A volte è difficile trovare le parole giuste per spiegare cosa si prova durante un attacco di mal di pancia acuto. Arriva in genere senza preavviso e, una volta che c'è, non ci consente di concentrarci su nulla, salvo che sul dolore. Chi ne soffre non ama parlarne e spesso pensa di essere l'unico ad avere questo problema. Eppure, una persona su quattro soffre di mal di pancia e disagio addominale associato a crampi; quel fastidioso "nodo all'intestino", che compare anche due o tre volte alla settimana, limitando le normali attività quotidiane e sodali e influenzando in maniera negativa la qualità della nostra vita.
Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo interpretare il dolore come un "messaggio" che il nostro corpo ci sta inviando per comunicarci che qualcosa nel nostro intestino non funziona al meglio o che si sono create condizioni che lo "irritano" in modo particolare. In pratica occorre precisare che le “coliche” addominali sono in realtà dei segnali che il cervello percepisce come dolore a crampi, ma che in realtà dipendono da movimenti violenti del colon, in generale, con l’intento di spingere masse di feci o boli gassosi intestinali, difficili da emettere. Sono in sostanza delle contrazioni spasmodiche dell’intestino, specie del colon. Talora le coliche si associano a stitichezza, per cui risolvendo i problemi dell’alvo si risolvono le coliche. Altre volte l’alvo è tendenzialmente diarroico e le scariche di feci sono numerose nell’arco della giornata. In questi casi dobbiamo pensare anche a malattie infiammatorie intestinali, come la retto colite ulcerosa o il morbo di Crohn. Altre volte ancora il paziente si presenta in ospedale perchè ha febbre e difficoltà a respirare, però da tempo lamenta anche dolori a crampi, eruttazione, sensazione di ripienezza gastrica ed all'auscultazioni alle basi del polmone si ascoltano borborigmi (!), vedi la lastra nella pagina.
Paziente con coliche gassose, eruttazioni acide, digestione lenta, dolori addominali e borborigmi alla base del polmone dx: l'RX del torace documenta la risalita e rotazione dello stomaco alla base del polmone destro (frecce rosse), attraverso una breccia diaframmatica. www.unmedicopertutti.it |
Rx diretta addome: distensione gassosa delle anse coliche per ileo adinamico |
Quando il disturbo è occasionale, modificare le proprie abitudini alimentari e ridurre i fattori stressanti, aiutano a controllare gli attacchi acuti. Esistono svariate alternative efficaci nel ridurre il dolore da crampi addominali. Naturalmente, prevenire è meglio che curare: se possibile, evitate i cibi e le bevande che scateneranno un attacco di dolore e cercate di ridurre al minimo gli effetti dello stress sulla digestione. Il calore, come quello di una borsa termica, potrebbe contribuire ad aumentare la circolazione verso l'addome e a rilassare la muscolatura contratta. Considerato che all'origine del dolore c'è lo spasmo della muscolatura liscia viscerale, i rimedi che possono dare un sollievo sintomatico, quando il dolore è occasionale, sono gli spasmolitici, ovvero quei medicinali in grado di rilassare la muscolatura liscia delle pareti del tubo digerente. Gli spasmolitici (es. spasmomen, spasmex, debridat, digerent ecc.) agiscono interrompendo il segnale nervoso dal cervello alla muscolatura liscia dei visceri e prevenendo quindi lo spasmo che è all'origine del dolore. Ricordate che, in caso di forti dolori, se sono continui o in peggioramento, se sono accompagnati da febbre o perdita di peso, se notate sangue nelle feci o se avete una storia familiare di malattie dell'apparato digerente, è importante recarsi subito dal medico. Ciò è imperativo nelle cosiddette condizioni di “addome acuto”, quando cioè compaiono altri segni importanti in medicina come la contrattura della parete addominale ed una dolenzia eccessiva che viene evocata alla palpazione intestinale, oppure un vivo dolore evocato quando, dopo aver palpato l’addome si rilascia la mano a piatto e ciò causa un segno detto “Bumberg positivo”. La frequenza evacuativa, ovvero l'intervallo di tempo tra una evacuazione di feci e l'altra, varia notevolmente da individuo a individuo: per alcuni soggetti è normale scaricarsi 3 volte al giorno, per altri è normale farlo 1 o 2 volte alla settimana. E' quindi difficile stabilire quale sia il "numero magico" e, ancor di più, definire il confine tra normalità e disturbo basandosi solo sulla frequenza evacuativa. In generale, gli esperti dicono che una frequenza inferiore alle 3 volte a settimana, sia da considerare insufficiente. Oggi, per Inquadrare la "stipsi" da