Stadiazione secondo la classificazione TNM
Stadiazione clinica pre-operatoria: stadi TNM
Stadiazione istopatologica post-operatoria: stadi pTNM.
Tis: carcinoma in situ, limitato al solo epitelio mucoso
T1: carcinoma precoce: invasione neoplastica limitata alla mucosa e sottomucosa
Il Tis non oltrepassa la membrana basale e non dà metastasi; il carcinoma precoce
T1 supera la membrana basale e può dare metastasi
T2: invasione neoplastica della muscolare propria e sottosierosa
T3: invasione neoplastica della sierosa senza interessamento di strutture adiacenti
T4: invasione neoplastica delle strutture adiacenti (milza, colon trasverso, fegato,
diaframma, pancreas, parete addominale, surreni, reni, intestino tenue, retroperitoneo).
N1: I compartimento: interessamento linfonodale perigastrico entro 3 cm dal
bordo del tumore primario
N2: II compartimento: interessamento linfonodale oltre 3 cm dal bordo del tumore
primario, lungo i rami del tronco celiaco: arteria gastrica sinistra, splenica ed
epatica comune.
M = metastasi a distanza
M0= assenza di metastasi a distanza
M1 con metastasi a distanza. Viene considerato come metastasi a distanza anche l'interessamento
linfonodale del III compartimento (linfonodi retropancreatici, paraesofagei, paraaortici).
Classificazione R (determinazione del tumore residuo)
Rq: nessun tumore residuo
R,: tumore residuo microscopico
R2: tumore residuo macroscopico.
Gastroscopia: cancro dell'antro gastrico, sanguinante, a manicotto, ulcerato, necrotizzato, stenosante il lume |
Esse avvengono:
per via linfatica: diffusione a 3 compartimenti (vedi stadiazione): circa il 70%
dei pazienti con carcinoma gastrico presenta, al momento della diagnosi, metastasi
linfonodali
per via ematica: > fegato > polmone > ossa, cervello
per continuità: esofago, duodeno, colon, pancreas
per contiguità: carcinosi peritoneale con ascite
diffusione da "gocciolamento" di un carcinoma gastrico mucinoso alle ovaie (tumore
di Krukenberg) o allo spazio di Douglas.
Anamnesi: breve o muta.
Alcuni soggetti dichiarano addirittura di aver sempre avuto uno "stomaco di ferro".
I disturbi sono per lo più lievi ed indefiniti (i pazienti li mettono spesso in
relazione a cause esogene, ad es. errori dietetici).
Altri sintomi eventualmente presenti:
calo ponderale, sarcofobia, stimolo al vomito, senso di peso nell'addome superiore,
astenia, temperature subfebbrili
tumefazione addominale palpabile nel carcinoma avanzato
segni da metastasi: epatomegalia, ascite, linfonodi di Virchow (in sede sopraclaveare
sinistra) ecc.
emorragia gastrica acuta
stenosi del piloro e cachessia da tumore.
Laboratorio
evtl. anemia sideropenica
evtl. riscontro di sangue nelle feci (assente nel tipo infiltrativo!)
marker tumorali: non hanno alcuna utilità a scopo diagnostico del tumore, ma sono
significativi solo per il trattamento postoperatorio: CA 72-4 (sensibilità
- 50%); marker meno sensibili: CA 19-9 e CEA.
Diagnosi differenziale
con ulcera gastrica benigna ( endoscopia)
malattia da refusso ( endoscopia)
affezioni di vie biliari, fegato, pancreas (ecografia, TC, screening di laboratorio)
sindrome dello stomaco irritabile = disturbi funzionali con sensazione di pressione
e di ripienezza (diagnosi di esclusione!).
1. Gastroscopia con biopsie multiple di tutte le alterazioni sospette, evtl. con
citologia dopo "brushing".
2. Ecografia per via endoscopica: dimostrazione dell'infiltrazione profonda e dell'interessamento
dei linfonodi adiacenti.
3. Diagnostica al fine di escludere metastasi (ecografia e TC addominale, radiografia
del torace, ecc.).
La prognosi del carcinoma gastrico avanzato è infausta, di conseguenza tutto dipende
dalla tempestività della diagnosi precoce. Ciò è reso possibile dall'osservanza
di due regole:
1. Se un paziente lamenta disturbi gastrici e si sospetta un disturbo funzionale,
si deve intraprendere una terapia di durata limitata. Se dopo 3 settimane i disturbi
continuano, si soprassiederà a ogni ulteriore tentativo terapeutico, facendo obbligatoriamente
una diagnosi di natura (endoscopia + biopsia).
2. Nelle malattie a rischio: gastroscopia (e biopsia) ogni anno
1. Terapia chirurgica a scopo curativo = resezione senza lasciare tumore residuo:
asportazione del tumore e del tessuto circostante sino alla distanza di sicurezza
di 5 cm nei tumori di tipo intestinale e di 8 cm in quelli di tipo diffuso. Asportazione
anche della piccola e grande rete linfatica + dissezione dei linfonodi del I e II
compartimento, evtl. splenectomia. Nei carcinomi che oltrepassano la parete, evtl.
gastrectomia allargata
nel carcinoma del cardias: resezione aggiuntiva dell'esofago distale + splenectomia.
Ricostruzione del canale di transito dopo gastrectomia tramite esofagodigiunostomia
(di Roux-Schlinge) oppure tramite interposizione di un'ansa digiunale isoperistaltica
tra esofago e duodeno.
Ricostruzione del canale di transito dopo resezione gastrica subtotale tramite gastrodigiunostomia.
2. Terapia neoadiuvante
In caso di tumore primitivo in stadio inoperabile ma senza metastasi a distanza,
si può tentare di ottenere un "down-staging" tramite chemioterapia, così da portare
il tumore alla possibilità di un intervento ancora con scopo curativo.
3. Misure terapeutiche palliative, ad es.:
nella stenosi pilorica: tentativo con laserterapia, altrimenti gastroenterostomia
oppure gastrectomia palliativa
nel carcinoma del cardias: posizionamento per via endoscopica di un tubo artificiale
o di uno stent
solo in casi eccezionali, creazione di una fistola per alimentazione: digiunostomia
percutanea sotto controllo endoscopico
chemioterapia palliativa, che non assicura un aumento della sopravvivenza.
Monitoraggio successivo: trattamento delle conseguenze della perdita dello stomaco
+ dimostrazione di eventuali recidive del tumore.
Tassi di sopravvivenza a 5 anni dopo intervento con scopo curativo:
pTis (carcinoma in situ): 100%
pT, (carcinoma precoce): 90%
pT1N1M0 oppure pT2N0M0: 70%