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Tumori cerebrali del lobo parietale, occipitale e cervelletto

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I tumori del cervello

La regione post-rolandica integra ed elabora gli impulsi sensitivi che giungono dal talamo (nucleo ventrale posteriore); questa elaborazione è parziale, in quanto solo la sensibilità "epicritica" o "discriminativa" (il riconoscimento spaziale, il riconoscimento della diversa intensità degli stimoli, il riconoscimento  delle proprietà fìsiche mediante il tatto), è di pertinenza della corteccia parietale. La sensibilità "protopatica" (sensazione del semplice contatto, (del dolore, del  freddo, del caldo, di piacere, di malessere) comprende afferenze sensitive grossolane che hanno interpretazione cosciente già a livello talamico.

Fra i disturbi della sensibilità "epicritica da lesione del lobo parietale (giro sopramarginale-giro angolare, quasi sempre di destra) è abbastanza precoce, quando presente, quel disturbo della somatognosia controlaterale che fu definito da Schilder "difetto dello schema corporeo" per cui il paziente non riconosce più la metà destra dalla sinistra, ignora il proprio emicorpo sinistro e nega, ad esempio, che la sua mano sinistra gli appartenga veramente.

Nei tumori del lobo parietale di sinistra (con compromissione della piega curva) si può giungere anche precocemente ad una completa sìndrome di Gerstmann, caratterizzata da: agnosia digitale, agrafia, confusione destra-sinistra, acalculia, per cui il paziente appare incapace di identificare le proprie dita di scrivere, di distinguere la propria metà corporea destra dalla metà sinistra, di  eseguire operazioni aritmetiche semplici.

Poiché la funzione dominante del lobo occipitale riguarda la visione, è ovvio che i sintomi principali di un tumore in questa sede sono difetti visivi  anche se sono frequenti i disturbi afasici (se la lesione è a sinistra). Per quanto non sempre vero, è opportuno sottolineare che la diagnosi differenziale fra tumori del lobo occipitale e tumori del lobo temporale può essere basata sul tipo di alterazioni del campo visivo, in quanto nella emianopsia laterale omonima che si osserva nei tumori del lobo occipitale, è conservato, a differenza di quanto os-servabile nei tumori del lobo temporale, il fascio maculare, sì che nelle lesioni espansive occipitali è possibile la visione centrale (probabilmente per una più ampia rappresentazione corticale delle fibre provenienti dalla macula lutea).

Ostruendo il IV ventricolo, e quindi il deflusso liquorale, i tumori cerebellari (e ovviamente i tumori propri del IV ventricolo, come gli ependimomi ed i papillomi provocano una ipertensione endocranica precoce e grave. Tipico è il medulloblastoma, tumore del verme del cervelletto. Nel cervelletto, invece, a livello degli emisferi abbiamo l'astrocitoma cerebellare o spongioblastoma e l'angioblastoma, ambedue benigni.

Trattamento tumori cervelletto, lobo parietale, occipitale

L'intervento chirurgico è il metodo di cura dei tumori cerebrali più diffuso. In generale la neurochirurgia serve a ridurre la pressione che il tumore esercita all'interno del cranio e a diminuire così i sintomi. Inoltre consente un'esatta analisi istologica del tumore e quindi è indispensabile per pianificare una terapia specifica per quel tipo di tumore cerebrale.

Esistono anche tecniche di chirurgia dei tumori che utilizzano radioterapia. Si tratta per esempio degli interventi con cyber knife o gamma knife: il tumore viene studiato e localizzato attraverso tecniche di imaging cerebrale come la risonanza magnetica. La sua posizione esatta viene determinata con l'aiuto di un casco stereotassico che consente di inviare alla parte di tessuto malato un raggio che ne provoca la distruzione, senza dover aprire la scatola cranica.

Gli interventi stereotassici a scatola cranica chiusa sono effettuabili solo se il tumore è di dimensioni medio-piccole e se il numero di lesioni non è eccessivo (in genere massimo tre). La chemioterapia e la radioterapia sono riservate ai tumori che mostrano una certa aggressività.

La radioterapia completa l'intervento chirurgico e il trattamento è finalizzato a ridurre il rischio di recidiva. Può essere utilizzata da sola o in associazione alla chemioterapia. Per molti anni si è discusso sulla reale utilità della chemioterapia nei tumori cerebrali, perché è difficile raggiungere il cervello con i farmaci, proprio per la presenza di una naturale barriera ematoencefalica agli agenti esterni.

La ricerca ha fatto grandi passi avanti in questo settore, aggiungendo nuove molecole come la temozolomide e nuovi assortimenti di farmaci già in uso. Oggi, nei gliomi di alto grado, la chemioterapia è considerata un trattamento di provata efficacia. Sono inoltre molto promettenti i risultati ottenuti dai farmaci inibitori dell'angiogenesi nei tumori cerebrali di grado più elevato.
Infine, risultati incoraggianti sono stati ottenuti, anche con forme di immunoterapia, basate sull'uso di particolari cellule del sistema immunitario sensibilizzate verso il tumore oppure con peptidi sintetici.

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