Infezioni delle dita della mano

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Paronichia

Questa infezione presenta tre fasi distinte, ognuna delle quali necessita di un trattamento diverso.

1. La forma più semplice di paronichia è una cellulite acuta che interessa i tessuti molli dell'eponichio (vallo ungueale). Spesso misure terapeutiche sufficienti sono l'immobilizzazione e il sollevamento della mano, associate a bagni ripetuti in acqua tiepida. In alcuni casi è invece necessario ricorrere a sommini­strazione di antibiotici ad ampio spettro.

2. La fase successiva della paronichia è l'ascesso intra- o sottodermico. Esso esordisce con dolore pul­sante e il paziente avverte una dolenzia localizzata nella sede di imminente drenaggio spontaneo. In questa fase è possibile ottenere un sollievo immediato incidendo questa zona con un piccolo bisturi. Bisogna far distendere il paziente in posizione supina con il braccio esteso su un punto di appoggio. Poi porre la punta della lama a piatto sull'unghia e inserirla delicatamente nel punto di massima dolenzia (adiacente alla giunzione tra lamina ungueale ed eponichio). Se la diagnosi è corretta fuoriuscirà una gocciolina di pus e immediatamente il dolore scomparirà quasi del tutto. La mano viene poi immobilizzata e sollevata. Spesso i bagni ripetuti e/o la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro, affrettano la risoluzione dell'infezione.

3. Una paronichia persistente non trattata alla fine si diffonde alla zona periungueale. A questo punto l'unghia funge da corpo estraneo perpetuando l'infezione. Quando sotto l'unghia sia  visibile pus, può essere indicato rimuovere una porzione della lamina ungueale prossimale. Per un'anestesia adeguata procedere a blocco intermetacarpale. Per «rendere esangue» il campo operatorio sollevare l'estremità per cinque minuti., applicare un bracciale emostatico gonfiandolo fino a 300 mm/Hg. Non applicare un bendaggio perché ciò comporta il rischio di disseminazione dell'infezione. Paronichia Incidere l'eponichio ai margini laterali del bordo prossimale della lamina ungueale; sottoporre a esame colturale il pus così ottenuto.

Poi sollevare il lembo di eponichio per esporre la matrice della lamina ungueale. Eliminare tutta la porzione prossimale della lamina ungueale che si trova all'interno della cavità ascessuale. (La porzione distale della lamina ungueale viene lasciata per proteggere il delicato letto ungueale). Quindi riposizionare il lembo cutaneo e mantenerlo in sede con uno-due punti di sutura. La mano viene immobilizzata e l'arto viene sollevato. Quattro volte al giorno, per 15-20 minuti, si applicano impacchi umidi e tiepidi. Nel caso vengano somministrati antibiotici a ampio spettro, riconsiderare la scelta dell'antibiotico in base agli esami colturali. In genere il processo infiammatorio si risolve nel giro di tre-cinque giorni, dopo i quali la mano può essere nuovamente mobilizzata. Anche gli antibiotici vanno somministrati per tre-cinque giorni, a se­conda dei risultati degli esami colturali. Perché la rigenerazione ungueale sia completa occorrono parecchi mesi e spesso permangono a lungo irregolarità dell'unghia.

Patereccio

Un dolore pulsante e incessante, in presenza di una puntura di lieve entità nel polpastrello di un dito, è patognomonico di patereccio. Se trascurato, il patereccio può rompersi spontaneamente o provocare necrosi del grasso sottocutaneo o della cute, osteomielite, artrite settica o tenosinovite del flessore. Secondo la maggioranza degli autori il cuscinetto digitale distale volare presenta una serie di compartimenti chiusi, formati da setti, che fissano la cute all'osso. Questa nozione è falsa e può portare a errori di trattamento chirurgico in patologie della punta delle dita. All'inizio del trattamento occorre eseguire un esame radiologico, ripetendolo dopo due-tre settimane, se con trattamento adeguato non si è riusciti a eliminare il processo infiammatorio. Il drenaggio efficace di un patereccio viene ottenuto praticando un'incisione longitudinale al centro dell'ascesso. Procedere ad anestesia e applicazione di bracciale emostatico come nel trattamento della paronichia. La ferita viene mantenuta aperta con un pezzetto di garza o con un drenaggio di gomma. Anche in questo caso sono essenziali l'immobilizzazione e il sollevamento della mano; si devono inoltre somministrare antibiotici a ampio spettro e eseguire impacchi ripetuti. Dopo due-tre giorni si rimuove il drenaggio e, una volta scomparsi quasi completamente la dolenzia e la tumefazione, la mano può venir mobilizzata.

Tenere sotto stretta osservazione il paziente per valutare eventuali segni di progressione dell'infezione. Alterazioni vascolari dovute al fenomeno di Raynaud e vasculiti associate a connettiviti possono simulare una paronichia o un patereccio. Queste alterazioni dovrebbero venire riconosciute tempestivamen­te; in tal caso il drenaggio è controindicato in quanto la lesione prodotta da un'incisione può provocare necrosi e aggravamento della risposta infiammatoria. Spesso si verifica una perdita di tessuto molle, specialmente del cuscinetto lipidico volare; alla fine la necrosi cutanea graduale può mettere a nudo la falange distale e imporre l'amputazione.

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