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Tumori benigni dello stomaco

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Numerose sono le neoformazioni benigne che possono riscontrarsi a livello gastrico, ma globalmente considerate, esse possono considerarsi sostanzialmente molto rare se paragonate alle forme maligne.

Classificazione anatomo-patologica dei tumori dello stomaco benigni

Gastroscopia: corpo gastrico, polipo iperplastico benigno

Gastroscopia:Adenoma pilorico benigno

Sul piano anatomo-patologico i tumori benigni dello stomaco si possono distinguere in :
1) tumori epiteliali che originano dalla mucosa, come gli adenomi che derivano dagli epiteli ghiandolari ma vengono considerati lesioni precancerose ed i papillomi che provengono dagli epiteli di rivestimento;
2) polipi iperplastici, che sono considerati lesioni infiammatorie.
3)  tumori benigni di origine connettivale come i fibromi che ripetono la struttura del connettivo adulto, i lipomi, ed i mixomi che derivano rispettivamente dal tessuto adiposo e da quello mucoso;
4) tumori benigni di origine muscolare, come i leiomiomi;
5) tumori benigni di derivazione nervosa, come i neurinomi provenienti dalla guaina delle fibre nervose;
6) tumori benigni con struttura vascolare, come gli emangiomi ed i linfangiomi;
7)  tumori misti formatisi a spese di più tessuti contemporaneamente (fibroadenomi, fibromiomi).

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Fra tutti, gli adenomi, i miomi ed i fibromiomi sono i più frequenti; i più rari sono invece i lipomi, gli angiomi ed i fibromi.
La sede della parete gastrica in cui più facile è il riscontro di una neoformazione benigna è quella antropilorica; seguono nell'ordine la regione juxtacardiale e la regione del fondo. L'impianto sulla parete gastrica può avvenire mediante una base più o meno larga o a mezzo di un picciolo che può essere più o meno lungo e sottile. Le dimensioni sono molto variabili: non di rado raggiungono proporzioni considerevoli. La consistenza è anch'essa diversa a seconda del tipo di tessuto che partecipa alla costituzione del tumore.

Sintomatologia

I tumori benigni dello stomaco possono decorrere a lungo in maniera asintomatica. La loro tendenza a rendersi clinicamente riconoscibili dipende dalla loro sede, dalle loro dimensioni e soprattutto dalle complicazioni che a loro livello si possono verificare. Se si prescinde da queste ultime che hanno il merito di promuovere delle indagini intese a stabilirne le cause, manca di solito una sintomatologia se non specifica, per lo meno in grado di orientare il ragionamento nella direzione giusta. Le condizioni generali permangono buone, così come fa difetto qualsiasi compromissione della crasi sanguigna, a meno che, a livello del tumore, non si verifichino emorragie di una certa importanza. Là dove una fenomenologia della sfera digestiva si lascia apprezzare, essa manca di qualsiasi nota di specificità, tale da evocare il sospetto della vera natura della condizione morbosa che la sostiene.

Si tratta per lo più di turbe dispeptiche, di senso di peso e di tensione alla regione epigastrica, di eruttazioni, di dolori epigastrici che insorgono in qualsiasi momento della giornata, senza alcuna relazione con i pasti, cui si può aggiungere il vomito con emissione di abbondante materiale biancastro, mucoso, simile a chiara d'uovo. Neppure l'apprezzamento di una massa epigastrica dotata di mobilità trasversale, a superficie liscia e regolare, di consistenza uniforme e non dolente alla palpazione può essere risolutivo, perché non sempre è agevole individuare con le risorse della semeiologia fisica l'organo di appartenenza della massa che si palpa. Diversa è la situazione quando intervengono complicazioni a livello del tumore. Fra le complicazioni la più frequente è l'emorragia secondaria alla ulcerazione o al disfacimento della massa neoplastica (ci riferiamo ovviamente ai tumori a sviluppo endogastrico), mentre nei tumori esogastrici collegati allo stomaco mediante un sottile peduncolo si può avere la torsione del peduncolo, se la massa neoplastica è particolarmente voluminosa, ovvero la stenosi o substenosi intermittente del piloro in rapporto allo stiramento della parete gastrica. Infine l'altra complicazione comune a tutte le neoplasie benigne dello stomaco è la degenerazione carcinomatosa.

Gastroscopia: Polipo sessile ulcerato e sanguinante a livello dell'antro gastrico, lesione sospetta per neoplasia vegetante gastrica, ulcerata

Diagnosi

A fianco polipo cancerizzato e sanguinante, già maligno. La diagnosi dei tumori benigni dello stomaco è fondamentalmente endoscopica mentre un tempo era solo radiologica: ma i reperti variano a seconda che si tratti di formazioni a sviluppo endogastrico o esogastrico. In quest'ultimo caso i segni radiologici sono di ordine indiretto e dipendono dai fenomeni di compressione che il tumore, ove sufficientemente sviluppato, esercita sulle strutture anatomiche con cui entra in contatto, donde il riscontro di impronte, di dislocazioni e spostamenti dei visceri cavi dotati di sufficiente mobilità, con delle conseguenze variabili a seconda dei disturbi funzionali che tali fenomeni comportano a carico degli organi interessati.  Altro carattere differenziale è rappresentato dalla non eccezionale molteplicità delle immagini di minus come in caso di poliposi multiple, immagini che riproducono completamente i caratteri prima ricordati, cioè regolarità e netta demarcazione delle singole immagini di minus con regolarità del disegno mucoso peritumorale, che non si interrompe alla base della neoplasia, conservazione della normale attività peristaltica anche in corrispondenza dell'immagine lacunare. Nei casi in cui l'esame radiologico dovesse sollevare qualche dubbio o qualche perplessità interpretativa può venire in soccorso l'indagine endoscopica, che consentirà di precisare meglio i caratteri della neoformazione o delle neoformazioni, permettendo altresì il prelievo di frammenti bioptici.

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