Esse consistono in sintomi psicorganici, inizialmente lievi, e in accentuazione di tratti temperamentali-caratteriali individuali.
Fra i primi fanno spicco: scarsa validità attentiva, esauribilità psicologica, un appiattimento della critica, degli interessi, del rendimento lavorativo ed intellettuale e riduzione delle capacità mnesiche.
L'alcolista presenta un
aspetto generale alquanto ottuso ed ebete, disturbi che possono
progressivamente, più o meno lentamente, accentuarsi sino all'instaurarsi di un
deterioramento intellettuale conclamato. Nell'ambito affettivo caratteriale si
osservano grossolanità e rozzezza nell'elaborazione dei sentimenti, irritabilità
e litigiosità con facilità a trascendere a vie di fatto, oppure con remissività
e passività non richieste o inutili; caratteristica è la labilità dell'umore,
accompagnata da tendenza alle menzogne, ai sotterfugi ed alle autogiustificazione più banali. Il comportamento sociale si fa sempre più
inadeguato, con incapacità a tener fede ai propositi, doveri e compiti familiari
e lavorativi e con caratteristica ottusità etica.
Si manifesta un progressivo difetto nella valutazione critica della propria
situazione ed una accentuata suggestionabilità per cui il paziente viene
facilmente trascinato da stimoli emotivi anche banali a commettere azioni ed
omissioni insensate; continuando l'effetto deleterio dell'alcool, i giudizi si
fanno sempre più piatti e superficiali, il ragionamento perde di profondità e
penetrazione, il pensiero si cristallizza a poche e povere associazioni verbali
ripetute (es. le cosiddette "battute da bettola"); la memoria diventa ancora più
imprecisa e difettosa. Le capacità di fissazione e di rievocazione appaiono
infine gravemente compromesse. Questo decadimento generale ha conseguenze sulla
posizione sociale dell'alcoolista: incapace di svolgere attività continuative,
cambia spesso mestiere e può scendere rapidamente i gradini della scala sociale
fino a cadere nell'indigenza, ove non intervengano a tempo adeguate misure
terapeutiche. La compromissione globale delle funzioni mnesico-associative ed
intellettive, l'alterazione affettiva, la diminuzione delle prestazioni ed il
comportamento asociale si possono concludere nel quadro della demenza alcoolica.
E' un disturbo acuto della coscienza in alcoolisti cronici; viene considerato la forma confusionale, amenziale dell'alcoolismo e il suo nome deriva dalla coesistenza di uno stato confusionale (delirium) e da tremori accentuati agli arti (tremens). Dopo la fase prodromica, della durata di qualche giorno o settimana, caratterizzata da una accentuazione dei sintomi generali dell'alcoolismo cronico, come la disappetenza, il dimagramento, l'insonnia e la comparsa di ansia ed iperestesia psicosensoriale, esplode il quadro conclamato che rapidamente raggiunge il suo acme. Il disturbo della coscienza è presente e costante; il paziente è disorientato rispetto all'ambiente, si sente minacciato e coinvolto direttamente nelle sue creazioni allucinatorie che hanno la caratteristica di essere vissute intensamente e con una forte carica di ansietà e, inoltre, interessano prevalentemente la vista, sono di tipo illusorio e allucinatorie, strutturate in scene a forte carica emotiva oppure rappresentanti animali, più spesso piccoli animali (microzoopsie).
Oltre ai disturbi psichici vi sono i segni di una sofferenza organica generalizzata: febbre, polso frequente e irregolare, sudorazione diffusa, lingua e mucose secche (disidratazione), sofferenza epatica e renale e talvolta un quadro di polineurite soprattutto agli arti inferiori. Il decorso varia da qualche giorno a qualche settimana. Nella maggior parte dei casi si ha la guarigione per crisi con un sonno profondo; e al risveglio i pazienti ricordano e criticano il periodo morboso. Nei casi più gravi il delirium tremens termina con la morte o evolve in una psicosi alcoolica cronica.
