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Il fegato grasso non alcolico, la cura possibile

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Terapie dell'epatopatia steatosica non alcolica

Farmaci che possono essere impiegati con successo nell'epatopatia non alcolica

L'atttuale terapia della NAFLD enfatizza l'importanza dell'eliminazione o modificazione dei fattori che sono comunemente associati alla NAFLD. I punti fondamentali della terapia sono il calo ponderale, il trattamento dell'iperlipidemia e dell'iperglicemia e la sospensione dell'assunzione di farmaci potenzialmente tossici. Sfortunatamente gli sforzi tesi a modificare lo stile di vita del paziente spesso non hanno successo e questo approccio rappresenta la cura solo per una minoranza di soggetti affetti. Inoltre un rapido calo ponderale può anche accelerare la progressione della NAFLD.

Agenti che possono correggere gli squilibri ormonali

Leptina
Farmaci che riducono l'iperinsulinemia (metformina, tiazolidinedioni)

Agenti che possono prevenire l'infiammazione

Limitando l'attivazione macrofagica
Decontaminazione intestinale con antibiotici orali o specie di Lactobacillus
Anticorpi antiendotossina
Inibitori della COX-2 Neutralizzando i mediatori dell'infiammazione
Anticitochine (anticorpi e recettori solubili anti-TNF-a)

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Agenti che possono antagonizzare la produzione epatica di specie reattive dell'ossigeno

Antiossidanti Vitamina E, profarmaci del glutatione
Agenti che possono proteggere i depositi epatocitari di ATP
Inibitori della poli (ADP-riboso) polimerasi Substrati energetici alternativi


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Istologia epatica: condizione di steatosi, aspetto vacuolare con accumulo di lipidi

Sono stati riportati risultati incoraggianti in pochi pazienti altamente selezionati che sono stati trattati con diversi farmaci, come acido ursodesossicolico, metronidazolo, supplementi aminoacidici, glutamina, glucagone o farmaci ipolipemizzanti. Inoltre molti pazienti con NAFLD non presenta fattori di rischio conosciuti per la malattia e non sono candidabili per nessuna delle indicazioni terapeutiche menzionate precedentemente. I nuovi approcci terapeutici dovrebbero trarre vantaggio dalle nostre migliori conoscenze sulla patogenesi della NAFLD. Per esempio, considerato che squilibri ormonali (come quelli tra insulina e leptina) promuovono la NAFLD in animali da esperimento,è ragionevole prendere in considerazione, come potenziali terapie della NAFLD, supplementi ormonali, come la leptina, o agenti farmacologici, come la metformina o i tiazolidinedioni, che riducono l'iperinsulinemia.

Tuttavia è necessario essere prudenti, in quanto i tiazolidinedioni hanno provocato un'epatopatia acuta in alcuni pazienti e la leptina può promuovere la fibrogenesi epatica. Alla luce di queste considerazioni, gli agenti antinfiammatori possono rappresentare una scelta più prudente come terapia della NAFLD. Recettori solubili per le citochine, anticorpi neutralizzanti anticitochine e inibitori selettivi della ciclossigenasi possiedono un eccellente profilo di sicurezza. Inoltre vi sono forti evidenze che le citochine proinfiammatorie siano necessarie per l'induzione sperimentale di un'epatopatia alcolica  e che l'infiammazione epatica rappresenti il maggior fattore di rischio per la progressione della NAFLD nell'uomo.

Tuttavia l'utilizzo dei più recenti agenti antinfiammatori in una malattia come la NAFLD sarà limitato dal loro costo. Anche l'aumentata produzione epatica di fattori ossidanti rappresenta un logico target terapeutico nell'epatopatia steatosica alcolica e non alcolica. Alcuni antiossidanti, come la vitamina E (a-tocoferolo), sono sicuri e relativamente poco costosi. Dati degli anni '60 dimostrano che l'alfa-tocoferolo inibisce la steatosi indotta da alcol e da tetracloruro di carbonio e nel 2000 è stato riportato che la vitamina E riduce i livelli di ALT in alcuni pazienti pediatrici affetti da NASH.

Anche altri antiossidanti, come l'S-adenosil metionina (SAMe), hanno mostrato qualche beneficio nei pazienti con steatoepatite alcol-indotta, ma la SAMe è più costosa e meno disponibile della vitamina E. Come nell'epatopatia alcolica, nella NAFLD lo stress ossidativo cronico probabilmente deriva dall'attivazione di enzimi microsomiali e da una disfunzione mitocondriale a livello epatico. Anche un eccesso di fattori ossidanti può danneggiare i mitocondri (causando un'ulteriore disfunzione mitocondriale) e il DNA nucleare, inducendo l'attivazione degli enzimi di riparazione del DNA, come la poli (adenosin riboso-difosfato) (poli [ADP-riboso]) polimerasi (PARP). In casi estremi, la conseguente distruzione del normale equilibrio ossidoriduttivo causa deplezione di ATP negli epatociti, mancanza di energia e necrosi. Il fegato steatosi-co è estremamente vulnerabile agli insulti derivanti da ischemia e riperfusione e da altri fattori che esauriscono i depositi epatici di ATP. Quindi terapie che prevengono l'attivazione della PARP o che forniscono sorgenti alternative di energia al fegato possono dimostrare la loro utilità in pazienti selezionati affetti da NAFLD. Saranno necessari attenti trial controllati per indicare se queste strategie terapeutiche siano efficaci nei pazienti con NAFLD.

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