La tiroide é un organo facilmente aggredibile, perchè parlare di noduli?
Perchè noi conosciamo tutto o quasi, nel 2016 sono uscite 2 linee guida
americane ed una americana ed italiana, nonchè le linee guida per la diagnostica
ecografica della tiroide.
Con la tecnica dell'ago sottile, è possibile effettuare diagnostica citologica;
si possono fare perö errori diagnostici, rispetto alla tecnica dell'agoaspirato, perché la tiroide é un organo che necessita di attenta
diagnosi, la patologia tiroidea é una patologia silente, spesso con la citologia
non si mettono in evidenza le cellule patologiche. Negli ultimi anni una particolare attenzione é stata posta nella diagnosi e
cura della patologia nodulare.
In passato, addirittura, era considerato normale avere il gozzo. La maschera bergamasma di Gioppino che metteva in mostro un gozzo ingombrante veniva considerato normale, quasi vi fosse l'idea che tale affezione fosse una sorta di ornamento per il collo.
Gioppino, maschera con gozzo
I tumori maligni della tiroide possono essere classificati, in base alle
caratteristiche anatomopatologiche, in:
-tumori epiteliali: carcinoma papillare, carcinoma follicolare, carcinoma
midollare, carcinoma indifferenziato;
-tumori non epiteliali: sarcoma, emangioendotelioma, linfoma, metastasi.
La maggior parte delle neoplasie tiroidee sono di origine epiteliale ed il
carcinoma papillare ne é la forma tumorale più frequente ma fortunatamente anche
quella associata ad una minore aggressività.
L'esame citologico da agoaspirato con ago sottile o FNA, Fine Needle Aspiration, é una metodica minimamente invasiva che consente, nella maggior parte dei casi, una diagnosi precisa sulla natura dei noduli della tiroide. Tale metodica, nel caso di voluminose cisti (colloidali o emorragiche), può avere anche una valenza terapeutica.rappresenta il miglior test per la diagnosi di natura della patologia nodulare tiroidea. E' una metodica caratterizzata da elevata sensibilità e consente diagnosi differenziale fra neoplasie follicolari benigne e maligne fra cui la variante follicolare del PTC. Il prelievo viene condotto sotto guida ecografica per ridurre il numero di campionamenti errati, con lo scopo di selezionare i noduli da esaminare in un contesto plurinodulare; di mirare il prelievo nel singolo nodulo (per esempio la porzione solida di un nodulo parzialmente cistico); di ridurre il rischio di complicanze per danno da puntura accidentale di vasi, nervi e trachea. Soprattutto i noduli vanno selezionati in base a criteri morfologici e dimensionali.
I criteri che consentono di scegliere i noduli sospetti sono.
- ipoecogenicità,
- margini irregolari,
-microcalcifìcazioni,
-assenza di alone ipoecogeno periferico,
- aspetto "taller than Wide" , cioé aspetto più alto che largo
- vascolarizzazione intranodulare,
- dimensioni non < a 1 cm
In questa maniera si possono ottenere degli strisci di materiale su vetrino, classificati con la nomenclatura Tir 1, 2, 3 (suddiviso in A e B), 4 e 5.
Gli strisci non diagnostici (TIR 1) rappresentano nelle varie casistiche circa
il 10-20% degli agoaspirati: sono caratterizzati dalla scarsità di tireociti,
provocata da errori di prelievo (inesperienza dell'operatore, contaminazione
ematica, campionamento inadeguato) o di processazione del campione (striscio mal
eseguito, ritardata o inadeguata fissazione, difetti di colorazione). Viceversa
per una diagnosi, il referto deve riportare TIR 1C (cistico).
- La diagnosi citologica di benignità (TIR 2) rappresenta il 60-75% dei
risultati: corrisponde, sul piano istologico, a noduli colloidi o iperplastici,
tiroidite linfocitaria, tiroidite granulomatosa e cisti benigne. é consigliato
il follow-up clinico-ecografico. Ripetere la FNA solo in caso lesioni con
caratteri di sospetto alla ecografia, in caso di accrescimento del nodulo o
qualora si voglia minimizzare il rischio di falsi negativi.