Se da un lato viene riconosciuto da tutti che l'alcoolismo cronico è il fattore
eziologico necessario del delirium tremens, dall'altro molto controverse sono le
discussioni relative ai fattori predisponenti o scatenanti. Sono stati via via
ritenuti importanti come fattori predisponenti ora la costituzione picnica
ciclotimica, ora l'età (40-60 anni), ora il tipo di bevanda alcoolica assunta;
per quanto riguarda i fattori scatenanti so no stati chiamati in causa
variazioni stagionali, l'insorgenza di malattie tossinfettive, traumi psichici e
fisici e, con più insistenza, la brusca sospensione delle bevande alcooliche
(delirio "a potu suspenso"). Pare indubbio che l'alcool agisca in maniera
indiretta: attraverso una tossico si di origine epatica (e a sostegno di questa
tesi ci sarebbero alteraz. epatiche, molto spiccate in questi malati) o
attraverso una disvitami-nosi anch'essa molto frequentemente negli alcoolisti
cronici, vuoi per le alterazioni gastroenteriche prodotte dall'alcool (gastrite,
ulcere gastroduodenali, ecc.), vuoi per l'insufficiente apporto alimentare.
Secondo altri Autori, il delirium tremens va interpretato come una modificazione
violenta dell'organismo, che reagisce alla condizioni di stress data
dall'intossicazione cronica con una perturbazione metabolica che interessa il
settore idro-elettrolitico. L'insorgenza brusca della sindrome psicotica viene
attribuita alle alterazioni della barriera emato-encefalica, dimostrate dai
reperti anatomo-patologici.>
1) reidratare il paziente per os, per ipodermoclisi o meglio per fleboclisi;
2) correggere il deficit di elettroliti somministrando particolarmente sodio,
potassio e magnesio;
3) sedare il paziente usando clordiazepossido e, in casi di crisi convulsiva,
diazepam;
4) somministrare in larghe dosi vitamine del gruppo B, cocarbossilasi, vitamine
A, C, K;
5) usare, nel caso di insufficienza cardiocircolatoria, farmaci vaso-pressori;
6) combattere la febbre con antipiretici e antibiotici.
Il delirio di gelosia
Ad esordio insidioso, si esprime sul tema della gelosia che appare radicato
profondamente nella personalità nevrotica e predelirante del malato. è
un'esperienza molto comune nell'alcoolista cronico il quale, in preda a tale
delirio, sottopone la moglie a continui tormenti, accusandola di relazioni con
numerosi amanti. Dalle accuse verbali il soggetto passa con facilità a
comportamenti violenti ed aggressivi.
L'allucinosi alcoolica è una psicosi mal definibile dal punto di vista clinico-nosografico, che può presentarsi in forma acuta e in forma cronica. L'allucinosi acuta è un quadro che generata, insorge in alcoolisti con segni di intossicazione cronica non molto spiccati. Dopo la fase prodromica, durante la quale sono presenti malumore, ansia, insonnia, nel giro di pochi giorni si evidenzia lo stato allupnosico tipico senza però che vi sia alcuna destrutturazione dello stato di coscienza. Notevole la componente ansiosa associata a senso di pericolo imminente; ad ogni modo viene attribuito particolarmente significato dì minaccia. Contemporaneamente compaiono i disturbi psicosensoriali uditivi a carattere prevalente di persecuzione: i pazienti reagiscono alle "voci" fuggendo, tentando il suicidio o aggredendo i presunti persecutori.
Nei casi favorevoli, il quadro dell'allucinosi acuta si risolve nel
volgere di alcuni giorni o alcune settimane, altrimenti il decorso si aggrava
passando graduata, a sindromi schizofreniche, che possono anche rapidamente
perdere la caratteristica dello stato allucinosico per il sopraggiungere di
altri sintomi tipicamente schizofrenici (dissociazione del pensiero, idee di
influenzarti, con mezzi fisici, atimia schizofrenica, ecc.), oppure compare una
psico-sindrome amnestica di media gravità e, nello stadio terminale, la
sin-drome organica demenziale può sostituire completamente il quadro
allucinosico. Terapia. Oltre alla sospensione di bevande alcooliche, deve
avvalersi di neurolettici e di ansiolitici.
Oggi non vi sono più dubbi riguardo l'etiopatogenesi di questa singolare sindrome neurologica: anche se l'intossicazione alcoolica ne è la causa più frequente, essa non agisce di per se stessa, bensì tramite la carenza tiaminica che l'uso continuativo dell'alcool comporta. Durante la fase prodromica si ha un'accentuazione delle turbe gastroenteriche generata, già preesistenti: anoressia, vomito, diarrea; ad esse si accompagnano sensazione vertiginose, astenia, turbe della memoria, ansia, depressione del tono dell'umore. La sintomatologia conclamata è costituita, secondo la descrizione classica, dalla triade: oftalmoplegia, atassia e turbe della coscienza.
