Il distacco di retina

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E' una raccolta di liquido sotto la retina, nella maggior parte dei casi provocata dallo sviluppo di una o più lacerazioni retiniche e spesso associata a trazioni patologiche del vitreo sulla retina. Solo in rari casi si determina in base alla formazione di liquido essudativo sottoretinico non associato a trazioni vitreali e/o a rotture retiniche.

Perché operare un distacco di retina?

Perché solo la chirurgia può ottenere un riaccollamento della retina. Perché tale patologia può determinare una grave riduzione della vista fino alla perdita totale della funzione visiva, II trattamento laser non è più possibile e/o efficace in questo stadio della malattia.

L'operazione per il distacco di retina

L'intervento viene effettuato con il paziente in posizione supina, in un ambiente sterile, utilizzando l'oftalmoscopio indiretto e/o il microscopio.

E' un atto chirurgico rilevante, poiché viene appianata la retina distaccata mediante uno o più dei metodi tra quelli sottodescritti, associati diversamente secondo i casi:
1 Chiusura della o delle lacerazioni retiniche mediante l'applicazione sulla parete esterna dell'occhio di piombaggi e/o cerchiaggi
2 Cicatrizzazione delle lacerazioni retiniche mediante sonde congelanti (criocoagulazione) o manipoli che trasmettono calore intenso (fotocoagulazione laser, diatermia)
3 L'introduzione di gas nella cavità vitreale
4 Puntura evacuativa del liquido sottoretinicoDistacco di retina
5 Paracentesi della camera anteriore Durante l'operazione, il chirurgo può modificare il piano operatorio per esigenze sopraggiunte come, ad esempio, in presenza di tessuto di proliferazione epiretim'eo. Sarà necessario, in simili casi, la conversione dell'intervento intraoperatoriamente in un altro chiamato vitrectomia, che consiste nella rimozione del vitreo e nella asportazione delle membrane di proliferazione eventualmente presenti associato a trattamenti fisici (laser e/o crioterapia). A volte è necessario il ricorso alla vitrectomia in un tempo successivo al primo intervento (reintervento). In tali casi può essere necessario iniettare nell'occhio operato gas o olio di silicone.

Ospedalizzazione
E' necessaria l’immobilizzazione del paziente durante l'intervento chirurgico. I termini di ricovero adatto al suo caso le saranno esposti dal suo oculista insieme all'anestesista.

Anestesia

L'occhio può essere reso insensibile ed immobile con iniezioni peribulbari o retrobulbari. E' anche possibile un'anestesia generale. La scelta viene fatta dal suo oculista e dal medico anestesista che terranno conto il più possibile delle sue richieste.
Decorso postoperatorio
Prima di lasciare il centro chirurgico viene consegnato un foglio con le istruzioni dei farmaci da utilizzare. Il paziente non deve mai sospendere le cure a meno che sia il chirurgo a dirlo; esse aiutano l'occhio operato a guarire meglio ed a prevenire complicazioni. In caso di dubbi sulla modalità del corso postoperatorio, il paziente deve contattare uno dei componenti dell'equipe chirurgica. Le cure locali postoperatorie solitamente consistono nell'instillazione di gocce o pomate e nel' applicazione di una protezione oculare secondo le modalità e per un periodo di tempo che le saranno spiegati dal suo chirurgo.
Alla terapia locale spesso si aggiunge una terapia sistemica di durata variabile.
A casa dopo l'intervento per applicare i colliri nell'occhio operato, il paziente deve aprire bene ambedue gli occhi e guardare verso il soffitto; poi deve abbassare con l'indice della mano sinistra la palpebra inferiore, qui con la mano destra vanno instillate 1-2 gocce del prodotto, il paziènte deve poi chiudere le palpebre (senza stringerle) e attendere per qualche secondo l'assorbimento del prodotto. Quando i colliri prescritti sono più di uno essi vanno applicati uno di sèguito ali 'altro a distanza di qualche minuto . E' bene che almeno nei primi 2-3 giorni sia un familiare, o altra persona, ad instillare/applicare i colliri/pomate. Durante l'applicazione dei medicinali occorre prestare attenzione a non esercitare pressioni sull'occhio appena operato. L'occhio operato viene bendato (per uno o più giorni); durante il giorno, il più delle volte si applica un paio di occhiali da sole che hanno Io scopo di riparare l'occhio dalla luce e soprattutto da eventuali traumi. Durante la notte, invece, l'occhio, perla prima settimana, va protetto con una benda sterile. Due o tre volte al giorno le palpebre dell'occhio operato varino delicatamente pulite con un fazzolettino detergente sterile o con un po' di cotone bollito; chi esegue tale manovra deve evitare pressioni sul bulbo oculare e comunque sulla parte operata. Nel periodo successivo all’intervento il paziente deve inoltre usare a/cune altre attenzioni:
1 può dormire sul lato dell'occhio operato;
2 non deve assolutamente strofinare l'occhio operato (per almeno un mese); è opportuno evitare gli strofinamenti,soprattutto se pesanti, anche nei mesi successivi;
3 può lavarsi il viso con una spugna evitando di bagnare e/o strofinare l'occhio operato e di esercitare, pressioni;
4 non deve fare sforzi fisici eccessivi; per esempio non deve sollevare pesi superiori ai dieci chilogrammi, non deve prendere in braccio bambini, animali ecc.
5 l'uso di macchinari o di strumenti pericolosi sono sconsigliati per un periodo di almeno 20 giorni. Nei casi in cui siano stati iniettati nell'occhio operato sostanze tamponanti (liquide o gassose) sarà importante, per alcuni giorni, il mantenimento della testa in una certa posizione, che le verrà indicata dal medico. In caso di tamponamento con gas, che viene riassorbito progressivamente dopo l'operazione, i viaggi in aereo e ad alta quota sono temporaneamente controindicati. In caso di anestesia generale, qualunque sia la ragione, la presenza della bolla di gas nell'occhio va segnalata al medico anestesista. Nel caso in cui venga iniettato olio di silicone come sostanza tamponante sarà necessario, a distanza di tempo, un ulteriore intervento chirurgico per rimuoverlo.



