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Il tracciato elettroencefalografico

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Attività elettrica cervello

I neuroni cerebrali pulsano con un ritmo costante, che è dell'ordine di 10 oscillazioni (cicli) al secondo. L'ECG studia la registrazione dei potenziali elettrici corticali.

I potenziali elettrici sono derivati dalla superficie esterna del cranio a mezzo di elettrodi ed opportunamente amplificati. Con le derivazioni bipolari si capta e si registra la differenza di potenziale tra due punti cerebrali simmetrici; detti potenziali presentano caratteri diversi a seconda delle varie aree corticali.

In quasi tutte le affezioni encefaliche si possono riscontrare alterazioni EEG.

L'EEG acquista un grandissimo valore semeiologico e diagnostico se correlato con i dati clinici e gli altri esami collaterali.

In genere il tracciato eegrafico completa l'esame neurologico del paziente e consente di orientare la diagnosi verso l'epilessia.

 

Il tracciato EEG

I principali elementi semeiologici che compongono il tracciato sono rappresentati dalle onde, espressione dell'attività elettrica del cervello. Esse derivano dalla differenza di potenziale delle cellule che viene registrata dalla macchina.

Al fine di valutare questa differenza di potenziale, le onde generate vengono valutate per la loro differenza in ampiezza o tensione (ed espresse in microVolt) ed in frequenza (ovvero in cicli per secondo (c/s) o Hz).

A seconda del tipo di tracciato, distinguiamo i "ritmi alfa" e "ritmi lenti", e particolari "tipi di onde", dette "figure" espressione di anomalie nel comportamento elettrico dei neuroni che compongono il cervello e, dunque, di degenerazione degli stessi neuroni.


Ritmi cerebrali rapidi

Ritmo alfa

 E' il principale componente del tracciato del soggetto normale adulto in riposo sensoriale (prima dei 12 anni non appare bene costituito). Risulta da oscillazioni di frequenza comprese tra 8 e 12 cicli per secondo, con voltaggio di circa 50 microvolts e di aspetto sinusoidale, per lo più radunati in fusi. Prevale sulle aree occipitali e parietali e diminuisce di ampiezza e di quantità man mano che ci si avvicina alle aree anteriori.

Il ritmo alfa scompare per effetto di stimoli sensoriali o di attività intellettiva (reazione di arresto), per ricomparire con il ritorno al riposo psico-sensoriale. Il ritmo di base è il ritmo alfa ("ritmo di Berger"), distinto in alfa lento (8-9 Hz), alfa intermedio (9-11.5 Hz) ed alfa rapido (11.5-13 Hz), ed ha un'ampiezza media di 30 microVolt (15-45 microVolt), che viene registrato ad occhi chiusi in un soggetto sveglio, soprattutto tra gli elettrodi occipitali e quelli parietali, rispetto ai centrali e temporali posteriori (EEG sincronizzato). Se si invita il soggetto ad aprire gli occhi, l'attività alfa scompare ed è sostituita da un'attività di basso voltaggio (inferiore o uguale a 30 microVolt) più rapida di tipo beta (desincronizzazione). Ritmi rapidi. Hanno frequenza superiore ai 14 cicli per secondo, hanno un voltaggio più basso ed hanno sede preferenziale nelle regioni rolandiche e prerolandiche.

Ritmo beta

Il più regolare dei ritmi rapidi è il ritmo beta. Le onde alfa (8-13 c/s) sono caratteristiche in condizioni di veglia e di riposo mentale, ma non nel sonno, dove sono assenti (fatta eccezione per lo stadio R.E.M.). Quando un soggetto è sottoposto ad un'attività cerebrale maggiore, si registra la presenza del ritmo beta.

Ritmo beta è distinto in beta lento (13.5-18 c/s) e beta rapido (18.5-30 c/s), e presenta un voltaggio medio di 19 microVolt (8-30 microVolt). Le onde beta sono dominanti in un soggetto ad occhi aperti, ma anche in stati di allerta e nel sonno R.E.M.

 

Ritmi lenti

Onde theta: hanno una frequenza tra 4 e 7 cicli per secondo e possono avere voltaggio vario, in genere inferiore all'alfa. La localizzazione preferenziale è temporo-parietale. Nell'adulto hanno quasi sempre carattere patologico.

