Il decubito del paziente
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aggiornamenti per il medico pratico
Il medico pratico deve imparare ad osservare anche il decubito del paziente,
la sua andatura e l'atteggiamento che egli assume. Per esempio, un paziente, come
quello riportato nella foto appresso che se ne sta seduto con i piedi penzoloni
fuori dal letto, notte e giorno; che respira affannato, con le gambe penzoloni dal
letto ed un edema pretibiale, col segno della fovea, è un cardiopatico in fase di
scompenso di pompa . Se, piuttosto, decombe con
le gambe flesse e tirate, è perché presenta dei segni di irritazione meningea (cfr
sindrome meningitica). Se giace
piegato a preghiera maomettana, potrebbe avere una pancreatite o se giace
in posizione genupettorale potrebbe avere una pericardite. Ancora il medico
deve essere in grado di osservare i "segni di lato", cioè se vi è una paresi
o paralisi o ipostenia ad un emilato, significa riscontrare una patologia neurologica
centrale.
L'atteggiamento assunto dal paziente, trovandosi egli in posizione
eretta (postura) o a letto (decubito) può costituire indizio di condizioni patologiche.
Il mantenimento della stazione eretta e dell'andatura dipendono da fattori neurologici
(sia a livello motorio che sensoriale) e da fattori extraneurologici. Il normale
espletarsi della postura e dell'andatura richiede movimenti coordinati (che nell'adulto
sono automatici) della maggior parte dei muscoli scheletrici, per cui è indispensabile
una integrità dei centri corticali e cerebellari, dei gangli della base, delle vie
spinali, dei nervi periferici, del sistema muscolare e osteoarticolare, dei recettori
visivi e labirintici e dei recettori propriocettivi del collo. Pertanto, l'esame
del paziente mentre mantiene la posizione eretta e mentre cammina è in grado di
fornire eventualmente utili elementi ai fini dell'orientamento diagnostico. Ove
possibile, occorre invitare il paziente ad alzarsi ed a deambulare ed eventualmente
a scendere e salire le scale.
Devesi tener conto dell'atteggiamento, dell'equilibrio, del pendolamento delle braccia
e dei movimenti degli arti inferiori. Il soggetto normale, dopo aver dato una rapida
occhiata all'ambiente in cui deve muoversi, procede in modo spedito e sciolto, osservando
solo di tanto in tanto il pavimento. Intanto, l'energia, la rapidità e l'agilità
con le quali il paziente si
alza
e cammina possono fornire elementi assai importanti per giudicare del suo stato
di salute e del suo tono affettivo, oltre che delle condizioni del sistema muscolo-scheletrico
e di quello nervoso. Ne deriva che l'andatura è variabile nello stesso individuo
in rapporto ad influenze psichiche (così come la parola e la scrittura), nel mentre
avrà delle caratteristiche individuali che rendono riconoscibile il soggetto. A
letto, l'individuo in condizioni fisiologiche può assumere qualsiasi posizione
senza trarne molestia; si parlerà in tal caso di decubito indifferente. Altre volte
egli preferirà assumere una determinata posizione, in quanto ne trae sollievo (decubito
preferito). Altre volte ancora è obbligato a tenere una particolare posizione, in
quanto le altre posizioni gli causano uno stato di sofferenza (decubito obbligato).Così,
in caso di frattura costale e nella pleurite secca o scarsamente essudativa il paziente
preferisce in genere il decubito laterale sul lato sano, in quanto la pressione
sull'emitorace colpito, facendo avvicinare tra loro i foglietti pleurici, acuisce
il dolore nei movimenti respiratori; in caso di versamento pleurico abbondante il
paziente invece preferisce decombere sul lato del versamento, per ridurre la compressione
del versamento stesso sul polmone controlaterale e così attenuare la dispnea. Il
decubito laterale sul lato affetto viene preferito nel caso di esistenza di caverne
o di ascesso polmonare comunicanti con l'albero bronchiale, in quanto quello sul
lato sano, favorendo il drenaggio del materiale essudativo contenuto in dette cavità,
stimola gli acces-si di tosse molesta. Un decubito supino obbligato si avrà in caso
di dolore al rachide per frattura vertebrale, spondilite, ernia discale. Un decubito
laterale obbligato con il capo iperesteso e con le cosce flesse sull'addome e le
gambe
sulle
cosce (posizione a cane di fucile, viene assunto in caso di meningite, nell'intento
di evitare il dolore da stiramento delle radici spinali lombo-sacrali. Un decubito
supino obbligato con gli arti inferiori semiflessi viene assunto in caso di processi
infiammatori addominali con acuta reazione peritoneale, per ridurre la tensione
addominale. Altre volte una data posizione obbligata non viene assunta per attenuare
o sopprimere il dolore, ma in rapporto a difficoltà del respiro od a disturbi circolatori.