un punto di vista diagnostico, sono necessarie altre informazioni relative alle caratteristiche dell'alvo, con particolare attenzione alla difficoltà nell'evacuare le feci e alla loro consistenza. In particolare, il rallentamento del transito intestinale facilita il riassorbimento dell'acqua da parte delle pareti del colon, disidratando il contenuto fecale. Dunque, se le feci rimangono troppo a lungo nel lume intestinale, diventano più dure e, dì conseguenza, più difficili da espellere. Se la stitichezza è un fenomeno occasionale, ovvero si accompagna ad esempio ad un viaggio o ad una vacanza che introduce qualcosa di diverso sia nelle nostre abitudini alimentari che nei nostri ritmi quotidiani, i lassativi di contatto, possono aiutare ad alleviare il disturbo stimolando delicatamente la motilità del colon. Questi prodotti, presentano il vantaggio di lavorare durante la notte, infatti, assunti alla sera prima di coricarsi, svolgono il loro effetto il mattino successivo. Se la stitichezza non è solo un problema occasionale ma ci accompagna quotidianamente, diventa importante rivalutare cosa c'è nel nostro comportamento che non va, e tornare a prendersi cura del nostro intestino. Il nostro intestino può sviluppare cattive abitudini che possono essere rieducate con esercizi adeguati. La rieducazione intestinale (toilet training) recita che il riconoscere lo stimolo a defecare e non trascurarlo o rimandarlo, è i! primo passo per aiutare l'intestino a ritrovare il suo ritmo normale. li rispetto del proprio corpo è un tema riportato e sostenuto fin dalle origini della civiltà e in tutte le culture. Custodire l'integrità delle proprie funzioni vitali è la base di ogni altra attività sociale. L'individuo moderno spesso dimentica l'importanza del proprio benessere e io subordina ai doveri sodali. Riappropriarsi del proprio benessere genera "gratificazione" e produce le energie psicofisiche per espletare tutte le funzioni sociali al meglio. II primo passo per ritrovare quella "regolarità" perduta consiste proprio nell’ottimizzare la nostra dieta. La "dieta per la stipsi", in termini tecnici, non è altro che l'insieme dei comportamenti che definiscono un "modo di vivere" confacente alla salute. Dunque, una buona dieta comprende, non solo un'alimentazione corretta, ma anche una regolare attività fìsica e dei ritmi di vita coerenti con la necessità fisiologica di riposo. La "regolarità intestinale" è favorita da un comportamento equilibrato nei confronti del cibo, e coerente con l'ingestione di una giusta quantità di liquidi e di fibre. Passare più volte in una giornata da uno stato dì sazietà ad uno di farne non da la possibilità al nostro organismo di tararsi su una condizione costante. Mangiare bene e ad intervalli regolari permette di attraversare dolcemente e senza brusche variazioni le fasi della giornata, evitando di arrivare "affamati" ai pasti.
Analogamente, il lavoro e la pigrizia possono privarci di molto tempo dedicabile al movimento, ed un'attività fisica saltuaria ed intensa serve solo a colmare il senso di colpa e a dare degli scossoni al metabolismo poco utili a medio-lungo termine. E’ consigliabile, pertanto, dedicare regolarmente momenti della giornata ad un'attività fisica moderata e non affaticante. Le stesse autorità sanitarie consigliano di "muoversi" verso la salute: un dispendio energetico dei 30% eseguendo esercizio fisico permette di bruciare le energie alimentari rafforzando i muscoli e i tessuti biologici Una lieve attività fisica continuativa, può essere espletata attraverso passeggiate di almeno 30 minuti, l'uso delle scale al posto dell'ascensore, o evitando il classico schema "casa-macchina-ufficio" a favore dell'uso dei mezzi pubblici. Allo stesso modo l'alimentazione completerà il quadro con pasti equilibrati, frequenti e leggeri, senza togliere nulla al gusto e ai piacere di un'alimentazione di qualità. Bere molta acqua, fare passeggiate, non saltare i pasti, sono buone abitudini. Imparare a migliorare significa partire dai propri punti di forza e aggiungere ogni giorno un contributo personale nella quantità agevole ad ognuno. Col tempo, sarà il nostro organismo ad abituarsi alle nuove regole, comunicando con noi attraverso risposte di piacere e gratifica. Ricordate sempre che il rischio di brusche deviazioni dalle abitudini è quello di stufarsi presto; al contrario, l'applicazione costante di accorgimenti quotidiani permette di mantenerli nel tempo, apprezzandone così i giovamenti e vivendo il cambiamento in modo graduale e indolore.
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