Onde delta: hanno una frequenza tra 0 e 3 cicli al secondo; il voltaggio è variabile e può raggiungere e superare i 200 microvolts. Le onde delta sono caratteristiche del sonno non R.E.M. (sonno ad onde lente). Nei diversi stadi di sonno sono presenti principalmente onde theta e onde delta (caratteristiche del sonno ad onde lente), a cui si aggiungono squarci di attività alfa e, raramente, di attività beta. Possono avere forma varia, presentandosi a volte sinusoidali, a volte di forma irregolare.

Nell'uomo adulto in fase di veglia hanno sempre significato patologico.

Nell'infanzia e nell'adolescenza il ritmo di base è ricco di onde theta e delta (che quindi sono fisiologici per quell'epoca della vita) e nel giovane fino ai 20 anni l'iperventilazione forzata (metodo di attivazione comunemente utilizzato e che determina alcalosi), suscita la comparsa di grandi ipersincronismi lenti bilaterali e simmetrici, che non rivestono significato patologico.

Il ritmo theta è dominante nel neonato e può rappresentare tensioni emotive, e si distingue in theta lento (4-6 c/s) e theta rapido (6-7.5 c/s), ed ha un voltaggio medio di 100 microVolt. Infine, le onde delta presentano una frequenza compresa tra 0.5 e 4 c/s ed un voltaggio medio di circa 150 microVolt. Non sono presenti in condizioni fisiologiche nello stato di veglia nell'età adulta, sebbene siano predominanti nell'infanzia e inoltre compaiano nell'anestesia generale ed in alcune malattie cerebrali, oppure in malattie dismetaboliche generali, come l'iperazotemia.
 

Le figure parossistiche 

Nel tracciato possono comparire delle figure parossistiche:
 

a) la punta, costituita da brusche variazioni di potenziale, sotto forma di una figura a cuspide: voltaggio superiore all'attività di base e durata molto inferiore (20-70 millisecondi);
b) figure di punta-onda: risultano dall'unione di una figura di punta con un'onda lenta; possono presentarsi isolate, ma spesso in sequenza;
c) onde puntute: sono figure appuntite, risultanti da brusche variazioni di potenziale che si allungano poi in un'onda lenta.
 

Le figure parossistiche nell'adulto a riposo ed in stato di veglia hanno sempre significato patologico. Un tracciato può essere normale anche se piatto, cioè .privo di ritmo visibile: ciò accade nei neonati e negli adulti ansiosi.

Nell'adulto la presenza di un ritmo theta o di un ritmo delta localizzato in una determinata area del cervello ha per lo più un significato di lesione cerebrale a focolaio (ad esempio, tumori o lesione vascolare). Si tenga presente che il tumore di per sé è elettricamente inattivo ed è la sofferenza dei tessuti circostanti responsabile di ritmi lenti.

Quando l'elettroencefalogramma registrato in condizioni di riposo non risulta significativo si può ricorrere a tecniche di attivazione: l'iperpnea (di cui si è già parlato), la stimolazione luminosa intermittente, l'attivazione farmacologica (con l'impiego di sostanze convulsivanti per esplorare la soglia del soggetto o, viceversa, di sostanze anticonvulsivanti).

In condizioni morbose che interessano direttamente od indirettamente la corteccia cerebrale, l'EEG può presentare silenzio elettrico (per distruzione di corteccia cerebrale); comparsa di onde patologiche come punte, tipiche dell'epilessia tipo grande male, di complessi punta-onde (nell'epilessia piccolo male), di onde delta e theta (nei tumori, nelle encefaliti, nelle vasculopatie cerebrali ecc.).
Queste anormalità possono essere localizzate (e in questo caso le alterazioni eegrafiche corrispondono usualmente alla sede della lesione) o diffuse (per alterazione dei centri sottocorticali che influenzano l'elettrogenesi corticale).

Benché il valore diagnostico dell'EEG circa la natura delle lesioni sia assai limitato, esso tuttavia fornisce precisazioni circa la sede delle lesioni. Mentre può riuscire negativo nelle lesioni vascolari assai circoscritte o in sede emisferica profonda, di solito è alterato sia nelle emorragie che nei rammollimenti sopratentoriali; è normale o soltanto minimamente alterato in 2/3 delle lesioni vascolari vertebro-basilari.

 

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