cfr anche Le febbri tifoidee
è una malattia infettiva, contagiosa, di origine batterica, a carattere sistemico, cioè che coinvolge l'intero organismo; talvolta asintomatica o paucisintomatica, talvolta caratterizzata da esordio insidioso, talvolta fin dall'inizio da febbre elevata, cefalea, malessere generale, anoressia, bradicardia relativa, esantema papuloso localizzato al tronco, tosse secca e disturbi gastrointestinali quali costipazione o diarrea. Nella maggior parte dei casi l'infezione decorre in forma sub-clinica. Si instaura frequentemente uno stato di portatore sano cronico, che può essere anche molto prolungato nel tempo.
La febbre tifoide, anche detta tifo addominale, è provocata da un batterio, la Salmonella typhi, appartenente al numerosissimo genere di Salmonella, di cui fanno parte anche le S. paratyphi A e B, responsabili dei paratifi e delle cosiddette salmonelle minori, responsabili di infezioni e tossinfezioni a trasmissione alimentare. Genere: Salmonella; Famiglia: Enterobacteriaceae; morfologia: sono batteri bastoncellari, diritti, asporigeni, in genere mobili per la presenza di flagelli peritrichi; esigenze metaboliche: sono microrganismi che fermentano il glucosio, producendo gas. In passato, per esempio, nei primi anni del novecento in USA, si ebbere delle vere e proprie epidemie dovute alla manipolazione di alimenti (creme, dolci con crema) ad opera di donne infettre portatrici sane che causarono infezioni e decesso in molte persone che si alimentavano con i cibi contaminati. Dopo opportuni studi in merito, in America, vennero prese delle misure profilattiche per evitare il diffondere delle epidemie di salmonella. I portatori sani che si rifiutavano di sottoporsi all'isolamento venivano addirittura arrestati e condotti in prigione con l'accusa di omicidio colposo, stante il grave problema sociale determinato dalla diffusione del morbo.
(1) esordio graduale con febbre, cefalea, faringodinia, tosse,
quindi costipazione oppure diarrea a "purea di piselli", prostrazione (nel
bambino esordio spesso brusco con febbre elevata e brivido).
(2) "Roseole tifose"
sulla cute del tronco in seconda settimana, (papule rosa di 2-3 mm che scompaiono
alla pressione e durano alcuni giorni), bradicardia, splenomegalia, meteorismo e
tensione addominale.
(3) Febbre in incremento per circa una settimana e poi decremento
"a gradino".
Altri sintomi:
Nel sangue è caratteristica una leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi),
con scomparsa dei polinucleati eosinofili. La malattia si presenta molto spesso
paucisintomatica con malessere generale, febbricola e malessere addominale con fastidi,
lieve dolenzia e alvo irregolare o diarroico. Talvolta si presenta con febbre elevata
che permane per circa una settimana, con lievi remissioni mattutine, e quindi inizia
il periodo delle oscillazioni e delle intermittenze, con alterazioni dell'alvo e
sintomi addominali importanti ed ingravescenti. La maggior parte dei casi evolve
verso la convalescenza. Altri sintomi frequenti sono: cefalea anche assai violenta,
mialgie, epistassi, un notevole grado di ottundimento psichico, che può passare
fino a coma profondo, ed esantemi cutanei roseoliformi, di preferenza localizzati
al tronco ed al dorso.
I farmaci tradizionalmente efficaci sono il cloramfenicolo, l'ampicillina ed
il trimetoprim/sulfametossazolo. Poiché la resistenza all'ampicillina ed al cloramfenicolo
è piuttosto frequente il trimetoprim/sulfametossazolo va considerato di prima
scelta.
Trimetoprim/sulfametossazolo (Bactrim cpr 800/160 mg). Pos: 10 mg/kg/die
di trimetoprim per 15 giorni;
oppure
ampicillina (Amplital cpr g 1 cps 500mg; fi 500-1000 mg). Pos: adulti: 4-6
g/die im o ev per 15 giorni. Bambini: 100 mg/kg/die. Nelle forme severe:
cloramfenicolo (Chemicetina fi g 1). Pos: 1 fi 3-4 volte al giorno per via
parenterale. Altrettanto efficace è risultato il trimetoprim/sulfametossazolo
ev (Bactrim Perfusione fl 400/80 mg). Pos: stesse dosi della forma orale. Nei
pazienti che non rispondano a tale tipo di trattamento: ceftriaxone (Rocefin
fi g 1). Pos: 2 fl im/die in unica somministrazione per una settimana; oppure
ciprofloxacina (Ciproxin cpr 250 e 500 mg). Pos: 750 mg due volte al giorno.
Tale trattamento è controindicato nei bambini e nelle donne in gravidanza. Al termine del trattamento
eseguire 3 coprocolture a giorni alterni a partire dal terzo giorno dopo
la sospensione dell'antibiotico. L'uso dei cortisonici a dosi molto elevate in associazione
agli antibiotici è accettato solo nelle forme con coinvolgimento neurologico severo
e/o segni di coagulazione intravascolare disseminata. I soggetti portatori
di Salmonella vanno comunque bonificati previo impiego di ampicillina, o ancora
meglio di chinolonici . La profilassi per chi è venuto a contatto si effettua con
vaccini iniettivi o per os, anche con agenti vivi ed attenuati.
Riposo a letto per tutto il periodo febbrile.
In caso di febbre elevata, spugnature fredde con alcol. Evitare gli antipiretici,
in particolare l'acido acetilsalicilico per il pericolo di severa ipotermia.
Evitare assolutamente lassativi ed enteroclismi per rischio di perforazione e
shock emorragico.
Dieta: nei primi giorni alimenti liquidi e semiliquidi (latte, succhi di frutta,
semolino, uova, frutta).
Evitare per tutto il periodo della malattia cibi ricchi di scorie (es. fibre di
cellulosa).
Spesso non si riesce ad ottenere con i farmaci tradizionalmente usati. Notevole
efficacia nell'eradicazione è stata dimostrata dalla ciprofloxacina (Ciproxin
cpr 750 mg). Pos: 750 mg due volte al giorno per 3-4 settimane. Tale trattamento
è controindicato nei bambini e nelle donne in gravidanza. Anche la colecistectomia
risulta efficace nella bonifica della Salmonella typhi. Vaccinazione
Data l'efficacia ridotta e la breve durata della protezione, l'uso dei vaccini
viene oggi limitato ai viaggiatori che si rechino in zone di alta endemia. Vaccino
tifoideo orale (Vivotif 3 cps 200 mg). Pos: 1 cps a digiuno a giorni alterni
per 3 giorni. Il farmaco dà anche immunità crociata verso la SalmoŽnella Paratyphi
A e B. Controindicato nei bambini al di sotto dei 5 anni e nelle donne in gravidanza.
Differire la vaccinazione in caso di febbre o disturbi intestinali (diarrea, ecc.).
Protezione circa 6 mesi. Dopo l'assunzione delle capsule non ingerire cibo per almeno
un'ora.
Il vaccino parenterale è costituito da polisaccaride capsulare di S. typhy. Vaccino
antitifico parenterale (Typhim (VI) 1 fl-sir 0,5 mL). Pos: adulti 1 ml im; invece
nei bambini è consigliato dopo i 5 anni. A differenza del vaccino orale, risulta
utile anche per la profilassi del paratifo. Controindicazioni: (assolute) nefrite
cronica, diabete mellito; (transitorie) febbre, infezioni acute, trattamento con
cortisone o con immunosoppressori. Usare prudenza nel vaccinare bambini con tendenza
alle convulsioni.