In reumatologia vengono presi in considerazione alcuni tests diagnostici di laboratorio utili ai fini dell'orientamento e per la definizione della fase evolutiva della malattia. Riportiamo in tabella i principali tests di laboratorio di interesse reumatologico.
Gli esami di laboratorio nella malattia reumaticadanno leucocitosi neutrofila, con VES alquanto elevata; presenza della proteina C reattiva (P.C.R., che sta ad indicare uno stato infiammatorio con distruzione cellulare) ed aumento delle mucoproteine sieriche; c'è, inoltre, una elevazione del TAS (espressione di una infezione da streptococco beta-emolitico).
Il protidogramma evidenzia un aumento della frazione alfa2 e gamma. Gli aumenti della VES, delle mucoproteine e la presenza della P.C.R., rappresentano, comunque, dei parametri aspecifici di flogosi, che vengono utilizzati per seguire l'evoluzione della malattia; essi in genere sono raffrontabili con l'andamento della VES, rispetto alla quale sono meno sensibili. Nell'artrite reumatoidesono alterati tutti gli indici aspecifici di flogosi (aumento della VES, delle mucoproteine sieriche e presenza della P.C.R.). I tests specifici sono quelli atti ad evidenziare la presenza nel siero di fattori reumatoidi: in verità, l'unico fattore (F.R.) finora evidenziabile con i mezzi di comune uso clinico è una immunoglobulina IgM anti IgG.
Si ritiene che esso è dovuto ad una reazione immunologica dell'organismo con uno o più determinanti (Fab e Fc) presenti nelle immunoglobuline. I tests utilizzati sono quelli al lattice di Singler e Ploz e la reazione di Waaler-Rose (globuli rossi di montone sensibilizzati), dalla quale sono derivate diverse varianti.
La reazione è positiva quando il titolo è di 1:20 per il test al lattice e di 1:32 per la reazione di Waaler-Rose. Le reazioni sierologiche sono spesso negative nei primi 6 mesi di malattia; tale negatività può talora spingersi fino a 12 mesi. Si parla, comunque, di A.R. sierologicamente negativa quando le reazioni sierologiche rimangono negative oltre tale periodo di tempo. D'altra parte, il F.R. può essere presente in soggetti sani: secondo alcuni AA., l'incidenza in Italia sarebbe del 4,8%, con prevalenza nei soggetti che hanno superato i 50 anni di età (9,6%). Comunque, la ricerca del fattore reumatoide (F.R.) costituisce l'esame umorale principale per la diagnosi di tale forma morbosa, con la quale presenta un'associazione assai frequente (90).
La ricerca del F.R. è positiva anche nella s. di Sjògren (75%) e meno frequentemente nell'artrite reumatoide giovanile (25%). Esistono, peraltro, associazioni positive, cosiddette occasionali: panarterite nodosa, sclerodermia, cirrosi epatica, ipergammaglobulinemia di varia origine, mononucleosi infettiva, rettocolite ulcerosa, infezioni batteriche acute e croniche, infarto del miocardio, ecc.
Nell'artrite reumatoide può anche risultare positiva (10-20% dei casi) la ricerca delle cellule L.E. (cioè di un fenomeno di nucleofagocitosi da parte di leucociti polimorfenucleati, che è tipico del lupus eritematoso - L.E. - nel quale si verifica nell'80% dei casi); può essere presente anche la ricerca del fattore antinucleare (ANF test analogo a quello delle cellule LE, ma dotato di maggiore specificità) nel 30% dei casi di artrite reumatoide e nel 90-100% dei casi di lupus eritematoso. Gli anticorpi antinucleari presentano la caratteristica di reagire con costituenti nucleari delle cellule.
Ricordiamo brevemente i tests di laboratorio che trovano applicazione in campo di osteopatie. Nella osteoporosi calcemia, fosforemia e fosfatasemia alcalina sono normali. Nell' osteogenesi imperfetta la calcemia e la fosforemia sono normali; la fosfatasemia può essere modicamente aumentata. Nell'osteite fibrocistica si riscontrano ipercalcemia, ipofosforemia, con elevata eliminazione urinaria di calcio e fosforo; la fosfatasi alcalina è discretamente aumentata.
L'iperparatiroidismo secondario, in caso di insufficienza renale (osteite fibrocistica di origine renale), può venire esclusa in base alla normalità della funzione renale e del quadro biochimico sierico. Nel Paget calcemia e fosforemia sono normali e cosi la calciuria, mentre è aumentata la idrossiprolinuria, espressione di una esaltata distruzione ossea. La fosfatasi alcalina è notevolmente aumentata, indice di una esaltata attività osteoblastica.
Nelle metastasi osteolitiche dell'osso si ha ipercalciuria ed ipercalcemia, che può provocare poliuria, polidipsia, disidratazione ed anoressia; normale la fosfatasi alcalina di origine ossea. Nella maggior parte dei casi di osteoporosi, calcemia, fosforemia, calciuria, fosfaturia e fosfatasi alcalina del siero sono normali; a volte la calcemia può essere aumentata. Un carico di calcio per via venosa viene trattenuto come di norma o in misura minore; dopo somministrazione di vitamina D si ha un aumento dell'escrezione urinaria di calcio. L'idrossiprolinuria è normale.
Nelle metastasi osteolitiche dell'osso si ha ipercalciuria ed ipercalciemia, che può provocare poliuria, polidipsia, disidratazione ed anoressia; normale la fosfatasi alcalina di origine ossea. Nelle forme osteoblastiche la calcemia è normale e nelle urine si riscontra ipocalciuria; la fosfatasi alcalina è modificamente aumentata. Nel carcinoma metastatizzato della prostata si ha aumento della fosfatasi acida, mentre la fosfatasi alcalina è solo modicamente aumentata nelle forme osteoblastiche.