Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Cliccando su "Accetto" acconsenti all'uso dei cookie.

MALATTIE DA FREDDO

  1. Un Medico per Tutti
  2. Pronto soccorso
  3. Malattia da freddo
  4. Il paziente che non sopporta il freddo
  5. Brividi
  6. Il paziente con brividi
  7. Termoregolazione
  8. Malattia febbrile prolungata
  9. Aspetti clinici febbre
  10. Febbre
  11. Febbre mediterranea

Per esposizione prolungata al freddo possono verificarsi riduzioni critiche della temperatura corporea generalizzata (ipotermia) o circoscritta (congelamento).

IPOTERMIA: temperatura corporea interna (rettale o esofagea) <34oC.

Può essere moderata (temperatura fra 34 e 32oC) o grave (<32oC).
Cause predisponenti: età estreme (vecchi, neonati), denutrizione, alcoolismo acuto o cronico; mixedema; lesioni neurologiche centrali; traumi eslesi, emorragie; sepsi; farmaci (oppiacei, fenotiazine, barbiturici).

Sintomi

Manifestazioni iniziali: brivido, pallore, vasocostrizione polipnea.
Manifestazioni avanzate (in rapporto alla temperatura interna):

-tra 35 e 33oC: cute fredda, rallentamento ideativo, apatia, disartria, incoordinamento motorio;
-tra 32 e 29oC: cianosi, scomparsa del brivido, viso amimico, rigidità muscolare, movimenti non finalizzati, arti in flessione, confusione mentale, disorientamento, bradicardia, bradipnea, ipotensione arteriosa;
-meno di 29oC: coma, midriasi fissa, cianosi, bradipnea, PA non determinabile. Turbe del ritmo e della conduzione fino alla fibrillazione ventricolare. ECO: onde di Osbome (uncinatura alla fine del QRS in corrispondenza del punto J).

Trattamento immediato

-rimuovere gli indumenti bagnati;
-proteggere il paziente con coperte o sacchi a pelo; -bevande calde e zuccherine, esercizi muscolari isometrici (se il paziente e' collaborante); -somministrare 02;
-assicurare la pervietà delle vie aeree; manovre rianimatorie (massaggio cardiaco esterno, respirazione bocca a bocca, in caso di necessità); -nei casi gravi ricovero immediato.

Trattamento ospedaliero

-riscaldamento esterno mediante bagno in acqua a 40oC;
-riscaldamento interno mediante dialisi peritoneale (2 litri di soluzione fisiologica a 38oCda rinnovare ogni 20 minuti), controllo funzione respiratoria, eventuale intubazione naso-tracheale e ventilazione meccanica);
-monitoraggio e correzione delle aritmie;
-correzione dell'ipotensione arteriosa o misure anti-shock, specie in corso di riscaldamento (plasma expanders).
Congelamento: piu' frequente in sedi acrodistali (arti, naso, padiglioni auricolari). E' dovuto ad ischemia da vasocostrizione e fenomeni necrobiotici (formazione di cristalli di ghiaccio nei tessuti; disidratazione).
-Fattori predisponenti: età avanzata, immobilità forzata: disturbi del circolo periferico, sedativi;

-si distinguono 4 gradi di congelamento:

I grado: esclusivo interessamento cutaneo (edema, pastosità).
Disestesie delle estremità. Dolore urente in fase di riscaldamento.
II grado edema cutaneo e sottocutaneo, ipo-anestesia locale.
inceppo dei movimenti volontari. In fase di riscaldamento: intenso dolore, vescicole sierose o sieroematiche.
III grado necrosi della cute e dei tessuti sottostanti, con pallore e cianosi, indurimento delle parti molli; completa assenza di sensibilità e movimento. Il riscaldamento dà luogo a dolore intenso che si protrae per settimane. Evoluzione verso la mummificazione o la gangrena umida.
IV grado necrosi di un arto o di una pane, che appare grigio-bluastro, freddo, duro, insensibile e immobile.

Trattamento

-allontanare indumenti in grado di esercitare compressione (guanti, scarpe. cappeIli ecc.); immergere la parte congelata in un bagno a 38o-40oC per 30-60 minuti; analgesici per il dolore da riscaldamento: ac. acetilsalicilico (Flectadol 1 f. ), pentazocina (Talwin 1 f. i.m. o s.c.) oppure morfina 5-10 mg i.m. o s.c.
-profilassi antitrombotica con antiaggreganti piastrinici (ac. acetilsalicilico, strano) o con eparina 1.000-1500 U.I./ora e.v.
-profilassi delle complicanze batteriche con rigorosa asepsi della pane Ipita. Evitare di rompere le bolle;
-profilassi antitetanica con immunoglobuline specifiche e vaccinazione di richiamo (Anatetal 1 f. da 0.5 mi i.m.).
-exeresi chirurgica delle zone necrotiche solo dopo sufficienti demarcazioni rispetto al tessuto vitale.

indice