- La diagnosi indeterminata (TIR 3) dovrebbe rappresentare meno del 20 % degli
agospirati, con un rischio malignità approssimativo del 5-30%. E'
rappresentata, per la maggior parte, dalle lesioni follicolari. Nel pattern
follicolare gli strisci presentano scarsa o assente colloide, cellule tiroidee
spesso riunite in microfollicoli, talora cellule di Hurthle. Questa categoria
comprende noduli iperplastici benigni, adenomi follicolari, carcinomi
papillari varietà follicolare e carcinomi follicolari. Una minoranza di casi
é rappresentata da altri pattern che, pur non presentando in tutto e per tutto
le caratteristiche da proliferazione follicolare, sono inseriti nel gruppo TIR3
causa del loro rischio analogo di malignità: a) pattern cellulare a
microfollicoli o a cellule di Hurthle in un contesto di scarsa scarsa colloide,
con caratteristiche degenerative/regressive; b) campioni parzialmente inadeguati
con lievi alterazioni citologiche probabilmente di natura benigna ma in cui un
sospetto di malignità non può essere escluso con certezza; c) alterazioni
citologiche troppo lievi per essere inclusi nel TIR 4, ma che non soddisfano
completamente i criteri per il TIR 2. A causa del rischio variabile di malignità
nell'intera categoria TIR 3, questa é ulteriormente suddivisa in due gruppi:
TIR 3A (lesione follicolare a basso rischio): gruppo eterogeneo, con un
basso rischio atteso di malignità (circa il 5-15%) che comprende i pattern
citologici a), b) e parte dei c); TIR 3B (proliferazione follicolare o
sospetta neoplasia follicolare) con un elevato rischio atteso di malignità
(circa 20-30%) che comprende prevalentemente il pattern follicolare ed alcuni
campioni sospetti con pattern citologico c).
- La diagnosi di sospetto (TIR 4) comprende lesioni con caratteri citologici che
suggeriscono ma non mostrano in modo decisivo caratteri di malignità.
L'indicazione é chirurgica, preceduta dalla ripetizione della FNA solo se
occorre ulteriore materiale per una più adeguata definizione diagnostica (quale
l'immunocitochimica o la citometria a flusso). L'esame estemporaneo
intraoperatorio é raccomandato.
- La diagnosi di malignità (TIR 5) rappresenta circa il 5% degli agoaspirati:
comprende carcinoma papillare, carcinoma midollare, carcinoma anaplastico,
linfomi e metastasi. é raccomandata l'exeresi chirurgica per i carcinomi
differenziati, pianificata sulla base dei dati clinici e strumentali. Il
carcinoma anaplastico, il linfoma e le lesioni metastatiche necessitano di un
ulteriore inquadramento prima della eventuale opzione chirurgica.
Lo studio citologico può essere integrato dall'impiego di marcatori
immunocitochimici e/o genetico-molecolari. Calcitonina, cromogranina A e CEA
sono impiegati nel sospetto di carcinoma midollare, mentre il PTH può
identificare una lesione di pertinenza paratiroidea.
L'aspetto istologico é differente a secondo del tipo di tumore.
Il carcinoma papillare della tiroide é spesso non capsulato e multifocale
(ovvero interessa contemporaneamente punti diversi della tiroide) e diffonde
soprattutto per via linfonodale. Si caratterizza per la presenza di papille,
corpi psammomatosi, pseudoinclusi e di nuclei ingranditi con contorno irregolare
ed un'incisura centrale. Oltre alla forma classica del carcinoma papillare
esistono alcune varianti (capsulata, follicolare, diffusa sclerosante, a cellule
alte).
Il carcinoma follicolare della tiroide é più o meno capsulato (capsulato,
minimamente invasivo o francamente invasivo) ed é quasi sempre unifocale (ovvero
interessa solo un punto della tiroide). Raramente presenta metastasi linfonodali
ma diffonde soprattutto per via ematica dando metastasi a distanza (soprattutto
ai polmoni e alle ossa). Le cellule del tumore follicolare non presentano
aspetti caratteristici come quelle del carcinoma papillare e possono somigliare
a quelle presenti nei noduli follicolari benigni (adenomi follicolari). La
diagnosi differenziale, pertanto, non può essere effettuata con l'agoaspirato
(TIR 3 o proliferazione follicolare) ma solo con l'istologia che consente di
evidenziare l'invasione della capsula. Oltre alla forma classica del carcinoma
follicolare esistono alcune varianti (a cellule chiare, a cellule ossifile di
Hurtle, insulare).
Il carcinoma midollare della tiroide può essere monolaterale (nelle forme
sporadiche) o multicentrico (nelle forme familiari) e si caratterizza per
cellule ricche di granuli positivi per calcitonina.
