3. Una paronichia persistente non trattata alla fine si diffonde alla zona periungueale. A questo punto l'unghia funge da corpo estraneo perpetuando l'infezione. Quando sotto l'unghia sia visibile pus, può essere indicato rimuovere una porzione della lamina ungueale prossimale. Per un'anestesia adeguata procedere a blocco intermetacarpale. Per «rendere esangue» il campo operatorio sollevare l'estremità per cinque minuti., applicare un bracciale emostatico gonfiandolo fino a 300 mm/Hg. Non applicare un bendaggio perché ciò comporta il rischio di disseminazione dell'infezione. Incidere l'eponichio ai margini laterali del bordo prossimale della lamina ungueale; sottoporre a esame colturale il pus così ottenuto.
Poi sollevare il lembo di eponichio per esporre la matrice della lamina ungueale.
Eliminare tutta la porzione prossimale della lamina ungueale che si trova all'interno
della cavità ascessuale. (La porzione distale della lamina ungueale viene lasciata
per proteggere il delicato letto ungueale). Quindi riposizionare il lembo cutaneo
e mantenerlo in sede con uno-due punti di sutura. La mano viene immobilizzata e
l'arto viene sollevato. Quattro volte al giorno, per 15-20 minuti, si applicano
impacchi umidi e tiepidi. Nel caso vengano somministrati antibiotici a ampio spettro,
riconsiderare la scelta dell'antibiotico in base agli esami colturali. In
genere il processo infiammatorio si risolve nel giro di tre-cinque giorni, dopo
i quali la mano può essere nuovamente mobilizzata. Anche gli antibiotici vanno somministrati
per tre-cinque giorni, a seconda dei risultati degli esami colturali. Perché la
rigenerazione ungueale sia completa occorrono parecchi mesi e spesso permangono
a lungo irregolarità dell'unghia.
Un dolore pulsante e incessante, in presenza di una puntura di lieve entità nel polpastrello di un dito, è patognomonico di patereccio. Se trascurato, il patereccio può rompersi spontaneamente o provocare necrosi del grasso sottocutaneo o della cute, osteomielite, artrite settica o tenosinovite del flessore. Secondo la maggioranza degli autori il cuscinetto digitale distale volare presenta una serie di compartimenti chiusi, formati da setti, che fissano la cute all'osso. Questa nozione è falsa e può portare a errori di trattamento chirurgico in patologie della punta delle dita. All'inizio del trattamento occorre eseguire un esame radiologico, ripetendolo dopo due-tre settimane, se con trattamento adeguato non si è riusciti a eliminare il processo infiammatorio. Il drenaggio efficace di un patereccio viene ottenuto praticando un'incisione longitudinale al centro dell'ascesso. Procedere ad anestesia e applicazione di bracciale emostatico come nel trattamento della paronichia. La ferita viene mantenuta aperta con un pezzetto di garza o con un drenaggio di gomma. Anche in questo caso sono essenziali l'immobilizzazione e il sollevamento della mano; si devono inoltre somministrare antibiotici a ampio spettro e eseguire impacchi ripetuti. Dopo due-tre giorni si rimuove il drenaggio e, una volta scomparsi quasi completamente la dolenzia e la tumefazione, la mano può venir mobilizzata.
Tenere sotto stretta osservazione il paziente per valutare eventuali
segni di progressione dell'infezione. Alterazioni vascolari dovute al fenomeno di
Raynaud e vasculiti associate a connettiviti possono simulare una paronichia o un
patereccio. Queste alterazioni dovrebbero venire riconosciute tempestivamente;
in tal caso il drenaggio è controindicato in quanto la lesione prodotta da un'incisione
può provocare necrosi e aggravamento della risposta infiammatoria. Spesso si verifica
una perdita di tessuto molle, specialmente del cuscinetto lipidico volare; alla
fine la necrosi cutanea graduale può mettere a nudo la falange distale e imporre
l'amputazione.