La diagnosi clinica delle fratture delle ossa faciali può essere posta con notevole precisione. I segni clinici di frattura di un osso faciale comprendono: dolorabilità caratteristica sopra il punto di frattura, asimmetria ossea e mobilità della porzione fratturata. Uno dei segni più precisi di frattura mandibolare o mascellare è la malocclusione dentaria. I dati clinici devono essere confermati da radiografie faciali. Le proiezioni laterali e quelle di Waters sono le più utili. Altre proiezioni vanno richieste a seconda delle necessità. Un'ecchimosi orbitale suggerisce una frattura del processo zigomatico dell'osso.
Altri reperti relativi a questa frattura
possono essere:
- Irregolarità e depressioni del
pavimento orbitario apprezzabili alla palpazione
- Abbassamento del globo oculare
- Appianamento e depressione dell'eminenza zigomatica
Diplopia
Intorpidimento nella zona di distribuzione del nervo infraorbitario, cioè
nella parte mediale della guancia e a livello del labbro superiore
Le radiografie possono rivelare l'opacità del seno mascellare.
Una frattura da scoppio del pavimento orbitario può associarsi con altre fratture
dello zigomo oppure verificarsi isolatamente. In genere è causata da un colpo diretto
all'orbita, che. determina un aumento della pressione intraorbitaria che a sua volta
provoca una frattura del sottile pavimento orbitario.
1. Se è evidente l'abbassamento di un bulbo oculare, questo è un segno diagnostico.
Il paziente può lamentare diplopia, anche solo in alcune direzioni dello sguardo,
p. es., sguardo rivolto verso l'alto, dovuto all'intrappolamento del muscolo retto
inferiore. L'esame radiografico è indispensabile per una diagnosi accurata. Potranno
essere evidenti una frattura lineare, un versamento liquido nel seno mascellare,
aria nel cavo orbitario, o l'erniazione di tessuti molli nel seno mascellare.
Una depressione palpabile o visibile a livello dell'arcata zigomatica suggerisce
una frattura introflessa in quest'area Questa frattura è provocata molto frequentemente
da un colpo diretto. La diagnosi si può porre palpando la deformazione ossea, se
la tumefazione non è eccessiva. Per confermare la diagnosi si possono effettuare
radiografie in proiezioni specifiche per gli archi zigomatici.
Altri reperti sono:
1. Dolorabilità localizzata
2. Trisma e dolore nell'aprire la bocca. Questo avviene quando i frammenti ossei
depressi urtano contro il sottostante processo coronoideo mandibolare e il muscolo
temporale. La dolorabilità localizzata in uno o più punti lungo la mandibola,
insieme all'irregolarità dei denti inferiori suggerisce una frattura mandibolare.
Altri sintomi sono: dolore nell'aprire e chiudere la bocca, malocclusione, pretermotilità
della porzione fratturata, apertura della frattura nella cavità orale e formazione
di edema o di ematoma.
Il condilo è la parte più debole della mandibola. Le fratture possono essere
accompagnate da un sanguinamento del canale auditivo esterno se ne sono coinvolte
le pareti. Per individuare la frattura possono essere necessarie proiezioni radiografiche
specifiche per l'articolazione temporomandibolare.
Le
fratture della sinfisi sono le meno comuni tra le fratture mandibolari. Se c'è una
lesione o edema vicino al forame mentoniero, ci sarà anestesia del mento e del
labbro inferiore.
1. Le Fort I: la rima di frattura interessa trasversalmente, da una parte
all'altra, la mascella.
2. Le Fort II: la rima di frattura decorre lungo le ossa nasali e i processi
mascellari frontali.
3. Le Fort III: in questa frattura la mascella, le ossa nasali e gli zigomi
si separano dalle loro connessioni craniche; si verifica cioè una disgiunzione
craniofaciale. Questo tipo di frattura è generalmente associato ad altre fratture
faciali.
Questo tipo di fratture del volto possono avere come conseguenza un allungamento
verticale del volto stesso, malocclusione e pretermotilità della porzione mascellare
della faccia, evidenziabile esercitando una trazione in avanti sull'arcata dentaria
superiore e il palato.
Le fratture nasali sono generalmente introflesse o con deviazione laterale. L'ispezione
delle narici può evidenziare una deviazione laterale della cartilagine sellale in
una delle due vie aeree nasali.
Altri segni di frattura sono:
-Epistassi
-Deformazione
-Edema settate
-Dolorabilità.
Le radiografie delle ossa nasali confermano la diagnosi ma sono di scarso aiuto
per la terapia perché le fratture nasali non esposte e non associale a un'ostruzione
delle vie aeree non richiedono trattamento.
La riduzione e l'immobilizzazione delle fratture delle ossa faciali non rappresentano
necessariamente situazioni di emergenza, purché sia assicurala un'adeguata pervietà
delle vie aeree. Talvolta conviene attendere da 3 a 7 giorni per permettere la risoluzione
del marcalo edema dei tessuti molli che generalmente si accompagna alle fratture
delle ossa faciali. In lai modo risultano facilitati sia l'intervento chirurgico
sia il mantenimento della posizione corretta. Alcune fratture mandibolari semplici
possono essere trattate applicando punti metallici interdentali o trazioni elastiche.
Per tutte le fratture complesse della mandibola e della mascella è indicata la riduzione
cruenta. Le fratture nasali e le dislocazioni settati sono abitualmente trattate
con la riduzione incruenta. È consigliabile ridurre le dislocazioni della cartilagine
settale il più presto possibile. a. La formazione di ematomi pericartilaginei è
piuttosto frequente. L'ematoma costituisce un eccellente terreno di coltura che
talvolta può condurre alla formazione di un ascesso settale.
b. Questo a sua volta può provocare una condrite settica con perdita della cartilagine
settale, il cui esito è un naso deformato a sella.
e. È indispensabile, quindi, effettuare l'incisione e il drenaggio degli ematomi
settali.
Per tutte le fratture complicate della mandibola, della mascella, del terzo centrale
della faccia, e dell'arcata zigomatica è sempre indicata la riduzione cruenta.
a. In questi casi è opportuno consultare uno specialista.
b. Il trattamento definitivo va ritardato di parecchi giorni finché l'edema faciale
non si sia risolto. Non è infrequente che si debba attendere anche due o tre settimane
nel caso di lesioni gravi ed estese.