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Come trattare un paziente affetto da colonpatia funzionale? O sindrome del colon irritabile? Sono utili i miorilassanti, es. ottilonio bromuro nelle forme con alvo diarroico, la trimebutina, nelle forme con stipsi, associata a dieta adeguata. Prima di iniziare la cura occorre escludere malattie infiammatorie intestinali
Colon irritabile è un termine per definire un disordine funzionale ad andamento cronico molto frequente (incidenza > 50% di tutti i casi di consultazione gastroenterologica) caratterizzato da un'alterazione della normale motilità intestinale. La sindrome colpisce maggiormente il sesso femminile (rapporto F/M = 3:1), la razza bianca (5 volte più interessata di quella negra) ed ha la sua incidenza massima attorno ai 45-55 anni. Pur essendo di natura benigna a causa dei disturbi che provoca può compromettere anche gravemente la qualità di vita di chi ne è affetto.
Numerose sono le cause che possono alterare la motilità intestinale favorendo
una intensa attività motoria di tipo spastico-segmentale:
intolleranze alimentari o dei loro costituenti (lattosio)
uso prolungato di lassativi
fattori psichici (stress-emozione)
iatrogeni (antibiotici)
pregressi episodi infettivi-parassitari
Alla base di questa affezione, esistono problemi psico-emotivi e l'attuale tendenza
é quella di considerare l'intestino eccessivamente sensibile ed iperreattivo agli
svariati stimoli (nervosi, chimici, meccanici). Lo studio dell'attività motoria
del colon nei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile, ha dimostrato un
aumento della frequenza delle onde principali ed una esagerata attività motoria
segmentale all'introduzione del cibo. E' interessante notare come nel corso della
malattia si possono rilevare alterazioni motorie di vario genere a carico di altri
tratti del tubo digerente, tali aspetti (da approfondire) suggeriscono l'ipotesi
che tutto il tubo digerente sia "irritabile" e che quindi il termine riferito al
solo colon sia restrittivo.
I sintomi caratteristici sono:
il dolore addominale: intensità e sede variabile (più frequentemente alla fossa
iliaca sin); spesso intenso-crampiforme che si attenua con l'emissione di gas e/o
con l'evacuazione; abbastanza tipica é l'assenza di sintomatologia dolorosa durante
la notte; meteorismo intestinale e flatulenza; irregolarità dell'alvo, stipsi e
diarrea, quest'ultima
raramente é presente come sintomo isolato, più frequentemente episodi di diarrea
si alternano a stipsi.
La diagnosi è di esclusione; bisogna quindi eseguire una serie di esami clinici, laboratoristici e strumentali per escludere qualsiasi lesione organica; - clinica: sintomatologia (stipsi e/o diarrea) spesso correlati a stress emotivi; le condizioni generali del paziente sono buone (mancano anoressia e perdita di peso; le feci emesse possono essere commiste a muco, mai a sangue). L'esame obiettivo difficilmente orienta verso una patologia d'organo ben precisa: ispezione e percussione possono rivelare un certo grado di meteorismo, alla palpazione é frequente il riscontro di una corda colica e di una dolorabilità che spesso non si limita alle zone dove il pz. riferisce dolore spontaneo, ma coinvolge diffusamente l'intero addome. - Laboratorio: esame emocrocitometrico completo + VES; ricerca di sangue occulto nelle feci; esami coprologici e batteriologici (leucociti, parassiti, coprocoltura);
- rettosigmoidoscopia: importante per escludere altre malattie che possono simulare
i sintomi del colon irritabile (es. RCU, Crohn del colon)
- es. radiologico con clisma opaco: nel colon irritabile mostra quadri aspecifici
e variabili; irregolare pressione del bario, alterazione delle austrature e aspetto
tubulare del colon.
- D.differenziale: L'elenco delle affezioni da porre in D.D. sarebbe molto lungo,
ricordiamo solamente la rettocolite ulcerosa, il morbo di Crohn e le neoplasie che
in fase iniziale possono simulare un colon irritabile.
Misure generali:
rassicurare il paziente sulla benignità della malattia e sul fatto che i sintomi
non sono causati da neoplasia; informare il paziente che la terapia è solo sintomatica;
psicoterapia ed eventuale trattamento con blandi ansiolitici in casi selezionati.
Misure dietetiche:
- i pasti devono essere consumati ad intervalli regolari evitando cibi non ben
digeribili o mal tollerati; evitare caffé, tabacco, alcol, bevande gassate, lassativi;
in caso di diarrea la dieta deve essere leggera ed a basso contenuto di residui
fibrosi; in caso di stipsi prescrivere una dieta ricca di fibre (frutta, verdure)
e ad alto residuo (crusca) per attenuare il dolore associato all'emissione di feci
dure. L'apporto di fibre deve essere aumentato gradualmente fino a raggiungere 30-40
g/die.
-se prevale la sintomatologia dolorosa:
- anticolinergici (riduzione della peristalsi attraverso il SN autonomo periferico):
diciclomina (es.Bentyl), propantelina (es.Lexil), alle dosi di 1-2 cpr x 3-4/die
prima dei pasti; pirenzepina (antimuscarinico selettivo es.Gastrozepin) 1 cprx2/die
prima dei pasti. Gli anticolinergici spesso sono poco tollerati a causa degli
effetti collaterali;
- miorilassanti ( preferiti) : esplicano un'azione diretta sulla muscolatura
liscia del colon senza interferire sulla normale peristalsi intestinale) mebeverina
(es.Duspatal), cimetropio bromuro (es.Alginor), ottilonio bromuro (es.Spasmomen),
rociverina (es.Rilaten), pinaverio bromuro (es.Dicetel) alle dosi di 1 cprx3/die
20 minuti prima dei pasti.
in caso di diarrea non associata a dolore (varietà rara) si impiegano farmaci antidiarroici
per il solo periodo di riacutizzazione: loperamide (es.lmodium) 2-4 cpr/die; utile
l'uso di fermenti lattici ( es.lnfloran, Berna). - In caso di stipsi, oltre che
alle restrizioni dietetiche si può associare il lattulosio (es.Laevolac) 1-3 bust./die.
In questo caso potenzialmente utile é anche l'impiego del domperidone la cui attività
procinetica si estende anche al piccolo e grosso intestino. Circa il 30% dei pazienti
risponde al trattamento dietetico-farmacologico con la totale scomparsa dei sintomi,
tuttavia oltre il 50% dei casi non presenta alcun miglioramento nel corso degli
anni.