo di annessi
piliferi e sudorali. In fase iniziale la cicatrice è rilevata sul piano cutaneo
e di colorito rosso, col tempo si appiattisce e assume colore bianco porcellanaceo.
La cicatrice va distinta dal cheloide, proli-ferazione connettivale ad andamento
estensivo con ramificazioni simili alle chele di un granchio.
La squama è un agglomerato di lamelle cornee visibile a occhio nudo. Può essere di piccole dimensioni e scarsamente aderente e in tal caso viene detta pitiriasica o furfuracea o di grandi dimensioni e centralmente aderente e viene allora denominata squama lamellare o foliacea. La pelle diventa squamosa quando le cellule dello strato più superficiale (strato corneo) si seccano e si staccano, determinando un accumulo di scaglie scarsamente aderenti di cheratina, come la forfora nel caso del cuoio capelluto, però talora si tratta non di processi normali ma di processi patologici. Normalmente, la perdita cellulare cutanea è impercettibile; la comparsa di squame indica un aumento della proliferazione cellulare, secondaria ad alterazioni del processo di cheratinizzazione. Le squame si differenziano in base alla conformazione da fini e delicate, a medie, grossolane o stratificate.Le squame sono solitamente secche, fragili e lucenti, ma possono anche essere grasse e opache. Il loro colore varia dal grigio-biancastro al giallo o dal marrone all'argentato.
La verrucosità è un ispessimento localizzato dello strato corneo, che si manifesta
con un'area di cute secca, ruvida al tatto e di colorito giallastro o giallo-brunastro.
Contrariamente alla squama, è costituita da lamelle cornee compatte, non allontanabili
con il grattamento. La verruca plantare, per es., è una sporgenza carnosa
che si sviluppa sulla piante o sulle dita del piede a causa del Papilloma virus
umano (HPV) del quale sono stati individuati più di 100 genotipo, fra cui appunto
quello che provoca le verruche cutanee. Esse si presentano come piccoli rigonfiamenti
bitorzoluti grigiastri, dall'aspetto spugnoso, che vanno a costituire la piccola
parte emergente,mentre la restante è sottocutanea. Al centro della verruca vi
è
la radice, che ha l'aspetto di un puntino nero, non sempre visibile ad occhio nudo,
ma che la distingue ad occhio da un semplice callo che, invece, è solo un ispessimento
della pelle. Particolarmente dolorose sono le verruche che si sviluppano sulla pianta
del piede, per la pressione esercitata camminando o stando in piedi.
La vegetazione è una rilevatezza cutanea circoscritta, sessile o peduncolata a
superfìcie
non cheratosica). è filiforme o mammellonata e ha colorito e consistenza variabili.
La vegetazione consegue a una iperplasia dell'epidermide o a una estroflessione
del derma o riconosce entrambe le modalità di formazione; è una lesione permanente.
La pustola è una cavità ripiena di liquido purulento a localizzazione intraepidermica,
ostiofollicolare o acrosiringiale. Evolve verso un'erosione e risolve senza esiti
o con transitoria pigmentazione. Classiche sono le pustole in corso di varicella.
La macchia è una modificazione circoscritta del colore della cute che non scompare
alla vitropressione. Forma e dimensioni sono variabili. Si distinguono macchie vere
per modificazioni del contenuto della cute in melanina, pseudomacchie per deposito
di pigmento esogeno e macchie conseguenti a stravaso ematico. Le macchie vere vengono
suddivise in melanodermie, leucodermie e leucomelanodermie in base all'aumento o
all'assenza di melanina o all'associarsi delle due condizioni. Gli stravasi ematici
vengono detti petecchie quando rotondeggianti e di dimensioni minori di 5 mm; ecchimosi
se irregolari e di dimensioni superiori a 5 mm; vibici se lineari e soffusioni emorragiche
quando interessano ampie zone cutanee. L'alterazione del colorito cutaneo per stravaso
ematico è transitoria e il colore si modifica dal rosso violaceo al rosso-bruno.
La sclerosi è un indurimento circoscritto o diffuso della cute, che non risulta
più sollevabile in pliche. La cute stessa è inoltre di colorito bianco-porcellanaceo,
secca e alopecica.
La licheniflcazione è un ispessimento circoscritto o diffuso della cute con accentuazione dei solchi superficiali. è la conseguenza di un prolungato grattamento che causa iperplasia dell'epidermide e fibroplasia del derma superficiale. Risolve lentamente senza esiti quando cessa lo stimolo che l'ha provocata.
L'atrofia è un assottigliamento circoscritto o diffuso della cute con evidenziazione
della trama vascolare. Consegue a riduzione di spessore dell'epidermide e/o del
derma e/o dell'ipoderma.