Il carcinoma indifferenziato (anaplastico) della tiroide, infine, presentare
cellule con caratteristiche molto variabili (cellule piccole o talvolta molto
grandi) e si caratterizza invariabilmente per un'elevata invasività locale e
generale.
Il nodulo tiroideo é presente nel 50% della popolazione
e nella donna il tumore della tiroide é la seconda neoplasia, anzi si é visto
che i tumori della tiroide sono in crescita in tutto
il mondo. L'incidenza del carcinoma papillare é in incremento, con una impennata
globale del 70%, ma
la mortalità non é aumentata, perché le cure si sono implementate, arricchendosi
delle nuove terapie biologiche; per cui occorre ottimizzare la diagnostica e non
razionalizzare. La tiroide é palpabile come organo endocrino, e questa
possibilità consente di avere un'idea dei noduli, ma di esse solo il 7-10% é
possibile apprezzare con l'ispezione-palpazione; viceversa é l'ecografia che
consente con le nuove sonde, di avere una accurata diagnosi dei noduli e ci dà modo di
entrare con ago sottile, per via ecoguidata, e di porre diagnosi per la cura ed
il management dei noduli; da qui
abbiamo la possibilità di scegliere la terapia e ridurre i costi. Tuttavia la
tecnica dell'ago
aspirato necessita di adeguatezza, esperienza e capacità: é proprio lo specialista che deve fare l'agoaspirato, é importante usare la sonda ecografica
giusta e
l'adeguatezza del campione implementa la capacità diagnostica. Occorre il
prelievo di
almeno 6 gruppi di tireociti costituiti da 10 cellule epiteliali ben conservate, che vengono strisciati sul vetrino,
colorati e studiati in breve tempo, altrimenti é difficile fare
diagnosi. Spesso é assai facile repertare un tappeto di cellule infiammatorie ma se ci sono
anche poche cellule atipiche, é sempre corretto dare esame come positivo. Occorre valutare se il
nodulo é cistico ed in questo caso lo si considera benigno; se esso é iperplastico o c'é durezza
e compatezza nella sua cellularità, allora la gravità é
crescente; per es. se i margini sono spigolati, se é anecogeno, e se noi abbiamo una forma
del nodulo circolare oblungo, con diametro antero-posteriore esteso,
rispetto alla larghezza, occorre sospettare la malignità e va indagata la capsula,
se essa risulta infiltrata dalle cellule, se il nodulo é ampio si può
studiare pezzo a pezzo, per evitare i falsi positivi, gli artefatti. Occorre,
perciò, professionalità
nella diagnosi. Le alterazioni nucleari, i noduli con cellule ad aspetto "ground glass"
sono suggestive per carcinoma papillare e ciò consente di porre diagnosi, ma nessun risultato può essere al 100%, partendo dal
solo follicolo. Possiamo considerare una forma follicolare, una anaplastica se c'é la p53, occorre sempre
abbinare l'istologia all'aspetto morfologico. Nel ca papillare sono frequenti le metastasi nei
linfonodi e viene preso in stadi avanzati, ma altri tumori purché si evidenzia
che superano la
capsula del nodulo, possono dare frequenti metastasi.
Il carcinoma tiroideo é la neoplasia endocrina più frequente(90% circa dei casi). Nelle regioni industrializzate
é con trend in salita, in Italia, nel 2014 sono stati diagnosticati
circa 16.300 nuovi casi di carcinoma della tiroide (circa il 4% di tutti i nuovi
casi di neoplasie maligne) di cui tre quarti nel sesso femminile. Rappresenta
circa il 3.8% di tutte le neoplasie. Nelle ultime decadi la sua incidenza é
progressivamente aumentata in quasi tutti i Paesi pur con ampia variabilità fra
diverse regioni geografiche, soprattutto fra quelle con reddito elevato rispetto
a quelle con reddito medio-basso, verosimile espressione di un accesso "più
agevole" ai mezzi di diagnosi (rispettivamente, nelle donne, 11,1 / 100.000 vs
4,7/ 100.000 e, negli uomini, 3,6/ 100.000 vs 1,4/ 100.000). L'APC significa variazione di incidenza, in USA c'é incremento di APC DI 6,5 NELLE
DONNE e di 5,5 negli uomini, tutti i paesi hanno incremento di APC.