Così, in caso di cospicuo versamento addominale (cirrosi o peritonite cronica essudativa)
gli arti inferiori sono semiflessi e slargati ("posizione a rana") ed il
dorso alquanto sollevato, allo scopo di diminuire la compressione sul diaframma
e favorire in tal modo la respirazione. Così, la posizione supina obbligata viene
assunta in caso di severa anemia per favorire la sanguificazione cerebrale e per
lo stesso scopo in caso di blocco atrio-ventricolare totale con sindrome di Morgagni-Adams-Stokes,
da riduzione della portata circolatoria cerebrale. In caso di abbondante versamento
pericardico, a causa della riduzione della portata circolatoria cere orale, il paziente
sta seduto sul letto con le ginocchia flesse e il tronco piegato in avanti oppure
assume la posizione genupettorale (posizione da preghiera maomettana; entrambe hanno
lo scopo di far raccogliere in avanti il liquido contenuto nel sacco pericardico
e così di ridurre l'ostacolo allo scarico delle vene cave nell'atrio destro. Nei
broncopneumopatici cronici con insufficienza respiratoria e nei cardiopatici in
fase di scompenso e che quindi avvertono "fame d'aria", man mano che la respirazione
è più difficoltata il decubito supino si va via via avvicinando a quello seduto
(posizione ortopnoica o semiortopnoica obbligata) per il progressivo sollevamento
del tronco sul letto, mediante l'aggiunta di successivi guanciali, allo scopo di
aumentare la capacità respiratoria toracica; a tal fine il paziente si aggrappa
anche ai bordi del letto, onde trovare un solido appoggio e così favo-risce l'impegno
dei muscoli ausiliari della respirazione. Aggravandosi ulteriormente la difficoltà
respiratoria, il paziente assume la posizione seduta con gambe ciondoloni dal letto.
Va anche ricordata la cosiddetta "sindrome delle gambe senza riposo", caratterizzata
da comparsa di formicolio e prurito alle gambe allorquando il paziente è a letto;
la causa è sconosciuta. Una posizione prona viene preferita nelle coliche gastriche
e intestinali, per mitigare il dolore con la pressione (a differenza delle forme
infiammatorie addominali, per le quali anche una lieve pressione sulla parete addominale
esacerba il dolore). Nella colica renale e biliare il decubito sul lato sofferente
spesso
riesce
ad attenuare il dolore, per via di una moderata compressione. Nelle crisi pancreatiche,
che sono oltremodo dolorose, il paziente è portato talora ad assumere una posizione
flessa in avanti, stringendo con le braccia gli arti inferiori ripiegati sull'addome.
Si possono verificare svariate alterazioni della deambulazione o della stazione
eretta del paziente.
L'andatura può assumere caratteristiche particolari in alcune condizioni patologiche.
Così, nell'emiplegia diviene falciante (arto inferiore esteso e rigido, che fa perno
sulla anca, con la gamba che traccia un semicerchio nel morbo di Parkinson si ha
andatura strisciante a piccoli passi, con le ginocchia flesse, senza il normale
dondolio degli arti superiori, con il tronco proiettato in avanti e con acceleramenti
(andatura propulsiva). Nella distrofia muscolare, a causa della debolezza della
muscolatura del tronco e del cingolo pelvico, il paziente ha una andatura ondeggiante
che ricorda quella delle anitre (andatura anserina) con il tronco inclinato all'indietro
e l'addome proiettato in avanti. L'andatura da ubriaco è caratteristica del cerebellare;
si può avere andatura zoppicante per affezioni dolorose, accorciamento o deformità
a carico di un arto.
indice
Cfr anche questi link
Costituzione del paziente
Edema polmonare
Edema polmonare, la cura
Fisiopatologia insufficienza di pompa
Scompenso di pompa ed edema polmonare
Segni dello scompenso