Per prostatite si intende qualsiasi forma di infiammazione della ghiandola prostatica.
Poiché le donne sono sprovviste di tale ghiandola si tratta di una
sindrome che colpisce esclusivamente il
sesso maschile, nonostante ciò le donne possiedono delle microscopiche ghiandole
periuretrali, definite ghiandole di Skene, site nell'area prevaginale in
prossimità dell'uretra, che sono considerate l'omologo della prostata e possono
causare una simile sintomatologia. La prostatite ha un'incidenza che va dal 7%
al 12% a seconda del territorio e delle statistiche
La prostatite acuta (PA) viene attualmente distinta in:
(1) prostatite batterica (PB) (5% delle prostatiti, caratterizzata da secreto prostatico con batteri e cellule infiammatorie) a sua volta distinta in acuta e cronica;
(2) Prostatite non batterica (PNB) (64%, caratterizzata da aumento delle cellule infiammatone nel secreto prostatico);
(3) Dolore prostatico (DP) (31%, con secreto prostatico normale).
I soggetti affetti da prostatite acuta riferiscono brividi, febbre, dolore alla schiena e nell'area genitale, frequenza ed urgenza urinaria spesso durante la notte, bruciore e fastidio durante la minzione, dolenza diffusa ed una infezione del tratto urinario, evidenziata, a seguito di analisi di laboratorio, dalla presenza di leucociti e batteri nelle urine. Possono essere presenti secrezioni dal pene. Una evenienza relativamente comune è rappresentata dalla ritenzione acuta d'urina, dovuta al fatto che l'infiammazione determina un restringimento del primo tratto dell'uretra (l'uretra prostatica).
Il Paziente cerca di urinare ma non ci riesce, e ha forti dolori alla parte bassa dell'addome. In questo caso per drenare l'urina è necessario mettere un tubo che dalla parete anteriore dell'addome va in vescica, e lasciarlo finché la malattia non è guarita. è sconsigliato l'uso del catetere in quanto può rendere più grave la malattia determinando una ulteriore irritazione sull'uretra prostatica.
La diagnosi si basa sulla raccolta dei dati anamnestici, degli esami clinici e strumentali. In corso d'anamnesi talvolta si rilevano rapporti sessuali a rischio (nuovo partner, rapporti anali non protetti ecc.). Gli esami di laboratorio evidenziano la presenza di agenti microbici nei campioni biologici raccolti. I batteri più comuni sono Escherichia coli, Klebsiella, Proteus, Pseudomonas, Enterobatteri, Enterococco, Serratia e Stafilococco aureo. Tali infezioni possono rappresentare una minaccia per alcuni pazienti e può essere necessaria l'ospedalizzazione con la somministrazione di antibiotici per via endovenosa. Un emocromo può rivelare un incremento dei leucociti nel sangue. La prostatite acuta porta assai raramente ad una setticemia, ma ciò può avvenire in pazienti immunodepressi; in caso di febbre alta e malessere generalizzato è indicata una coltura ematica, che è spesso positiva.
Nelle situazioni di sepsi urinaria o con ritenzione acuta è in genere indicato il ricovero ospedaliero, anche perché in tali pazienti, in luogo del cateterismo transuretrale, viene spesso effettuata la puntura sovrapubica. A livello ospedaliero viene in genere impostata una terapia antibiotica EV con ceftriaxone o chinoloni eventualmente associati a gentamicina. Nelle forme meno severe, a livello ambulatoriale è sufficiente un trattamento orale con ciprofloxacina (es. Ciproxin 500 mg cpr). Pos: 500 mg due volte al giorno per 1-3 mesi. Oppure ofloxacin (es. Oflocin 300 mg cpr). Pos: 300 mg due volte al giorno per 1-3 mesi; oppure trimetoprim/sulfametossazolo (Bactrim cpr 160/800 mg). Pos: una cpr due volte al giorno per 1-3 mesi.
Pochi sono i farmaci realmente efficaci in questa condizione. Trimetoprim/sulfametossazolo (Bactrim cpr 160/800 mg). Pos: una cpr due volte al giorno per 4-16 settimane. La durata esatta della terapia non è stata stabilita. Il farmaco non provoca resistenze; oppure ofloxacin (Oflocin 300 mg cpr). Pos: 300 mg due volte al giorno per 6 settimane; oppure ciprofloxacina (Ciproxin 500 mg cpr). Pos: 500 mg due volte al giorno per 30 giorni; oppure nitrofurantoina (Furedan cpr 50 mg). Pos: 100 mg/die per os per 2-4 mesi. Nei pazienti che non rispondano al trattamento medico prolungato o che pre sentina calcoli prostatici infetti è indicato l'intervento di resezione prostatica transuretrale o in alternativa la prostatovesciculectomia totale.
In presenza di esami colturali negativi data la possibile presenza di specie
batteriche che non crescono nei comuni terreni di coltura (Mycoplasma,
Chla-midia ureaplasma) viene spesso effettuato un trattamento antibiotico ex
aditi vantibus con: minociclina (Minocin cps 50 e 100 mg). Pos: 100 mg due volte
al giorno per 14 giorni
oppure doxiciclina (Bassado cps 100 mg). Pos: 100 mg due volte al giorno per os
per 14 giorni.
- Tranne i casi in cui si abbia una risposta favorevole non sono indicati
ulteriori trattamenti con antibiotici di alcun tipo.
- Il paziente deve essere rassicurato sulla natura cronica e benigna della
malattia.
- Non vi sono impedimenti all'attività sessuale.
- I cibi piccanti e l'alcol vanno inibiti solo se il paziente ha riscontrato che
provocano o accentuano i disturbi.
- Può essere invece indicato un trattamento con antinfiammatori non steroidei: ibuprofen (Brufen cpr 600 mg). Pos: 1 cpr 2 volte al giorno.
I farmaci alfabloccanti adrenergici come la terazosina (Itrin) o la doxazosina (Cardura),
sono efficaci nel trattamento dei pazienti con DP. Il trattamento va iniziato a
piccole dosi da assumere la sera a letto e gradualmente incrementato. Per i dati
farmacologici vedi alla voce Ipertensione arteriosa: antagonisti dei recettori
alfa1 adrenergici periferici. I pazienti con dolore a livello del pavimento
pelvico rispondono spesso al trattamento con diazepam (Valium cpr 5 mg). Pos: 1
cpr 3 volte al giorno.