L'incremento é per entrambi i generi, per cui perchè ci si chiede, é reale?
Dipende dalle procedure diagnostiche? Sembrerebbe che oltre alla diagnosi ed
all'uso di tecniche sofisticate di ecografia, ci sono fattori ambientali e socioeconomici, ed il rischio é
reale. L'aumento riguarda specialmente i microcarcinomi, e piccoli tumori
asintomatici nelle autopsie. Abbiamo dati di screening che mostra come la US
della tiroide e dell'agoaspirato si é elevata e l'incidenza del CA é piu 8% e
nelle donne dal 18 al 43% nei giovani. In Korea é stato incluso lo screening per la tiroide,
per ca e si é osservato incidenza per ca tiroideo. Anche nelle autopsie c'é
incremento di ca latenti in autopsia. In USA abbiamo un incremento di tumori localizzati ed incrementi dell'istotipo ca
capillifero. La mortalità
segna una linea piatta, nel senso che la mortalità é stabile il tumore é sempre di più nelle
donne, c'é un eccesso di diagnosi di ca capillifero che viene scoperto nei
pazienti asintomatici, e sono le donne. Altri AA parlano di incremento reale, per i tumori di grandi dimensioni che in
effetti sono aumentati, e cmq non é ridotta la loro incidenza, per es., non é
solo incrementato il ca capillifero ma crescono i tumori di piccoli dimensioni,
la mortalità per APC é maggiore negli uomini, sempre per ca della tiroide per i
tumori avanzati, forse abbiamo dei tumori più aggressivi, per il capillifero che
é più aggressivo e dunque il tumore sembra in incemento reale, forse per
carcinogeni che non conosciamo.
In realtà l'incremento é dovuto anche a ragioni di incremento di fattori
cancerogeni, per es. esposizione a radiazioni ionizzanti specie in età
giovanile, incremento di introito di iodio, mutazioni di BRAF, obesità e
tiroidite autoimmune. Tra i fattori esogeni ricordiamo gli x ray, infatti negli ultimi anni la dose
di radiazioni si é incrementata
di 6 mSv/anno: un terzo degli esami sono eseguiti nella regione del collo; la TAC é causa del
50% della dose radiante, ed anche col mdc irradiamo di più la tiroide. Le
panoramiche dentarie possono dare irradiazione, per cui schermare é imperativo
quando si effettuano questi esami. Incidente di
Chernobyl. abbiamo imparato da Chernobyl che nei bambini la tiroide é più
sensibile, e cosi gli adolescenti sono stati esposti al rischio radioattivo vuol dire che il rischio é latente e chi ha
fatto radioterapia, per es. rischia un tumore tiroideo. Lo iodio e la scintigrafia é usata
meno oggi, oggi é poco usata, per es. lo iodio 131 a cui si preferisce lo iodio
123. Altri fattori sono l'asbesto, il benzene, la formaldeide, i bisfenoli, eteri ed idrocarburi. Per es. alcune pentole hanno i PBDEs, sono
bioaccumulabili, e possono alterare la funzione tiroidea.
Tra i
Fattori endogeni, in particolare il ruolo del TSH e l'apporto di iodio,
l'assunzione di iodio può incrementare il tipo capillifero, dovuto alla
mutazione di BRAF V600E. C'e' correlazione tra mutazione di BRAF e l'apporto di iodio. Col
TSH si é visto che é aumentato nei pazienti predisposti alla neoplasia: correlazione
positiva tra TSH e cancro della tiroide, sempre per il carcinoma papillifero. Il
peso corporeo e l' insulinoresistenza rappresentano fattori che predispongono
alle neoplasie tiroidee, anche i paziente obesi sono a rischio per ca della tiroide,
sicuramente l'insulinoresistenza é un fattore di rischio; in Sicilia i tumori
sono frequenti e danno metastasi in età pediatrica, probabilmente correlato con
l'ambiente vulcanico, cosi anche la Finlandia, forse per i contaminanti, i
metalli pesanti, ed una biocontaminazione dei residui dell'area vulcanica
Sicuramente, dunque, fattori reali ed incremento apparente per la diagnosi
migliorata.
La mortalità per carcinoma tiroideo non ha mostrato un parallelo incremento
verosimilmente perchè l'aumentata incidenza é da attribuirsi quasi
esclusivamente ai piccoli carcinomi papillari che hanno una prognosi nettamente
più favorevole degli altri istotipi .
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