Il recupero visivo
Il recupero dell'acutezza visiva è progressivo ma può essere anche nullo, scarso o incompleto. L'entità d visione recuperabile con l'intervento dipende molto dalle preesistenti condizioni generali dell'occhio, in particolare della retina, del nervo ottico, del cristallino e della cornea; quindi, la presenza di una lesione in queste strutture, provocata dalla malattia, può limitare il recupero visivo derivante dall'intervento (in proporzione all'entità della lesione). II paziente deve ricordarsi che, anche a guarigione avvenuta, l'occhio va periodicamente controllato dall'oculista; nei mési e negli anni successivi all'intervento egli deve quindi sottoporsi ad alcuni periodici controlli che verranno progressivamente diradati. E' sempre possibile una recidiva del distacco di retina e può essere necessario anche ripetere ''intervento.


Complicanze nell'intervento per distacco di retina

Anche questo tipo di intervento non sfugge alla regola generale secondo la quale non esiste della chirurgia senza rischi. Non è possibile per il suo oculista garantire in modo formale il successo dell'intervento o l'assenza di complicanze. Le complicanze, in casi estremi, possono portare anche alla perdita funzionale dell'occhio, se non addirittura alla perdita anatomica dello stesso.

Le complicanze si distinguono in preoperatorie, intraoperatorie e postoperatorie.
Complicanze preoperatorie:
1 perforazione del bulbo oculare con o senza iniezione di anestetico nel bulbo oculare
2 danno al nervo ottico
3 emorragia palpebrale c/o perioculare e/o retrobulbare
4 danno ai muscoli dell'occhio

Complicanze intraoperatorie
1 aumento della pressione oculare
2 distacco di coroide
3 emorragie della coroide
4 emorragia intraoculare
5 incarceramento della retina nell'apertura sclerale dell'evacuativa
6 perforazione o rottura della parete esterna dell'occhio
7 lesione del cristallino con sua successiva opacizzazione (cataratta)
8 occlusione dell'arteria centrale della retina
9 lacerazione/della retina.

Complicanze postoperatorie:
1 aumento grave della pressione intraoculare
2 distacco di coroide
3 emorragie intraoculari
4 formazione di nuove lacerazioni e proliferazioni vitreoretiniche con distacco retinico recidivato
5 formazione di una membrana epiretinica maculare
6 alterazioni della macula
7 intolleranza ai materiali utilizzati durante l'intervento (incluso il rigetto del cerchiaggio eventualmente utilizzato)
8 decubito del materiale cerchiante e piombante, con perforazione e/o erosione sclerale
9 infezione intraoculare
10 atrofia del nervo ottico
11 strabismo e/o diplopia (visione doppia)
12 ptosi (abbassamento della palpebra superiore)
13 cataratta
14 diminuzione transitoria o permanente della pressione oculare
15 riduzione dell'acuità visiva

ATTENZIONE

1) L'intervento chirurgico è l'unica alternativa per risolvere il problema del distacco di retina.

2) Durante l'operazione il chirurgo può modificare il piano operatorio per esigenze sopraggiunte (vitrectomia).

3) II non eseguire correttamente le cure, le medicazioni ed i controlli postoperatori può compromettere il decorso e la buona riuscita dell'intervento.

4) Non è consigliabile fare sforzi fisici o" strofinare l'occhio nei primi giorni dopo l'operazione.

5) II recupero della visione dopo l'intervento dipende molto dalle condizioni preesistenti generali dell'occhio.

6) In alcuni casi è possibile una recidiva del distacco di retina e può essere necessario un nuovo intervento chirurgico.

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