Il paziente che urina la notte (nicturia) può essere affetto da svariate patologie, a cominciare dalla nevrosi e dall'ansia, per arrivare allo scompenso cardiaco con maggiore ritorno venoso al cuore durante il clinostatismo (quando cioè si è coricati), oppure il sintomo nicturia può dipendere più semplicemente da una cistite acuta. Ad ogni modo, la nicturia, cioè l'eccessiva minzione notturna, può essere causata da un'alterazione del normale ritmo diurno della concentrazione dell'urina o da sovrastimolazione dei nervi e muscoli che controllano la minzione. Normalmente, l'urina è più concentrata di notte che di giorno. Di conseguenza, la maggior parte dei soggetti elimina una quantità di urina tre quattro volte maggiore di giorno piuttosto che di notte e può dormire da 6 a 8 ore durante la notte senza urinare. In caso di nicturia, il paziente può svegliarsi una o più volte durante la notte per svuotare la vescica ed espellere 700 mi o più di urina. Sebbene la nicturia sia di solito conseguenza di disturbi renali o del tratto urinario inferiore, può essere causata da alcune malattie cardiovascolari, neoplastiche e metaboliche. Questo segno comune può anche dipendere da farmaci che inducono diuresi, specialmente se assunti di notte e dall'ingestione di grandi quantità di liquidi, soprattutto bevande a base di caffeina o alcol, prima di coricarsi.
Per altri segni si parla di LUTS. Il termine LUTS èun acronimo in lingua
inglese " Lower Urinary Tract Symptoms" che indica un insieme di sintomi del
basso tratto urinario che si possono manifestare sia nel maschio sia nella
femmina, a qualsiasi età. L'International Prostate Symptom Score (I-PSS) si basa
sulle risposte a sette domande che riguardano i sintomi urinari, alle quali si
aggiunge una domanda sulla qualità di vita percepita dal paziente. Ogni domanda
ha sei possibili risposte tra le quali il paziente può scegliere e che indicano
il livello di gravità del sintomo. A ciascuna risposta è assegnato un punteggio
da 0 a 5 (0 senza sintomo, 5 gravità massima). Le domande si riferiscono ai
seguenti sintomi urinari:
-Svuotamento incompleto
-Frequenza diurna
-Intermittenza
-Urgenza
-Forza del Flusso
-Difficoltà ad iniziare la minzione
-Nicturia
Approfondire l'anamnesi della nicturia. Quando è iniziata e con quale frequenza essa si manifesta, se ci sono dei fattori che la scatenano, per es. il consumo di caffè, o cibi ricchi di zuccheri (es. dolci). Il paziente ha solo degli stimoli ad urinare ed emette poche gocce di urine, con bruciore alla minzione (pensare a cistiti o infezioni delle vie urinarie). Il paziente ha notato che le sue urine sono torbide (prova del bicchiere, cioè osservare in un bicchiere trasparente il colore delle urine), che il loro odore è intenso, come di pesce marcio, che le urine sono di colore marsala o come acqua di pasta o a "lavatura di carne". Il paziente ha modificato la modalità o il volume dei liquidi ingeriti, magari per polidipsia, una strana ed insolita sete che lo prende, con fame insaziabile e voglia di "cose dolci". Successivamente, il medico deve individuare i sintomi associati. Informarsi su dolore o bruciore durante la minzione, difficoltà a iniziare il flusso urinario, scarso getto delle urine (es. nel paziente anziano con l'ipertrofia della prostata, che urina sgocciolando, se c'è dolorabilità della giunzione costovertebrale e dolore al fianco, addome superiore o regione sovrapubica. Informarsi se il paziente o la sua famiglia hanno un'anamnesi di nefropatia o di patologie delle vie urinarie o di malattie endocrine o metaboliche, soprattutto diabete. Il paziente assume farmaci che aumentano la diuresi, come i diuretici (per es. il buon vecchio lasix, oggi furosemide), i glucosidi digitalici (lanitop, lanoxin) e gli antipertensivi in genere (sartani ed ace-inibitori compresi). Focalizzare l'esame obiettivo sulla palpazione e percussione della zona renale, dell'angolo costovertebrale e della vescica. Ispezionare attentamente il meato urinario. Ispezionare un campione di urine controllando colore, odore e presenza di sedimento.
Frequente negli
uomini oltre i 50 anni, questa patologia produce nicturia quando si sviluppa una
significativa ostruzione uretrale. In genere causa pollachiuria, esitazione, incontinenza,
diminuzione della forza e del calibro del mirto e, a volte, ematuria. Si può anche
verificare oliguria. La palpazione rivela distensione vescicale e ipertrofia prostatica.
Il paziente può anche lamentare senso di tensione addominale, dolore perineale e
stipsi. L'ostruzione può portare a lesioni renali.
Segno tardivo di
questa neoplasia, la nicturia è caratterizzata dalla necessità di eliminare piccole
o moderate quantità di urina. Oltre all'ematuria, segno più comune, caratteristiche
associate comprendono distensione vescicale, pollachiuria e minzione imperiosa,
disuria, piuria, dolore vescicale, rettale, al fianco, alla schiena o sciatalgia,
vomito, diarrea e insonnia. Si possono anche verificare segni e sintomi di infezione
del tratto urinario, come tenesmo, febbricola e dolore perineale.
Tutte e tre le forme
di cistite possono causare nicturia, caratterizzata da pollachiuria, disuria e tenesmo.
