Il cateterismo vescicale
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Indicazioni al cateterismo vescicale.
- carcinoma della prostata (età superiore a 60 anni, precedente pollachiuria
e disuria, non costante la compromissione dello stato generale senza segni di infiltrazione
neoplastica all'esplorazione rettale);
- stenosi dell'uretra maschile (anamnesi positiva per blenorragia, trauma
del bacino, manovre urologiche; getto filiforme di urina);
- sclerosi del collo vescicale (anche in donne molto anziane);
- spasmo del collo vescicale (può verificarsi in giovani donne dopo lunghi
viaggi in macchina);
- prostatite acuta (anche senza la concomitanza di un adenoma prostatico);
- fimosi serrata (pene tumefatto a batacchio di campana);
- da tener presente che una ritenzione vescicale acuta può essere scatenata dall'uso
di psicofarmaci (antidepressivi triciclici, fenotiazine), o di vagolitici, o di
alcuni farmaci antiparkinsoniani.
Nel maschio
In questi casi va rapidamente inserito un catetere, qualora però le manovra non
sia eseguibile con facilità si dovrà prendere in considerazione anche l'eventualità
della vescico-punzione transcutanea, manovra che peraltro e preferibile eseguire
in ambiente nosocomiale e sotto guida ecografica.
Tecnica del cateterismo vescicale nel maschio
E preferibile usare un catetere di Foley (a palloncino) n. 16 o 17 Ch, che si trovano
in commercio in confezioni presterilizzate. E’ necessario osservare le più rigorose
norme di asepsi; lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone e quindi con un
disinfettante (alcol Citrosil): è bene usare guanti sterili e cateteri monouso che
posseggono un rivestimento che permette di maneggiarli senza toccarli direttamente.
Lavare il glande con acqua e sapone ed applicare sul meato uretrale una piccola
quantità di pomata lubrificante anestetica e antisettica (Luan tipo urologico),
anche se il dolore provocato della manovra dipende più dall'abilità dell'operatore
che dall'uso dell'anestetico. Tenere il paziente in decubito orizzontale a gambe
flesse e divaricate. Con la mano sinistra si stira il pene verticalmente in modo
da ridurre le curve fisiologiche dell'uretra, divaricandone i bordi del meato, mentre
con la destra si introduce il catetere, spingendo lentamente e con dolcezza. Spesso,
giunti al livello dell'uretra membranosa, si trova un ostacolo che bisogna superare
senza forzare eccessivamente, finché si giunge in vescica. Non appena giunti in
vescica l'urina riempie la guaina del catetere: a questo punto si sfila completamente
la guaina del catetere, facendo defluire l'urina in un recipiente. L'urina va fatta
defluire lentamente: tanto più lentamente quanto è maggiore la tensione vescicale,
interrompendo di tanto in tanto il flusso.
Dopo aver fatto uscire i primi 100 ml
circa di urina, chiudere con una pinza o con un tappo lo sbocco del catetere e gonfiare
il palloncino. Iniettare con una siringa (non è necessario l'ago) nell'apposita
apertura la quantità indicata nella confezione del catetere (di solito circa 10
ml) di soluzione fisiologica. In mancanza di questa si può usare anche dell'acqua
bollita. Applicare quindi un tubo di deflusso regolabile in modo da assicurare uno
svuotamento lento della vescica, per esempio interrompendo ogni tanto il flusso.
I rischi di uno svuotamento rapido sono costituiti dalla emorragia ex vacuo e dalla
reazione ipotensiva generalizzata fino al collasso. Tali rischi sono particolarmente
rilevanti in ritenzionisti cronici con urina limpida.
Cateterismo vescicale nella femmina
L'unica
difficoltà consiste nel trovare il meato: bisogna quindi operare con buona illuminazione.
Con la mano sinistra si aprono le grandi labbra e si cerca di evidenziare il meato,
che si trova sull'asse mediano della vulva, circa 1 cm al di sotto del clitoride.
Si trova spesso situato più profondamente in vagina in donne che abbiano subito
interventi ginecologici. E’ necessario seguire le stesse rigorose norme di asepsi
sopra ricordate per il maschio.
Tecnica della cateterizzazione transcutanea
Nel caso che il cateterismo non riesca, oppure in caso di gravi traumi dell'uretra
(frattura della branca ischiopubica), la vescica può essere svuotata direttamente
per puntura sovrapubica: a questo scopo è disponibile un kit monouso. La puntura
o la cateterizzazione transcutanea di una vescica distesa deve essere fatta perpendicolarmente
alla parete addominale, per evitare di entrare in cavità peritoneale o nello spazio
retropubico. Come già detto è una manovra da eseguire in ospedale magari sotto guida
ecografica.
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