Ma secondo le più
recenti osservazioni confermate dai reperti autoptici, solo l'oftalmoplegia si
deve considerare come sintomo cardinale, mentre gli altri sintomi classici
possono anche essere sostituiti da altri disturbi neurologici come il nistagmo,
la polinevrite, ecc. Il quadro psichico, che nell'ambito dell'affezioni riveste
una notevole importanza, è rappresentato da turbe dello stato di coscienza che
van-no da uno stato di media confusione a un completo disorientamento con
allucinazioni fino allo stupore e al coma. Il quadro clinico è di solito cosi
caratteristico che la diagnosi non presenta alcuna difficoltà. L'evoluzione
generata, ha un andamento acuto e un esito mortale nei casi di sindrome di
Wernicke in senso stretto. Negli altri casi, se la terapia viene istituita
immediatamente e in una fase molto precoce, scomparsi i disturbi neurologici,
permane una sindrome di Korsakoff. La terapia si avvale della somministraz. di
do-si generose di vitamine del complesso B.
Associata con notevole frequenza all'intossicazione cronica di alcool, può avere
però diverse altre eziologie (malattie infettive, intossicazione da piombo,
ossido di carbonio, ecc.). Nell'ambito delle psicosi alcooliche è un quadro
piuttosto raro, che spesso insorge durante la convalescenza delle torme più
gravi di delirium tremens. E' caratterizzata dalla pres. contemporanea di:
a) disturbi a carico della memoria di fissazione
b) disorientamento
c) confabulazione
d) polinevrite.
Nel quadro sintomatologico dell'affezioni, il disturbo fondamentale che risalta
maggiormente è il deficit della memoria. Questi pazienti dimenticano i fatti
recenti o che vivono attuata, per cui ne consegue un diso-rientamento che non è
passivo come negli stati confusionali, ma piuttosto si tratta di un falso
orientamento anche rispetto al proprio corpo ed al senso di somità fisica.
Tuttavia parallelamente all'aggravarsi della malattia possono andare perduti
anche ricordi fissati da molto tempo. Strettamente collegate al disturbo
mnemonico e al falso orientamento sono le confabulazioni e la notevole
suggestionabilità: le lacune mnestiche vengono riempite con ricordi del tutto
immaginari e fantastici e durante l'interrogatorio si possono ottenere risposte
prestabilite facilmente suggerite dal medico. Per quanto riguarda la polinevrite
essa può variare dai disturbi della sensibilità (dolori, parestesie) fino alla
perdita dei riflessi e ai primi segni di paralisi. La patogenesi della psicosi
di Korsakoff alcoolica viene riferita alla carenza di vitamine del gruppo B, che
provoca diffuse alterazioni cellulari a carico del S.N., elettivamente a livello
dei corpi mammillari. In alcuni casi si osserva dopo sei-otto mesi una buona
ripresa, in altri casi dopo diversi mesi si ha un miglioramento solo parziale,
senza regressione completa dei disturbi della memoria o il passaggio in demenza
alcoolica.
Questa forma, abbastanza rara, colpisce per lo più soggetti nella sesta-settima
-decade di vita; è caratterizzata sul piano anatomo-istopatologico da una
necrosi simmetrica delle fibre medie della parte rostrale del corpo calloso
mentre vengono rispettate, in certa misura, le fibre dorsali e ventrali; spesso
si ha anche una degenerazione del centro ovale. Sul piano clinico, la malattia è
caratterizzata dalla presenza di una demenza progressiva associata a convulsioni
o a fenomeni di focolaio.
Eziopatogenesi. L'alcool giuoca senz'altro un ruolo di primo piano; tuttavia si
ammette l'intervento di fattori coadiuvanti, quali traumi o alcoolismo dei
genitori. Qualcuno sostiene che questa affezione sia di origine disvitaminosica
o ancora a patogenesi vascolare. Per quanto ri-guarda la sensibilità elettiva
delle fibre medie della parte rostrale del corpo calloso ai diversi fattori
tossici esogeni (in particolare all'alcool) infettivi e carenziali, può essere
spiegata dal fatto che nella evoluzione del corpo calloso queste fibre
mielinizzano più tardivamente; pertanto, essendo esse una formazione
neofiletica, sarebbero anche le più vulnerabili. E' difficile che venga fatta
diagnosi in vita poiché il quadro clinico è facilmente mascherato dai segni
dell'alcoolismo grave in genere. La prognosi è sempre infausta in quanto il
decorso è quasi sempre più o meno rapidamente evolutivo e non esiste una terapia
specifica.