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La fame e la sazietà

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cfr  Il paziente che dimagrisce

Cibo e regolazione della fame

L'assunzione del cibo viene regolata dalla sensazione di fame e di sazietà. L'appetito può essere aumentato (bulimia o iperoressià) e il soddisfacimento di tale desiderio porta alla polifagia (eccessiva introduzione di alimento).

Un esaltato senso di fame può aversi per:

- ipoglicemia (da iperinsulinismo: iperplasia o tumore funzionante delle isole di Langherans). L'ipoglicemia è la causa principale di impulsi che a partenza dall'ipotalamo provocano contrazioni gastriche da fame, cui si accompagna ipersecrezione gastrica;- ipercloridria da gastrite ipersecretiva o ulcera gastroduodenale;
- esaltazione degli stimoli partenti dai centri diencefalici regolatori dell'appetito, su base psichica (starebbe alla base di molte obesità cosidette essenziali);
- diabete mellito, come conseguenza della perdita di materiale energetico con le urine (glicosuria);
- ipertiroidismo, come conseguenza di una esaltazione dei processi ossidativi.

La diminuzione del senso dell'appetito

si traduce in disappetenza o addirittura in anoressia (alla quale si può associare sitofobia o avversione profonda per i cibi).

Un paziente depresso può presentare anoressia per scarsa stimolazione ad opera della dopamina sui centri della fame dell'encefalo, cosi come un soggetto ipereccitato può avere sazietà per eccessiva stimolazione del centro corrispondente. Nel controllo dell'appetito un ruolo fondamentale è giocato anche dalla serotonina.

 In genere coloro che effettuano terapie antidepressive con farmaci che impennano i livelli di serotonina nel cervello, tendono ad avere appetito ed ingrassano.

Cause di diminuzione del senso dell'appetito

- gastrite acuta tossica o tossiinfettiva (anoressia gastrica);
- iposecrezione (ipochilia) o achilia gastrica;

- gastroparesi;
- colecisto-epatopatie croniche;
- carcinoma gastrico e tumori maligni in genere;
- malattie infettive a decorso protratto ed in particolare la tbc;
- morbo di Simmonds o cachessia ipofisaria;
- inibizione primitiva dei centri regolatori dell'appetito su base psichica (anoressia mentale).

L'anoressia mentale può portare a stati cachettici; si riscontra per lo più in giovanette che per scopi estetici si sono sottoposte a diete fortemente ipocaloriche e nelle quali coesistono o si sovrappongono delle turbe psichiche che causano anoressia.

Essa va distinta dal morbo di Simmonds, che è pure più frequente nel sesso femminile, specie nelle donne che al parto sono andate incontro ad emorragia - collasso (sindrome di Sheehari): nel Simmonds la magrezza precede l'anoressia, mentre nell'anoressia mentale la magrezza segue la perdita dell'appetito.

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Si tenga pure presente che una dieta monotona, insipida o comunque mal allestita, mal condita o mal digeribile, a lungo andare suole provocare anoressia. Si può anche verificare una alterazione qualitativa o addirittura una perversione del senso dell'appetito. Così, in corso di gravidanza si può avere predilezione per cibi sapidi o acidi o per cibi del tutto inconsueti; disgusto verso certi cibi (per i cibi carnei nel carcinoma gastrico e nell'anemia perniciosa); ingestione di terra (geofagia) nei bambini e di feci (coprofagia) nei malati mentali.

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