La cistite batterica può anche causare minzione imperiosa, ematuria, astenia, dolore
sovrapubico, perineale, al fianco e lombalgia e, a volte, febbricola. Più comune
nelle donne tra i 25 e i 60 anni, la cistite interstiziale cronica è caratterizzata
da piccole ulcere vescicali puntate ed emorragiche di Hunner; anch'essa causa ematuria
macroscopica. Dal momento che i sintomi assomigliano a quelli del cancro vescicale,
quest'ultimo deve essere escluso. Anche la cistite virale causa minzione imperiosa,
ematuria e febbre.
Conseguenza del
deficit di ormone antidiuretico, questa patologia causa di solito nicturia precoce.
La malattia è caratterizzata da emissione periodica di grosse quantità di urine.
Il diabete insipido può inoltre produrre polidipsia e disidratazione.
Segno precoce di diabete mellito, la nicturia determina pollachiuria e poliuria. Manifestazioni
associate comprendono poliuria diurna, polidipsia, polifagia, frequenti infezioni
urinarie, ricorrenti infezioni da lieviti, vaginite, debolezza, astenia, calo ponderale
e, a volte, segni di disidratazione, come secchezza delle mucose e ridotto turgore
della pelle.
La nicturia
può svilupparsi nelle fasi precoci di questa malattia, come risultato dell'aumento
della filtrazione glomerulare associata allo spostamento di liquidi dalle aree declivi
in decubito supino. Altri effetti precoci includono astenia, dila-tazione della
giugulare, dispnea, ortopnea, tachicardia e tosse secca con sibili. Tardiva-mente,
il paziente può lamentare tachipnea, incremento ponderale, ipotensione, oliguria,
cianosi ed epatomegalia.
In questa patologia,
la nicturia è caratterizzata da emissione di moderate o abbondanti quantità di urine.
Reperti associati comprendono poliuria diurna, polidipsia e, a volte, ematuria e
piuria.
Anche in questo
caso, la nicturia è caratterizzata da emissione di un volume urinario moderato o
abbondante. Reperti associati comprendono in genere polidipsia, poliuria diurna,
astenia muscolare o paresi, ipoperistaltismo e aumentata predi-sposizione alla pielonefrite.
Seconda causa di
decesso per cancro negli uomini, questa condizione è generalmente asintomatica nelle
fasi precoci. Tardivamente causa nicturia caratterizzata da minzione non frequente
di moderate quantità di urina. Altri effetti caratteristici includono disuria (il
sintomo più comune), difficoltà a iniziare il flusso urinario, distensione vescicale,
minzione frequente, calo ponderale, pallore, astenia, dolore perineale e stipsi.
La palpazione rivela un nodulo prostatico duro e irregolare.
La nicturia
è comune in questa patologia infiammatoria ed è di solito caratterizzata da minzione
non frequente di moderata quantità di urina. L'urina può apparire torbida. Segni
e sintomi associati comprendono febbre alta prolungata con brividi, astenia, dolore
al fianco unilaterale o bilaterale, dolorabilità dell'angolo costovertebrale, astenia,
disuria, ematuria, pollachiuria e minzione imperiosa e tenesmo. Talvolta, si possono
verificare anoressia, nausea, vomito, diarrea e ipoperistaltismo.
La nicturia si verifica
nelle fasi relativamente precoci di questa malattia ed è di solito caratterizzata
da minzione non frequente di moderata quantità di urina. Con la progressione della
malattia, si sviluppano oliguria o anuria. Altri effetti dell'insufficienza renale
cronica comprendono astenia, alito uremico, respiro di Kussmaul, edemi periferici,
ipertensione arteriosa, com-promissione del livello di coscienza, confusione, labilità
emotiva, spasmo muscolare, anoressia, sapore metallico in bocca, stipsi o diarrea,
petecchie, ecchimosi, prurito, colore giallo bronzino della cute, nausea e vomito.
Qualsiasi farmaco che mobilizza i liquidi edematosi o induce diuresi (per esempio, diuretici e glicosidi digitalici) può causare nicturia; ovviamente, questo effetto dipende dal farmaco somministrato
Considerazioni particolariLa cura del paziente prevede il mantenimento dell'equilibrio idroelettrolitico,
garantendo un riposo adeguato e istruendo il paziente. Con-trollare parametri vitali,
apporti e consumi e peso corporeo giornalmente; continuare a documentare la frequenza
della nicturia, la quantità di urine e il peso specifico. Program-mare la somministrazione
di diuretici nelle ore diurne, se possibile. Programmare inoltre periodi di riposo
per compensare la perdita di sonno dovuta a nicturia.
Preparare il paziente ai test diagnostici, che possono includere analisi di routine
delle prostatichc. le cause di nicturia sono in genere le stesse per i bambini e
gli adulti.
Tuttavia, i bambini affetti da pielonefrite sono più suscettibili alla sepsi, che
può causare febbre, irritabilità e ridotta perfusione cutanea Inoltre, le bambine
possono presentare perdite vaginali e dolenzia o prurito vulvare.
Osservazioni geriatriche
Le donne in menopausa presentano una ridotta elasticità vescicale. ma la produzione
urinaria rimane costante, portando a nicturia.
Consigliare al paziente di ridurre l'assunzione di fluidi (in particolare bevande
a base di caffeina, compresa la coca cola) prima di coricarsi. Consigliare inoltre
al paziente di mingere da 15 a 20 minuti prima di coricarsi. Urinare ancora una
volta poco prima di coricarsi può essere utile.